Percorsi di pubblicazione

Come vengono pubblicati oggi i libri

Rita Carla Francesca Monticelli
Self-Publishing Lab

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Anche se questo blog si concentra sull’autoeditoria, ho pensato di fare un passo indietro e dare un’occhiata a tutti i percorsi di pubblicazione che sono offerti al giorno d’oggi a chi ha scritto un libro. A darmi l’idea è stato l’articolo, e relativo schema, pubblicato da Jane Friedman l’anno scorso che potete trovare a questo link (lo schema in pdf si può scaricare direttamente da qui).
L’analisi della Friedman ovviamente si basa sul mercato anglofono, ma alcuni concetti di base si ritrovano in tutto il mondo, inclusa l’Italia, dove però cambiano in maniera sostanziale gli aspetti economici, a causa delle dimensioni inferiori del nostro mercato proprio dal punto di vista economico. Ho deciso quindi di basarmi su questo schema per crearne uno diverso, semplificato, che si adatta di più alla realtà italiana.

Essenzialmente le possibilità a nostra disposizione per far arrivare un libro ai lettori sono le seguenti:
1) editoria tradizionale;
2) editoria ibrida;
3) editoria a pagamento;
4) autoeditoria assistita;
5) autoeditoria;
6) pubblicazione sui social.

L’editoria tradizionale consiste nella concessione da parte dell’autore dei diritti per un certo lasso di tempo a un editore, che si occupa della creazione del prodotto editoriale, della sua commercializzazione e promozione.
Questa è una definizione molto generica, poiché ci finiscono dentro il grande editore come pure l’associazione non a scopo di lucro che pubblica libri. In tutti i casi i soldi, se ci sono, vanno dall’editore all’autore e mai nella direzione opposta, e ciò è l’elemento che contraddistingue l’editoria tradizionale da un certo tipo di editoria ibrida e soprattutto da quella a pagamento. C’è poi tutta una gradazione di dettagli che riguardano gli altri aspetti.
Primo fra questi è l’anticipo, che, se presente, si osserva nella grande e al massimo media editoria, e raramente viene recuperato completamente dalle vendite, quindi tende a corrispondere tutti i soldi che l’autore vedrà per quel libro. Purtroppo sempre più spesso l’anticipo non esiste anche nella grande editoria o, se c’è, è quasi simbolico.
C’è poi da considerare il rapporto di collaborazione che si stabilisce tra l’editore e l’autore. Più l’editore è grande, meno l’autore ha voce in capitolo durante la creazione del prodotto editoriale e la sua promozione.
Un altro elemento importante è la distribuzione. Di solito, un editore tradizionale pubblica i libri sia in formato ebook che in edizione cartacea, e quest’ultima è primariamente stampata in offset e distribuita in libreria. Per il grande editore questo aspetto è ancora cruciale. Per gli editori sempre più piccoli diventa difficile, se non impossibile, esporre i libri negli scaffali delle librerie, ma in linea generale il più delle volte è possibile ordinarli, almeno in un certo numero di librerie.
Infine, un accenno va fatto alla promozione, che purtroppo talvolta anche per la grande editoria è minima e richiede un impegno da parte dell’autore. Man mano che si scende verso la piccola editoria, questo impegno diventa sempre più essenziale.

In questo gruppo inserisco anche Amazon Publishing, che è un editore tradizionale, ma che presenta alcuni limiti, tra cui quello più grave è l’assenza totale della distribuzione nelle librerie. Il secondo limite è che l’edizione ebook è in vendita esclusivamente su Amazon.

L’editoria ibrida è un tipo di editoria tradizionale in cui ancora i soldi si spostano dall’editore all’autore, ma, oltre a non esserci mai anticipo, si verificano situazioni particolari.
Per esempio, la pubblicazione potrebbe avvenire (se avviene) tramite un progetto di crowdfunding. L’editore, pur non chiedendo soldi all’autore, non investe sul libro o investe pochissimo su di esso, finché non ha un altro tipo di copertura, cioè non si assume il rischio d’impresa.
All’interno dell’editoria ibrida si vanno a inserire anche certe collaborazioni alla pari tra autoeditori e piccoli editori tradizionali per la pubblicazione di edizioni speciali. In questo caso l’autore, che è un autoeditore (quindi un editore a tutti gli effetti), collabora alla pubblicazione anche dal punto di vista economico insieme all’editore tradizionale, ma in virtù di ciò non concede a quest’ultimo i diritti in maniera esclusiva e divide con esso gli introiti.

Nell’editoria a pagamento, invece, i soldi vanno subito dall’autore all’editore. In pratica, l’autore paga l’editore affinché pubblichi il suo libro, concedendogli contestualmente in esclusiva i suoi diritti per un certo lasso di tempo. L’editore in questo modo non è affatto stimolato a promuovere il libro, poiché ha già guadagnato ciò che gli interessava dall’autore, quindi sta a quest’ultimo promuoverlo, pur sapendo che percepirà tramite royalty una parte ridotta dell’incasso relativo alle vendite.

