La guerra di K.
Il testo che segue è tratto dall’ebook Siria — un diario in tempo di pace (Delos Digital)
La signora K. abitava a Beirut, durante la guerra, e per disgrazia sua e della sua famiglia il loro appartamento era proprio sulla “linea verde”, la strada che divideva le due Beirut in guerra una contro l’altra. La signora K. aveva già due bambine, ai tempi, e non intendeva stare più a lungo in quella zona; ma attraversare Beirut era impensabile, figuriamoci andarsene. Ogni fazione (drusi, sunniti, sciiti, cristiani maroniti e cristiani cattolici, e un’altra decina di fazioni minori) voleva il suo lasciapassare, senza il quale ti rispedivano indietro, naturalmente non senza un lasciapassare di ritorno. Insomma, una trappola per topi da scoraggiare chiunque. Ma la signora K. non ci sta e ne parla con il padrone dell’appartamento, un amico di famiglia, un sunnita con moglie e prole che si è preso a cuore la causa della famiglia della signora K. con la quale esistono da sempre rapporti ottimi. Inizia così a darsi da fare e grazie a conoscenze e agganci giusti, riesce in qualche settimana a racimolare i 13 (dicasi tredici) lasciapassare necessari per superare i blocchi delle fazioni nelle diverse zone di Beirut. Tredici per la signora K. e tredici per lui e la sua famiglia. Sì, perché il padrone di casa, sunnita, ci tiene ad accompagnare la famiglia di cristiani non solo fuori Beirut, ma anche fino al confine, anzi fino a Damasco. Il giorno della partenza è lì, pronto anche lui, con i suoi tre figli e sua moglie, e aspetta sotto casa i suoi inquilini cristiani. Non contento, mette nella macchina dei cristiani una parte della sua famiglia e fa accomodare nella propria auto la signora K. e una delle sue figlie, così da confondere le carte ai posti di blocco: non più sunniti o cristiani, ma semplici persone in due macchine che se ne vogliono andare dal cratere della follia umana.
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