I metaversi e Horizon: verso una nuova era di Internet

Qualche riflessione a caldo dopo la presentazione di Horizon e delle opportunità collegate ai metaversi nel keynote di Mark Zuckerberg a Connect 2021.

Sketchin
Verso il futuro
7 min readOct 29, 2021

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Ieri sera a connect Mark Zuckerberg ha presentato Horizon, il metaverso di Meta — Facebook ormai è solo il nome del social media, non più del gruppo -, e ci ha permesso di gettare uno sguardo su quello che lui stesso definisce come la nuova era di internet.
Una dimensione ibrida, che estende la realtà oltre il fisico e il digitale, costruita con lo scopo dichiarato di connettere le persone, mettendo al centro non la tecnologia, ma le relazioni significative con gli altri, con le situazioni e con i contesti.

Cosa siano davvero i metaversi non è ancora chiarissimo, lo stesso Zuckerberg ha messo in guardia i suoi ascoltatori dicendo che ci si trova ancora in uno stadio larvale e che la loro definizione sarà lenta, lui stesso stima ci vorranno circa una decina d’anni prima che possano essere dati per consolidati.
Quello che è invece evidente e che fa anche venire un po’ le vertigini è come questi estendano il concetto di realtà: non più un mondo fisico e un mondo virtuale ben distinti nelle loro pertinenze, ma anche un mondo ibrido che racchiude in un’unica entità i tratti di ciascuno degli altri due. Più forse qualcosina ancora.

I Metaversi secondo Meta: una dimensione ibrida che estende la realtà e annulla lo spazio

Nei metaversi si potranno vivere pienamente tutte le esperienze possibili nel mondo fisico e nel mondo virtuale. È come se questi annullassero la dimensione dello spazio, lasciando come unica variabile il tempo. È possibile lavorare da casa e in un secondo spostarsi a Cape Town, partecipare a un concerto a Los Angeles anche se ci si trova a Kyoto e fare una vera partita di ping pong anche se gli avversari sono distanti migliaia di chilometri.

Non sarà la piattaforma a determinare il tipo e la qualità delle esperienze, ma la responsabilità è tutta delle persone che le vivranno al suo interno.

Certamente questo offre a noi designer, al mercato e alla società uno spazio di opportunità e di confronto con cui è necessario misurarsi. Nuovi prodotti e servizi, certo, nuove forme di relazione, anche, ma anche nuove regole per stare insieme.

Le caratteristiche della piattaforma

Nel suo intervento, il CEO di Meta ha ribadito con forza che i metaversi saranno a disposizione delle persone, dei creatori di contenuti e delle organizzazioni per farci quel che meglio credono — nel rispetto della sicurezza e della privacy, ça va sans dire.

Tuttavia ha tratteggiato le caratteristiche principali di Horizon e ne ha illustrato, con l’aiuto di alcuni ospiti e colleghi, le opportunità per le persone e per il mercato.

Presenza e addio VR/AR
In primo luogo la sensazione di essere presenti, di essere completamente immersi in uno spazio che simula quello reale: le interazioni con le cose, le situazioni e le persone sono molto simili a quelle che sperimentiamo ogni giorno nel mondo fisico. Si possono spostare oggetti, apprezzare tutte le sottili sfumature della comunicazione non verbale, fare sport, giocare a scacchi, partecipare a concerti con le amiche con un piacere e una sensazione assimilabile a quella reale.
Questo potrebbe portare a grandi trasformazioni, non solo nella socialità, ma anche, per esempio, in come si acquisisce la conoscenza. Vivere esperienze immersive per comprendere davvero la realtà: osservare la struttura della materia, studiare gli esseri viventi anche negli ecosistemi più remoti, vivere da cittadino la Roma imperiale, fare pratica prima di operazioni mediche complesse, o anche per imparare a riparare un motore.
Per fare questo è necessario andare oltre i piccoli schermi a cui siamo abituati, il telefono, il tablet, e cercare mezzi tecnologici che ci permettano di accedere a un nuovo stato della realtà. Il metaverso va oltre la realtà virtuale o la realtà aumentata, crea invece uno spazio ibrido in cui queste ultime si diluiscono.

Avatar e la questione dell’identità personale
Se nei metarversi ci si entra tutti interi, allora la questione dell’identità personale non è una faccenda da poco. Quanto le persone vorranno essere simili a quello che sono nella loro fisicità? Quanto invece vorranno sfruttare di avere una differente identità? L’aspetto dipenderà dalla volontà personale e dal contesto. Sei al lavoro in Horizons Workrooms? Forse è più appropriato scegliere un avatar realistico. In un contesto di gioco o di relax con gli amici come Horizon World si può essere tranquillamente un robot, un elfo o un alieno.
Certo il tema nel keynote è stato affrontato con un taglio giocoso, ma il tema dell’identità e di come gestirla in modo consistente anche in questa dimensione è un campo aperto, e le soluzioni non sono né facili né scontate.

