La compagnia di uno per autoeditori

Miglioriamo i nostri libri e fidelizziamo i nostri lettori

Rita Carla Francesca Monticelli
Self-Publishing Lab

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Recentemente ho letto Company of One” di Paul Jarvis. Il titolo di questo libro contiene un doppio senso che non si coglie appieno in italiano. Significa “azienda formata da una persona”, ma anche letteralmente “compagnia di uno”, vale a dire “compagnia costituita da una sola persona”. Quest’ultima interpretazione è una sorta di ossimoro, poiché il concetto di compagnia implica che vi sia coinvolta più di una persona.

È il classico esempio di titolo azzeccato. In un gioco di parole, infatti, esprime esattamente il tema del libro, quello delle aziende create da un’unica persona che, contrariamente al trend generale, non fanno nulla per crescere. Apprezzano la semplicità della loro piccola dimensione e, invece di investire in un ampliamento dai risultati incerti, si concentrano sul migliorare i propri prodotti (che si tratti di beni o servizi) e sul tenersi stretti i clienti preesistenti, sul fidelizzarli in modo che costituiscano una fonte di reddito costante. Tutto ciò perché è molto più semplice fidelizzare un cliente soddisfatto, e se il prodotto migliora non può che esserlo, che trovarne dei nuovi. Lo scopo è ottimizzare i propri sforzi, dedicandoli principalmente a soddisfare i clienti preesistenti. Ciò non significa che si debba smettere di cercarne di nuovi, ma solo che questi ultimi potrebbero in buona parte arrivare come effetto secondario della fidelizzazione di quelli vecchi, tramite il passaparola.

Questa visione dell’attività imprenditoriale, a mio avviso, si presta molto bene al mestiere dell’autoeditore.

Un autoeditore è un editore che pubblica i libri di cui è autore. Nella sua forma più semplice questo mestiere è un’attività individuale, una compagnia di uno, e può essere fortemente limitato dai mezzi a disposizione (a livello economico e di tempo) e dalla cifra ridotta che può incassare per ogni prodotto che vende, la cui creazione però tende a richiedere molto tempo.

Ovviamente, anche un autoeditore potrebbe decidere di investire un certo budget per rendere la propria attività imprenditoriale più complessa allo scopo di accrescerla, per esempio, creando delle campagne pubblicitarie aggressive, utilizzando un servizio di gestione della mailing list con funzionalità avanzate e quindi costose o, ancora, assumendo un assistente virtuale cui delegare una parte del lavoro, ma il secondo fattore di limitazione aumenta notevolmente il rischio di andare in rosso o di essere costretti a investire altri soldi per far fronte all’aumentare della mole di lavoro dovuta alla crescita del proprio progetto.

Per questo motivo un approccio che predilige il miglioramento del prodotto (i libri) e la fidelizzazione dei clienti (i lettori) pare essere quello vincente, poiché tende a massimizzare il risultato degli sforzi compiuti, riducendo i rischi.

Questo non significa che non ci debba essere nessuna crescita, ma solo che va fatta in maniera sostenibile, cioè senza compiere il passo più lungo della gamba.

Mentre leggevo “Company of One” ho provato a prendere appunti su alcuni degli aspetti trattati nel libro che possono essere applicati alla nostra situazione di autoeditori, adattandoli nello specifico a quelle che sono le nostre esigenze.

  • Priorità: definire il tempo da dedicare ogni giorno al nostro progetto editoriale, senza distrazioni. Essa include sia la scrittura che qualsiasi altra attività necessaria per pubblicare i libri e promuoverli, che va pianificata in precedenza, per esempio, usando un’agenda. Per assicurarci di utilizzare davvero il tempo stabilito, possiamo avvalerci di un timer e pianificare delle sessioni di lavoro di una durata precisa, durante le quali è vietato distrarsi. Ogni volta che siamo costretti a staccarci dal lavoro, qualunque sia il motivo, il timer va messo in pausa.
  • Passione: non deve essere il motore della nostra attività, ma il risultato del fare qualcosa in cui siamo bravi, vale a dire scrivere dei libri di un certo tipo e di cui esiste una richiesta all’interno del mercato editoriale, cosa che, se ci si muove nella maniera corretta facendo dei tentativi misurati, dovrebbe portare a una qualche forma di successo. Usare, infatti, la passione come unica spinta, senza imbrigliarla nella ragione, porta con sé il rischio di scrivere e pubblicare dei libri che poi nessuno legge o che non sono apprezzati. A ciò si aggiunge l’ulteriore rischio che, se non si hanno dei risultati positivi, la passione, che per sua natura è volubile, potrebbe venire meno, bloccando completamente la nostra attività.
  • Polarizzazione: identificare ciò che rende i nostri prodotti editoriali diversi da quelli degli altri e infondere in essi la nostra personalità. In altre parole, definire le caratteristiche del nostro brand che sono in grado di attirare i nostri lettori e concentrarci su di esse.
  • Personalizzazione: conoscere il nostro target di lettori, dare loro più di quello che si aspettano, risolvere eventuali problemi o rimediare a errori rendendoli partecipi della risoluzione, renderli contenti di aver scelto il nostro libro, facilitando così il passaparola.
  • Automazione: usare sistemi di automazione per risparmiare tempo (per esempio, per gestire i social network o la mailing list), rivolgersi a un servizio esterno, quando la mole di lavoro diventa eccessiva (ma solo se ce lo possiamo permettere), sfruttare gli strumenti automatici di segmentazione e personalizzazione nel gestire l’invio delle newsletter.
  • Condivisione: condividere le nostre conoscenze su argomenti attinenti ai nostri libri (anche se sono di narrativa) e provare a insegnare qualcosa ai nostri lettori, cosa che ci conferisce autorevolezza ai loro occhi.
  • Azione: non limitarsi alle idee, ma trasformarle in azione. Non basta imparare tutto quello che c’è da sapere sull’autoeditoria, leggendo articoli o libri. Bisogna pianificare l’utilizzo delle nuove informazioni acquisite in modo che ci portino dei risultati.
  • Capitale sociale: conoscere i nostri lettori preesistenti (entro i limiti del possibile, in base al loro numero), empatizzare e interagire con loro.

