Fonte: The Guardian

Questo è un business plan, questa una presentazione, questo un foglio excel, ora uscite fuori e fondate una startup!

Ciccio Rigoli
SLAMwork

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Fa molto figo scrivere “Ceo and founder” sui biglietti da visita. Credo che molti di quelli che fondano una startup lo facciano più o meno inconsciamente solo per questo motivo.

Solo che poi ti accorgi che non basta definirsi CEO per esserlo davvero, e allora cominci a pensare di aver fatto una cazzata. Ma una cazzata grossa, e che forse sarebbe piuttosto valsa la pena trovarsi un lavoro normale che avrebbe fatto contenta anche tua madre, con il cartellino da timbrare ogni giorno, i buoni pasto per andare a mangiare al baretto all’angolo, i capi da rispettare e per cui lavorare fino a tarda notte creando report che leggeranno distrattamente e di cui noteranno soltanto il fatto che il colore che hai usato non è esattamente come lo volevano loro.

Ma una cazzata grossa, e che forse sarebbe piuttosto valsa la pena trovarsi un lavoro normale che farebbe contenta anche tua madre

Poi invece ti accorgi che magari no, che non era questa la vita che volevi tu. E riscopri quello spirito punk che c’era in te anni fa e che ti aveva fatto scoprire che, se avevi qualcosa da dire, bastavano tre accordi per dirli. E che forse era ora di cominciare a impararli ‘sti cazzo di tre accordi e formare una band. Visto però che ormai (forse) sono troppo vecchio per fondare una band, ho deciso di mettere in piedi una punk rock band capitalista.

Primo accordo: avere un’idea ed essere sicuri di quell’idea.

Quando inizi a suonare quasi tutti ti dicono: “Fai veramente schifo”. Stai ore e ore su un accordo gracchiante, ti fanno male le dita, non riesci a tenere il plettro in mano, guardi gli altri andare dritti e sicuri e cambiare accordo come se niente fosse e tu niente, riesci a fare solo blem blem blem fuori tempo. Mi sono accorto che è lo stesso quando fondi qualcosa. Vedi gente che prende un sacco di soldi, che cambia compagnia e raccoglie fondi come se niente fosse, e tu pensi che non ce la farai mai.

Ecco lo sconforto, compagno dei giorni più lieti. O deprimenti, dipende.

Magari è il caso di buttarla ‘sta chitarra, e darsi a cose più interessanti come i videogiochi. O forse no, forse basta darci dentro tutti i giorni e prima o poi quell’accordo che stavi provando a suonare una mattina scopri che riesci a farlo perfettamente, non ci devi pensare, ce l’hai, è tuo. E da lì devi partire. Adesso è tempo di passare al secondo accordo.

Secondo accordo: mettere tutto assieme e vedere se regge

Una volta che hai imparato il primo accordo e ti accorgi che la tua idea gira, la domini, la possiedi, la puoi ricordare anche a occhi chiusi e saltando su una gamba sola, è tempo di passare al secondo accordo: vedere se spostando le dita riesci a ottenere una mezza canzone. Non un disco, ma una canzone almeno sì.

Il secondo accordo che ho imparato io in questo punk capitalismo è mettere assieme un business plan. Sembra molto poco punk, ma in realtà lo è. Serve a capire chi sei, cosa vuoi, a dire agli altri in numeri e lettere qual è la tua idea, in qualche modo a urlare “Eccomi, esisto, voglio che mi ascoltiate e, se è il caso, mi sputiate addosso”. Ci ho messo le mie idee, le velleità ma anche le contraddizioni della mia idea, ho visto se poteva girare e se potevo farmi ascoltare dagli altri, anche senza una bella voce ho detto quello che volevo dire. Se poi avrà successo, si vedrà.

Allo stesso modo, come nel punk e ancora di più nell’hip-hop, ho “rubato” qualcosa agli altri.

Ho preso idee, spunti, letto altre robe simili, e da ciascuno ho preso qualche idea e l’ho fatta mia. Come dice un libro famoso, Ruba come un’artista. E così ho fatto.

Terzo accordo: “cantare” la propria idea agli altri

Hai imparato due accordi? Puoi fare una canzone. Ne hai imparati tre? Puoi costruirci una carriera (come insegnano i Ramones).
Ora che sai suonare tre accordi, che hai messo assieme tutto, che hai scritto la tua canzone, valla a cantare. Ovunque, a chiunque, in ogni modo possibile e immaginabile. Molti ti diranno che fa schifo, molti la ascolteranno, ti daranno una pacca sulla spalla, ti diranno “bella” e poi la dimenticheranno. Alcuni, per fortuna, la ascolteranno e ti diranno “Quando lo fai il disco?”. Ecco, adesso è la stessa cosa in questa bizzarra forma di punk capitalismo. Se la tua canzone, o in questo caso la tua startup ha un senso, troverai qualcuno che vuole sentirla.

Insomma, alla fine sto provando a fare la roba più punk della mia vita: creare qualcosa di nuovo, rischiare tutto con il rischio di bruciarsi (Live fast, die young. Anche se ormai tanto young non sono più), paradossalmente applicare le regole del punk a quello che di più lontano dal punk sembra esserci. Ma i tre accordi li ho imparati, anche a costo di farmi sanguinare i polpastrelli, e ora intendo suonare la mia canzone.

E ora penso proprio che uscirò fuori e andrò a formare la mia band.

La mia band si chiama SLAM. Esattamente come nel punk, sto partendo quasi da zero, ma se pensi che la canzone ti piaccia, puoi darmi una mano a incidere il disco o, meglio ancora, ad avviare questa impresa nel vero senso della parola. Andando su slam.starteed.com puoi partecipare al nostro crowdfunding, che penso sia la parte più punkettona di tutte.
Puoi anche iscriverti alla nostra mailing list per conoscerci meglio e sapere tutto su quello che facciamo.

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Ciccio Rigoli
SLAMwork

Comedian, Book expert, Writer, Dad, Lazy. CEO and Founder at SLAM.