La nostra epoca e il mito di Icaro

Sesto Bene Comune
Sesto Bene Comune

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Questa è la foto di una delle formelle di Andrea Pisano per il Campanile di Giotto sul tema del lavoro umano.
Si intitola “Dedalo o la meccanica”: quale migliore metafora dei nostri tempi se non quella del mito di Icaro, della tendenza all’eccesso, alla voglia di superare i limiti naturali e dominare gli elementi? Salvo poi bruciarsi le ali e precipitare…
Già gli antichi diffidavano dall’eccesso; una saggia diffidenza che si è invece persa e si è trasformata in tempi recenti nella logica del di più.
Cosa c’entra questo con noi? Cosa c’entra con la nostra battaglia per la difesa del territorio e di una migliore qualità della vita? Molto, e non soltanto perché per l’appunto anche di volo si parla (con l’aeroporto nella Piana di Sesto).

Questa logica, propria delle scelte di chi governa, di rilanciare l’economia con le grandi opere, è la logica del di più.

Una logica che vede la soluzione per un territorio decadente e inquinato in un di più, in una occupazione totale dello spazio, in uno spreco totale del territorio; invece che in un difficile lavoro di recupero e riorganizzazione.
Noi pensiamo che la soluzione sia la riqualificazione della Piana come grande parco al servizio del polo scientifico e dei cittadini dell’area.
pensiamo che lo sviluppo per la nostra area non passa dal “di più” ma da un uso diverso del territorio. Per esempio non fare il previsto inceneritore e sostituirlo con un distretto del riciclo che, considerando i rifiuti una ricchezza, vere materie prime, riduca al minimo gli scarti e procuri lavoro senza inquinare e consumare territorio.
E anche: migliorare i collegamenti con l’aeroporto di Pisa evitando di seppellire l’intera piana col cemento di una pista di due chilometri e mezzo.
E’ semplice: la vita delle nostre famiglie a Sesto e nella Piana può migliorare o essere resa impossibile definitivamente;
tutto dipende dalle scelte che faremo e se esse saranno nella logica dell’eccesso o in quella della qualità e dell’equilibrio.
Per noi organizzare il territorio evitando impatti distruttivi è l’unica possibilità per uno sviluppo equilibrato.
Governare la decrescita invece che spremere le ultime risorse è ciò che può segnare la differenza tra planare e precipitare.

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