La tecnica del pomodoro

Aumentiamo la nostra produttività per scrivere e promuovere meglio i nostri libri

Rita Carla Francesca Monticelli
Self-Publishing Lab
6 min readMay 10, 2020

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Che si tratti di scrivere, di lavorare alla revisione del libro o di promuoverlo, il lavoro dell’autoeditore è spesso uno slalom tra le insidie del desiderio di procrastinazione e di tutti quei pensieri o eventi nella giornata che sono in grado di minare la nostra concentrazione. Spesso non si tratta di avere o meno il tempo per dedicarci al nostro libro, ma di sfruttare questo tempo nella maniera giusta. In altre parole ciò di cui abbiamo bisogno è una certa disciplina.

Il problema è che è facile parlare di disciplina, ben altra faccenda è passare alla pratica. Abbiamo bisogno di strategie che tengano lontane le distrazioni, l’ansia da prestazione e la nostra avversione nei confronti di certe attività da svolgere.

Una di queste si chiama tecnica del pomodoro ed è stata inventata da Francesco Cirillo, un imprenditore di origini italiane. Il pomodoro cui fa riferimento il nome non è altro che un semplice timer a forma di pomodoro.

In poche parole questa tecnica consiste nello stabilire dei tempi, scanditi da un timer, in cui ci dedichiamo a una specifica attività e altri in cui facciamo una pausa e ci concediamo qualche distrazione.

La tecnica base prevede che, una volta stabilito il compito da svolgere (per esempio, scrivere una certa scena o sezione del libro), impostiamo un timer per 25 minuti. Lo facciamo partire e per quei 25 minuti ci dedichiamo al compito scelto, senza distrarci. Questo lasso di tempo viene definito un pomodoro.

Quando il timer suona, facciamo una pausa di massimo 5 minuti. Per esserne certi, possiamo impostare di nuovo il timer. Dopodiché impostiamo ancora il timer su 25 minuti e facciamo un altro pomodoro.

Dopo aver fatto quattro pomodori e quindi dopo che in tutto sono passate due ore, possiamo concederci una pausa di massimo 30 minuti e poi, eventualmente, ricominciamo.

Chiaramente, se abbiamo a nostra disposizione solo due ore di tempo da dedicare al nostro libro, potremo fare solo un ciclo di quattro pomodori.

Qual è il vantaggio rispetto a mettere il timer per due ore di fila e imporci di usarle tutte per lavorare?

Be’, il fatto è che è praticamente impossibile mantenere la concentrazione su qualcosa per 120 minuti di fila, soprattutto se non siamo allenati a farlo. Se ci pensiamo, sono un’enormità. Ci spaventano. Ed è certo che ci distrarremo più volte durante questo lasso di tempo.

Anzi, se potessimo misurare il tempo in cui non ci stiamo veramente dedicando alla nostra attività nell’ambito di queste due ore, non dovrebbe stupirci che questo raggiunga e superi i 30 minuti, magari persino 45 o 60 minuti. Tra una mail sul computer, una notifica sul cellulare, la nostra mente che si perde in mille pensieri e l’impellente desiderio di fare qualche piccola faccenda in casa (una di quelle che non faremmo neanche morti, se ne avessimo davvero il tempo), il tempo vola che è una bellezza.

Ma, se invece di dover affrontare due ore intere, ci ponessimo dei traguardi più corti, come 25 minuti, forse potremmo riuscire nell’impresa. Magari non la prima volta, ma con la pratica potrebbe venirci spontaneo e, poi, addirittura potremmo riuscire ad allungare questo lasso di tempo in cui lavoriamo concentrati.

Parlare di pomodori può essere esteso al concetto stesso di dedicare un tempo preciso a un’attività. Invece di dire che vogliamo scrivere per due ore, possiamo stabilire di farlo per quattro pomodori. Poi magari ne dedichiamo due alla promozione del nostri libri, e così via.

Ogni volta che finiamo un pomodoro, possiamo indicarlo con una crocetta nella nostra agenda, per esempio, in modo da avere un segno tangibile del nostro impegno, oltre ovviamente al lavoro che ci ritroviamo ad aver fatto in quel lasso di tempo.

