#skkstories_1 — NO

Un racconto

Emanuele Secco
Sekken’s Digest
3 min readApr 1, 2018

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#skkstories indica delle brevi storie che mi sono deciso a pubblicare qui su Sekken’s Digest. Non ho idea di quando uscirà la prossima né se ce ne saranno altre.
NO è qui per un solo motivo, un pensiero che ultimamente mi ha affollato la mente: è un po’ inutile scrivere a proposito di scrittura se poi non si dà prova di quanto si è capaci di fare.
Non ho altro da dirvi, se non augurarvi buona lettura.

Emanuele Secco, NO, 2017

- Posso offrirti qualcosa da bere? -
- No. -
Dice sempre no.
Nemmeno si gira. Continua a bere il suo drink. Una specie di mojito, a quanto posso indovinare da qui. Un mojito in una birreria… Va be’, lasciamo stare.
Forse si aspetta che le dia del Lei. Ma no, Cristo, non in questa bettola. Non è una di quelle signorotte sofisticate che passano le notti alla ricerca di un’avventura piccante da consumarsi sotto a lampadari di cristallo. Non mi sembra.
Deve avere al massimo trenta, facciamo trentacinque anni. Abbigliamento da cassiera di un supermercato arrivata a fine turno. Giusto una pettinata prima di uscire a bere, tanto per intenderci. Non ha pretendenti di alcun tipo. Allora, perché tutta questa reticenza?
Una sera, dopo che se n’era andata, provai a chiedere al barista qualche informazione in più. Mi confessò di non saperne molto. È abitudinaria, questo sì: arriva, se ne sta in piedi al banco per qualche ora buttando giù al massimo tre drink, poi se ne va come se nulla fosse. Quando gli chiesi se qualcuno era mai riuscito a portarsela fuori, quasi scoppiò a ridere. Mi rivelò che solo uno c’era riuscito. Ulteriori domande vennero zittite con un secco rifiuto. Doveva tornare a servire i clienti.
E sì che mi piacerebbe vedere cosa c’è sotto quella maglia da due soldi e quei jeans stinti e sbucciati sulle ginocchia. Chiariamoci, non è bella. Anzi, è quanto di più lontano possa mai assurgere al bello. Non sembra nemmeno essere un brutto anatroccolo, una di quelle braci sopite che aspettano solo che qualcuno le tolga gli occhiali e le sistemi il trucco per cominciare ad ardere. No, è piuttosto brutta. Tuttavia, è una calamita irresistibile. Sarà il mistero, sarà il suo non essere consona alla situazione.
A furia di pensarci, ho capito cos’ha fatto scattare il desiderio. È la negazione. Il rifiuto è un’arma a doppio taglio: può convincere a demordere, ma è anche capace di rafforzare il desiderio. È il magnetismo fatto di una speranza che si aggrappa al minimo dettaglio pur di rimanere viva. In fin dei conti sono settimane che ci provo, eppure lei è ancora lì al suo posto. Non cerca di schivarmi, non mi evita, non si gira dall’altra parte.
Forse ho ancora una possibilità, cerco di convicermi mentre lascio una banconota sul bancone. A domani, mia adorata.

Quando lo vede uscire dal bar, lei tira un sospiro di sollievo. La sua attenzione la lusinga, ma in cuor suo spera che prima o poi la storia finisca. Magari nei prossimi giorni avrebbe provato a imbruttirsi ancora di più. Oppure avrebbe potuto accettare l’offerta dello sconosciuto, ma nel caso avrebbe dovuto fare una scelta: andare allo sbaraglio e rischiare una delusione, oppure continuare ad assicurare l’esclusiva al barista per avere tutti i mojito che desidera.
La tentazione al cambiamento è molto forte, ma la menta ha un sapore così dolce. Irresistibile.
Per ora avrebbe continuato a dire no. Sempre.

E.

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Emanuele Secco
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