Frammenti del Commiato di un Condottiero alla sua Regina
Genuflesso, prima di salpare,
baciai l’orlo del tuo manto
mia giovane Regina, giurando
sulla Croce e sul mio Onore
fedeltà in eterno al tuo Nome
e alla tua vergine bellezza.
Partii, senza indugiare, quando l’alba
non era nata ancora, lasciai
questa mia terra sazia, il mio orto
curato con amore disperato,
il roseto e il mio giardino -
senza sapere in fine il mio destino.
Attraversai Oceani traditori
e Mari irati, determinati
a ricacciarmi indietro. Ho veduto
fiamme uscire dai vulcani
tra le barriere coralline; cetacei
immensi come navi
scavalcare soffiando nere onde
che parevano montagne;
dolcissime Sirene cantare
e i loro seni innocenti come gigli
ammaliare i più rudi naviganti;
le burrasche infuriare
e divellere il sartiame, abbattendo
l’alberatura come un mazzetto
di festuche; vidi vascelli
che forse mai sono esistiti
incrociare al largo, alla fine
delle terre, al cospetto
degli dei che governano gli elementi…
Tutto questo ho visto e fatto, mia Regina,
e altro ancora, e più farò
in nome del tuo caro Nome,
solo per amore del tuo sguardo
che indugia benevolo sul mio petto,
scoprendone spietato poi il cuore.
Marianna Piani
Trieste/Milano Dicembre 2015
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