Nell’autoeditoria assistita, l’autore si rivolge a un servizio di pubblicazione da cui acquista una serie di pacchetti per la trasformazione del manoscritto in prodotto editoriale, per la sua pubblicazione, distribuzione e promozione. Talvolta si può trattare di un unico pacchetto in cui c’è tutto, altre volte solo di alcuni servizi. In ogni caso, è il servizio che li fornisce, invece che essere l’autoeditore ad andare a cercare uno per uno questi collaboratori.
Chiaramente ciò semplifica il lavoro all’autoeditore, ma può comportare due problemi:
- il collaboratore offerto potrebbe non essere quello giusto per l’autoeditore;
- la presenza di un intermediario fa lievitare notevolmente i costi.
Il risultato potrebbe quindi non essere il migliore possibile, considerando l’entità della spesa.

L’autoeditoria vera e propria la conosciamo già: in essa l’autore e l’editore sono la stessa persona. In questo modello editoriale l’autoeditore gestisce in maniera autonoma tutte le figure professionali necessarie per la trasformazione del manoscritto in prodotto editoriale, pubblica quest’ultimo, lo fa distribuire e lo promuove. A questo scopo sceglie una per una tali figure, le valuta e se vanno bene ci collabora, ma può decidere in qualsiasi momento di interrompere la collaborazione. Interloquendo direttamente con questi collaboratori, trova il mondo di ridurre la spesa il più possibile, senza compromettere la qualità. Inoltre, anche se utilizza delle piattaforme per la pubblicazione, queste tendono a essere gratuite o a far pagare delle tariffe ridotte.
Alcune di queste piattaforme potrebbero offrire in aggiunta dei servizi opzionali a pagamento, come editing, impaginazione e così via, ma anche aspetti della distribuzione come la possibilità di avere un numero limitato di copie in certe librerie (con cui raramente si ha un ritorno economico sull’investimento), che sono tipici dell’autoeditoria assistita. Sta all’autoeditore decidere di farne uso o meno.
La differenza con l’autoeditoria assistita talvolta può essere sottile. La discriminante è la spesa totale della pubblicazione, che tende a essere relativamente più bassa, se si acquistano al massimo uno o due servizi dalla piattaforma in cui si pubblica, mentre la maggior parte delle altre attività vengono gestite in autonomia rivolgendosi al collaboratore che offre il migliore rapporto qualità-prezzo, senza intermediari.

Si tratta comunque spesso di un gradiente meno netto rispetto a quello tra le altre tipologie di pubblicazione, soprattutto se si estende il discorso alla promozione.
Pensiamo alla possibilità data a chi pubblica attraverso Amazon KDP di accedere alla piattaforma di annunci pubblicitari Amazon Advertising. C’è chi la definisce addirittura un pay-to-play, poiché, anche se pubblicare è gratuito, per avere visibilità all’interno del retailer si deve pagare la pubblicità.
Per fortuna, per vendere i libri su Amazon non è essenziale essere visibili dentro il retailer. Volendo, ci si può concentrare sull’inviare dall’esterno possibili acquirenti dei nostri libri, usando altri servizi pubblicitari o attività promozionali di altro tipo, e sperando così di aumentare in maniera indiretta la nostra visibilità organica.

Infine, resta il quinto gruppo, quello dei social di scrittura, come Wattpad. Qui lo scopo è raggiungere direttamente il lettore, senza ottenerne un ritorno economico, anche se spesso questi siti possono essere un punto di partenza per poi rivolgersi a uno degli altri percorsi di pubblicazione sopra descritti.

Conoscevate tutte queste possibilità?
Quali avete usato finora?
Se vi va, fatemelo sapere nei commenti.

In ogni caso, ancora prima di imbarcarsi in un percorso di pubblicazione, è necessario conoscere il mercato e le caratteristiche di ogni percorso, in modo da compiere una scelta informata e non pentirsi dopo.

Una delle cose che il mio libro “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore” cerca di fare nella prima parte è spiegare l’editoria in generale, per poi concentrarsi sull’autoeditoria, in modo da permettere al lettore di capire se è il percorso adatto per lui o per lei.

Per avere qualche informazioni aggiuntiva sul libro, vi consiglio questa videorecensione di Michele Amitrani in una delle dirette su YouTube di Credi nella Tua Storia.

Se invece volete dare un’occhiata all’anteprima, ecco tutti i link ai retailer dove potete trovare il libro:

Amazon: https://amzn.to/2WZsHkc (anche in edizione cartacea)
Kobo: https://bit.ly/SPLABkb
Apple Books: https://bit.ly/SPLABapl
Google Play Libri: https://bit.ly/SPLABgp
Mondadori Store: https://bit.ly/SPLABms
laFeltrinelli: https://bit.ly/SPLABlf
Smashwords: https://bit.ly/SPLabsw

L’ebook è inoltre disponibile gratuitamente agli abbonati di Scribd (https://bit.ly/SPLABSc), ed è acquistabile in Svizzera tramite l’ereader Tolino.

Il libro è aggiornato periodicamente, ma il mercato e gli strumenti disponibili agli autoeditori cambiano di continuo!
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Rita Carla Francesca Monticelli
Self-Publishing Lab

Italian science fiction & thriller author, scientific & literary translator, biologist, educator, dreamer. 🇮🇹: www.anakina.net EN: www.anakina.eu I ❤️🎾