La tecnica del pomodoro è comunque solo un modo come tanti per imparare a essere disciplinati. È un punto di partenza. Ognuno di noi può usarla per imparare a imbrigliare la propria mente in un meccanismo semplice e ripetibile, per poi adattarlo alle proprie necessità. I minuti possono diventare 30 o 45 o addirittura, se siamo particolarmente disciplinati, 60. Come pure possiamo modificare leggermente quelli delle pause. Ciò che conta è che rispettiamo i tempi stabiliti, in modo da essere più produttivi e, soprattutto, esserlo in maniera costante.

E ovviamente non siamo obbligati a usare un timer a forma di pomodoro!

Io sul computer utilizzo un programmino gratuito chiamato Hourglass. È un’applicazione portatile, cioè non c’è neppure bisogno di installarla.

Sconsiglio invece di usare il timer del cellulare, a meno che il dispositivo non venga disconnesso dalla rete, poiché l’arrivo delle notifiche porterebbe a distrarsi. Anzi, consiglio proprio di silenziare lo smartphone e nasconderlo da qualche parte, finché non si arriva a una delle pause.

Conoscevate questa tecnica? Avete mai utilizzato un timer mentre lavoravate a un vostro libro?

Fatemelo sapere nei commenti.

In chiusura di questo articolo, come di consueto, vi illustro il contenuto di “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”.

Oggi vi riporto l’elenco completo degli argomenti della seconda parte, intitolata “Il self-publisher nel ruolo di autore”:

2.1 Ogni autore è un mondo a sé stante

2.2 Come capire se si è fatti per essere scrittori

2.3 Differenze tra l’autoeditore nel ruolo di scrittore e lo scrittore tradizionale

2.4 Elementi di controllo nell’autoeditoria

2.4.1 Genere e sottogenere

2.4.2 Cambiare genere

2.4.3 Lunghezza del testo

2.4.4 Libri gratuiti

2.4.5 Frequenza di pubblicazione

2.4.6 Scelta o modifica della copertina

2.4.7 Modifica del libro e annullamento della pubblicazione

2.4.8 Retailer e prezzi

2.4.9 Programmazione e flessibilità

2.5 Strumenti per scrivere

2.5.1 Programma di scrittura

2.5.2 Scrivener

2.5.3 Programmi per prendere appunti

2.5.4 Cartelle

2.5.5 Back-up

2.6 Prima di scrivere

2.6.1 Non-fiction

2.6.2 Narrativa

2.7 Il tempo per scrivere

2.8 Cercare ispirazione e mettere da parte idee per il futuro

2.9 Leggere!

2.10 Migliorare la propria arte e la propria tecnica

2.11 La scrittura del libro

2.12 Pre-promozione e attività pre-editoriale

2.13 Finanziare il proprio progetto editoriale

2.13.1 Creare un libro a costo zero

2.13.2 Crowdfunding

2.13.3 Finanziarsi con i libri precedenti

2.13.4 Sponsor

2.13.5 Link affiliati e monetizzazione dei siti web

2.13.6 Freemium

2.13.7 Gadget

2.13.8 Seminari, corsi e conferenze

2.14 Come gestire le critiche

2.15 Altri suggerimenti e consigli

In questa parte del libro si affronta l’argomento della scrittura, partendo proprio dalla domanda che ogni (potenziale) scrittore deve porsi: sono fatto per essere uno scrittore?

Cercherò di aiutarvi a rispondere e vi guiderò attraverso quelli che sono gli elementi che distinguono l’approccio alla scrittura da parte di un autoeditore, vale a dire un editore che è anche autore dei propri libri, rispetto a quello di un autore tradizionale.

La prossima volta, invece, vi dirò qualcosa sulla terza parte (sono cinque in tutto).

Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” è disponibile sia in formato ebook che in edizione cartacea.

Ecco tutti i link ai retailer dove potete acquistare il libro:

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Il libro è inoltre acquistabile su Smashwords, in Svizzera nel circuito Tolino ed è disponibile gratuitamente per la lettura agli abbonati di Scribd.

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Rita Carla Francesca Monticelli
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Italian science fiction & thriller author, scientific & literary translator, biologist, educator, dreamer. 🇮🇹: www.anakina.net EN: www.anakina.eu I ❤️🎾