Casa e teletrasporto, oltre la barriera dello spazio
Il metaverso parte dalla persona, dalle sue relazioni più significative e dagli spazi che gli sono più prossimi. Pur potendo muoversi nel metaverso a piacere, come se ci stessimo teletrasportando, il nostro punto di partenza sarà la nostra casa che avrà una controparte nel mondo a venire. (Ma davvero Zuckerberg ha un telescopio astronomico in casa? Diavolo che invidia).
In Horizon Home, la casa sarà il nostro luogo speciale in cui abitare, in cui accogliere gli amici, in cui lavorare se abbiamo bisogno di concentrarci su un progetto o di concentrarci al riparo dalla confusione dei luoghi di lavoro. A cui potremmo sempre recarci con la mera volontà, come se quando ora clicchiamo su un link per aprire un documento.
Oggi sarà una casa, domani un museo o un negozio. In questo ambito si apriranno opportunità immense anche a livello di prodotti e servizi: costruire, affittare, arredare, rinnovare spazi nel metaverso potrebbe diventare benissimo una professione.

Privacy, sicurezza e quadro normativo
Zuckerberg ha ribadito con vigore in diversi punti del suo discorso che stavolta Meta farà le cose per bene, fin da subito. Certo questo rassicura molto i futuri utenti, ma ha anche il sapore di un mettere le mani avanti.Tuttavia il problema non è solo la volontà di rifarsi un’immagine senza le macchie che inquinano e hanno inquinato la reputazione del colosso di Menlo Park, ma apre le porte a un problema più vasto: quanto questa nuova dimensione sarà compatibile con il quadro normativo delle società tradizionali?

Interoperabilità
Uno dei pilastri dei metaversi sarà l’interoperabilità intesa come la capacità delle componenti di questa dimensione di scambiare informazioni tra loro e di essere poi in grado di utilizzarle. Perché il metaverso funzioni come è stato mostrato ieri sera deve essere possibile che le persone vivano esperienze fluide, non a silos, esattamente come nel mondo reale. E questo è uno degli scogli tecnologici maggiori per cui c’è la corsa a chi taglia per primo il traguardo: non solo a chi sarà in grado di fornire l’infrastruttura più flessibile, ma anche a chi rende gli oggetti, i beni e i servizi fruibili in ogni contesto, fisico, virtuale o ibrido che sia.

Beni e servizi per una nuova economia ibrida

Nei metaversi le persone potranno utilizzare tutti i beni e i servizi disponibili oggi nel mondo fisico e in quello virtuale. Suonare il pianoforte così come andare in posta. Acquistare un’opera d’arte o un trattamento di bellezza…Questo tratto fa’ si che i metaversi siano una nuova economia a tutti gli effetti: uno spazio di opportunità per i brand che devono concepire come estendere la propria offerta anche in questa dimensione e allo stesso tempo per chi deve fornire i servizi abilitanti. Sono tantissimi soldi se si pensa che ad oggi Meta ha previsto 150 milioni di dollari solo per sviluppare artefatti con Spark VR. Immaginare di proiettare questo valore a tutte le altre possibili componenti di Horizon fa tremare i polsi.

Natural Interfaces
La visione tratteggiata ieri è stata tutta basata su interfacce naturali, che permettano una relazione con gli oggetti e le persone simile a quella che abbiamo nel mondo fisico: gesti, movimenti, sensazioni. La maggior parte delle esperienze mostrate si basano su tecnologia see through. Di fatto forse uno dei pochi modi per estendere i contesti d’uso e abbattere le barriere all’accesso anche da parte di persone non troppo avvezze alla tecnologia.

Opportunità e nuove responsabilità per il design

Ma come la mettiamo però con i risvolti più sociologici della questione? Non parliamo di comportamenti individuali, ma ci chiediamo se questi metaversi saranno uno spazio elitario destinato ai più ricchi e ai più tecnologici, oppure se, passata la fase di startup in cui l’elitarismo è normale, sarà un’opportunità davvero per tutti.

Di certo i metaversi rappresentano una grande opportunità per l’economia e per il design: come dare forma a prodotti, servizi ed ecosistemi in una dimensione simile, tenendo al centro l’esperienza delle persone? Certamente un dilemma non da poco con cui ci dovremo confrontare nei prossimi anni.

Se la responsabilità di creare un metaverso virtuoso dipende dalle persone, come designer abbiamo una grande responsabilità nel dare forma ad esperienze di valore che, allo stesso tempo, riducano gli spazi di diseguaglianza.

Come studio intendiamo raccogliere la sfida, ormai sono mesi che riflettiamo sulla continuità ibrida e quale migliore terreno di prova?

Se non lo avete ancora fatto e avete voglia di vedere l’intervento di Mark Zuckerberg a Connect 2021 per formarvi un’opinione al riguardo, eccolo qui

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