Foglia morta

Marianna Piani
Shape my Universe
Published in
2 min readApr 30, 2017

La ricorrente marea della follia
ha eroso il tufo e il granito
della tua mente, e i tuoi anni fecondi

sono franati nella corrente
precocemente, scivolando a valle
verso mari sempre più profondi.

Non ti rimane altro ora
che lasciarti andare dietro il vento
come una foglia di castagno, morta.

Cadrai di certo, dopo il volo
in una pozza di fango e gelo,
ma che t’importerà infine, allora:

avrai visto il mondo esattamente
com’è visto dagli angeli e i gabbiani.
La morte rende liberi e sovrani.

Marianna Piani
Milano, 6 ottobre 2015

Il mondo visto da dietro la cortina opacizzante di una patologia mentale, seppure non gravissima e tale da consentirmi una vita quasi “normale”, ha questo carattere fluido, inafferrabile, passando da momenti di strana esaltazione, in cui tutto mi appare possibile, a lunghi periodi di prostrazione profonda, in cui nulla sembra possa risollevarmi dal naufragio, dallo sprofondare nel mio stesso mare di ansia e disperazione.
Ma ciò che più è evidente è la strana dimensione temporale, lo scorrere del tempo, e della vita che al tempo è lagata in modo indissolubile, con un ritmo del tutto inafferrabile, fuori da ogni mio controllo. Credo che ciò accada a chiunque, ma da dentro questa “gabbia” mentale tutto appare ingigantito, reso estremo.
Vi sono attimi che paiono lunghissimi, come se il tempo letteralmente si fermasse, come se ci trovassimo lanciati in un viaggio alla velocità della luce, in cui tutto attorno a noi muta, lasciandoci indietro, congelati nel nostro dolore istantaneo, reso infinito, ripetuto in sé stesso. E vi sono risvegli improvvisi e abbaglianti, in cui tutto pare bloccarsi come in uno scatto fotografico a 1/1000 di secondo, e ci rendiamo conto che un tempo immenso è passato attraverso di noi, che il nostro tempo di vita si è drasticamente accorciato, e intanto noi siamo rimasti fermi, immobili, mentre il tempo ci corrodeva il fisico e lo spirito, trasformandoci nostro malgrado.
Correre a velocità estrema e nello stesso tempo rimanere immobili.
Vedere scorrere il tempo, e non poterlo mai afferrare.
È questo il paradosso di una vita scandita da un “disturbo” così profondamente radicato non nella mia struttura fisica, ma nello spirito, nel conscio e nell’inconscio, in tutto ciò che rende la mia percezione dell’essere.

Eppure, in tutto questo, chi vive in modo così intenso ha il privilegio di non temere la morte. Riconosce nel suo precipitare nel vuoto un volo, un volo che gli consente di comprendere e di conoscere il senso della vita da una prospettiva appunto privilegiata, più lucida e chiara. Per questo la follia e la chiaroveggenza in qualche modo spesso si confondono. Per questo spesso l’espressione artistica, la scrittura, la poesia, si confondono a loro volta con la follia. Per questo in alcuni di noi esse prendono un carattere di urgenza assoluta, ultima e vitale.
Grazie come sempre di cuore per la vostra amicizia.
M.P.

(I republish here from my Blog, but it’s never just copy & paste: writing is always a changing and evolving process. Here the original version of this text. If you wish to know more about me as a woman and amateur writer, I’ll be glad if you visit it.)

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Marianna Piani
Shape my Universe

Incurable romantic, dreamer. Professional illustrator and animator, amateur writer. Lesbian. Vegetarian. Woman ♥ Poetry & Books ♥ http://maripiani.blogspot.it