Taffetà

Marianna Piani
Shape my Universe
Published in
2 min readMar 27, 2016

Taffetà

Quell’abitino in taffetà che a sera
indossavo recandomi verso il centro
mi vestiva come una corolla di camelia,
e mi commuoveva come un abbraccio
la carezza della gonna ariosa e ampia
che sfiorava dolcemente il mio polpaccio.

Camminando lungo il viale autunnale
costeggiato di vetrine linde come specchi
mi vedevo come figura di donna fiera
passare avvolta dalle luci scintillanti
della sera, e lo schietto suono dei miei tacchi
farsi strada regalmente tra i passanti.

Il corpetto lineare mi disegnava il busto
come la matita d’un maestro di figura,
ornando il seno di panneggi orientaleggianti
che si tendevano come vele a ogni passo.
Dall’orlo della gonna traspariva pura
la falcata delle mie gambe impazienti:

nel vento il velo impalpabilmente le rivelava
fino al limite della spumeggiante veste chiara,
mentre io come facevo fin da fanciulla
vedendomi riflessa mi chiedevo con pudore
se quella donna che lì vedevo fosse bella,
bella abbastanza da suscitare amore.

Il bianco e il crema mi donavano una luce
che accendeva di innocenza il mio pallore,
ondeggiavano neri della notte i miei capelli
e s’agitavano per provare a catturare il vento
cadenzati dal metronomo dei piedi belli,
e dall’oscillare della pochette — e dal mio cimento.

Come se nulla mi potesse mai fermare
procedevo verso una meta che già scordavo
quale fosse, né che m’importava più di avere,
mi bastava scivolare nel mondo così qual ero
e lasciare che mi giungessero gli sguardi
ammirati — e quelli obliqui o insinuanti.

Quell’abitino in taffetà che mi faceva
come un fiore che sbocciava nella sera,
pura femminea grazia che m’indorava.



Marianna Piani
Milano, 18–21 Dicembre 2014

Essere donna è impegnativo, sembra sempre una corsa in salita, ma ha anche dei lati di ineffabile piacere. Non parlo qui di orgoglio, o di creatività, o di pensiero. Solo di puro e semplice piacere, in piccole, minuscole cose, come indossare un abito che valorizzi il nostro corpo, e attraverso quello, l’espressione della nostra femminilità più intima e autentica.

Una sestina lieve, senza altro intento che il registrare una sensazione di libertà e pienezza, del tutto libera da altro pensiero, come una passeggiata tra le vetrine del centro cittadino.

(I republish here from my Blog, but it’s never just copy & paste: writing is always a changing and evolving process. If you wish to know more about me as a woman and amateur writer, I’ll be glad if you visit it.)

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Marianna Piani
Shape my Universe

Incurable romantic, dreamer. Professional illustrator and animator, amateur writer. Lesbian. Vegetarian. Woman ♥ Poetry & Books ♥ http://maripiani.blogspot.it