L’attenzione riguardo a tutti questi aspetti punta a offrire il migliore prodotto editoriale possibile e a tenere legati a sé (fidelizzare) i propri lettori, che leggeranno tutti i nostri libri, in modo che questi inoltre inneschino il passaparola, portando verso di noi nuovi lettori.

È chiaro che a tutte queste belle parole devono seguire strategie e tattiche specifiche, però già riuscire a elencarle ci aiuta a mettere a fuoco il cuore del nostro lavoro.

Con questa mia breve analisi del libro di Paul Jarvis vi voglio dare il benvenuto su Self-publishing lab.

Spero di non avervi spaventato!

Mi rendo conto che trattare di argomenti puramente teorici relativi al marketing in generale e all’autoeditoria può risultare straniante o addirittura noioso. Prometto di farlo con parsimonia.

In questa pubblicazione su Medium voglio ritagliarmi uno spazio separato dal mio sito di autrice di romanzi in cui affrontare alcuni argomenti molto pratici relativi all’autoeditoria, diffondere le ultime novità relative ai servizi che utilizziamo per scrivere, pubblicare e promuovere i nostri libri e di tanto in tanto, come ho fatto oggi, proporvi la mia opinione su libri di non-fiction dedicati al nostro mestiere o applicabili allo stesso.

Non so voi, ma io amo leggere questo tipo di libri, sia quelli che mi forniscono informazioni pratiche, sia quelli che hanno più che altro lo scopo di ispirare il lettore e ai quali mi piace dare una mia interpretazione personale a mio uso e consumo, in questo caso relativo all’autoeditoria. E che ovviamente può tornare utile anche a voi.

Spero, insomma, di riuscire a offrivi qualcosa di interessante e, appunto, utile.

Come qualcuno di voi saprà, ho anche pubblicato il mio primo libro di non-fiction, che si chiama proprio “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”.

A questo proposito, vi voglio dare un assaggio di quello che sarà il suo contenuto.

Esso è costituito da cinque parti:

  1. Introduzione al self-publishing;
  2. Il self-publisher nel ruolo di autore;
  3. Il self-publisher nel ruolo di editore;
  4. Il self-publisher nel ruolo di imprenditore;
  5. Interazioni con l’editoria tradizionale.

Il tutto racchiuso in un libro di oltre 139.000 parole, che si traducono in 488 pagine, in cui illustro questo modello editoriale, fornendone una panoramica completa, che può risultare utile sia al principiante assoluto che ad autoeditori con diversi gradi di esperienza, e che magari permetta di farsi una chiara idea sull’argomento anche a chi ne è semplicemente incuriosito.

Nel prossimo articolo (alla fine) entrerò un po’ più nel dettaglio riguardo alla prima parte.

Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” è disponibile sia in formato ebook che in edizione cartacea.

Ecco tutti i link ai retailer dove potete acquistare il libro:

Amazon: https://amzn.to/2WZsHkc (anche in edizione cartacea)
Kobo: https://bit.ly/SPLABkb
Apple Books: https://bit.ly/SPLABapl
Google Play Libri: https://bit.ly/SPLABgp
Mondadori Store: https://bit.ly/SPLABms
laFeltrinelli: https://bit.ly/SPLABlf

Il libro è inoltre acquistabile su Smashwords, in Svizzera nel circuito Tolino ed è disponibile gratuitamente per la lettura agli abbonati di Scribd.

Inoltre, ho anche deciso di offrire una newsletter che faccia da complemento a questo blog, senza sovrapporsi in alcun modo a esso.

Si chiama Self-publishing news.

Avrà una cadenza aperiodica a tratterà in maniera breve argomenti diversi da quelli proposti in queste pagine, principalmente notizie e informazioni pratiche.

Inoltre, ciò vi permetterà di avere un contatto diretto con me per farmi delle domande specifiche, semplicemente rispondendo ai miei messaggi.

E allora, cosa aspettate?

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Provate.

Ci vediamo dall’altra parte!

[I link ad Amazon contenuti in questa pagina fanno parte del programma di affiliazione e mi fanno guadagnare una piccola percentuale sull’eventuale acquisto.]

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Rita Carla Francesca Monticelli
Self-Publishing Lab

Italian science fiction & thriller author, scientific & literary translator, biologist, educator, dreamer. 🇮🇹: www.anakina.net EN: www.anakina.eu I ❤️🎾