Lift 2009: cambiamento e futuro

Sketchin
Verso il futuro
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3 min readFeb 26, 2009

Come ogni anno io e Luca siamo venuti a seguire il Lift, la più importante conferenza sull’innovazione ed envisioning in Svizzera. La conferenza è divisa in mezze giornate a tema dove ci saranno presentazioni e spunti da alcuni dei più grandi innovatori al mondo.

Questa mattina è stata dedicata al tema del cambiamento. Il cambiamento come parte integrante dell’innovazione e dell’evoluzione delle tecnologie e delle società.

Ha aperto questa sessione Patrick J. Gyger che ci ha parlato di storie. In particolare di quelle scritte alla fine del 1800 da Jules Verne su come sarebbe stato il futuro; futuro che in buona parte si è realizzato. “Ma dove sono le macchine volanti tanto sognate del 2000?” questa icona futurista che non si pensa essere nel presente è stata in realtà sviluppata nel passato e scartata più volte per motivi economici. Putroppo molte icone del futuro non possono stare nel presente.

Patrick conclude facendoci capire come oggi la tecnologia non è più la salvezza degli uomini sottolineando il fatto che viviamo oramai nei sogni e negli incubi, concludendo con “non dobbiamo perdere tempo in facebook ma studiare la storia del mondo”.

Il secondo intervento è stato quello di Nicolas Nova il quale ci ha fornito un’analisi completa sui fattori che possono portare al fallimento dei progetti innovativi, focalizzandosi in particolare sul fattore umano. Questi i principali fattori indicati:

  • c’è spesso un super ottimismo
  • tendiamo a reinventare la ruota
  • poche differenze percepibili tra i prodotti
  • si pensa troppo vicino o troppo lontano
  • si tende sempre ad andare in quei mercati già saturi dove si conoscono le regole (e ci sono meno costi di ricerca)

Oltre a questi fattori oggettivi Nicolas fa notare un forte distacco da quello che è il mondo reale degli utenti che altro non sono che persone incomprese, diverse dalla massa informe e che hanno sempre più bisogno di interazioni semplici e naturali.

Naturalezza e semplicità sembrano essere le chiavi dell’innovazione ma come può la “tecnologia essere più naturale”?

È difficile capire quali siano i comportamenti naturali perchè purtroppo cambiano con il tempo (quello che è naturale per noi oggi non lo era 100 anni fa). Ci sono sempre state tante idee ben realizzate, ma alcune di queste sono arrivate troppo presto oppure troppo tardi.

Perchè fare queste riflessioni? Studiare gli errori, documentarli e capirli ci da le basi per formulare buone strategie di design.

Successivamente è stato il turno di David Rose (Mit Media Lab e Ambient) con un interessante intervento riguardante i bisogni ed i desideri degli utenti verso quel nuovo mondo che è l’internet of things. Da una parte troviamo le interfacce web tradizionali che richiedono attenzione, dall’altra invece le interfacce attentive (come i cellulari) che pretendono attenzione. In mezzo a questi due poli, si possono posizionare una serie di oggetti utili che attraverso la connessione possono fornirci una serie di informazioni.

Questi oggetti si interfacciano con noi attraverso un’interazione più trasparente, un po’ quella che abbiamo con il nostro orologio da polso. L’idea è quella di creare tutta una serie di “ambient dashboard” che possono aiutarci a conoscere, comunicare, salvaguardarci, creare e muoverci.

Ha chiuso la mattinata Soh Yeong Roh che attraverso una profonda riflessione ha indagato il come ci poniamo con noi stessi e con la società nel cambiamento.

A più tardi con i prossimi aggiornamenti dal Lift ;)

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