Analisi di criticità metodologiche

Hairstresser
Social Mustard
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3 min readNov 15, 2015

Analisi delle criticità metodologiche emerse durante la lettura dei saggi per il corso di Psicologia della comunicazione mediale.

L’assignment di oggi prevedeva l’individuazione di due criticità metodologiche presenti all’interno degli esperimenti descritti nei diversi paper assegnatici nel corso delle lezioni.
Ecco cosa è emerso dalla mia personale analisi.

  • Paper 1, “Do we look happy? Perceptions of romantic relationship quality on Facebookdi Emery, Muise, Alpert e Le
  1. I partecipanti ricevono un premio per la loro adesione all’esperimento, cosa tra l’altro diffusissima nell’ambito degli studi di psicologia. La ricompensa, che può essere monetaria o di crediti universitari, può sicuramente indurre le persone a partecipare più per scopi utilitaristici che per altro. Si inserisce infatti una variabile che può influenzare il modo in cui i partecipanti aderiscono all’esperimento.
  2. Il campione considerato è ristretto perchè comprende 108 coppie eterosessuali di una piccola università del Canada. Se le caratteristiche del campione sono così particolaristiche, le condizioni perchè l’esperimento sia attendibile e quindi replicabile si riducono.
  • Paper 2: “The function of self-disclosure on social network sites: Not only intimate, but also positive and entertaining self-disclosures increase the feeling of connection”, di Sonja Utz
  1. Il campione anche in questo caso è troppo ristretto: comprende infatti 151 studenti tedeschi, elementi troppo particolari per determinare dei dati attendibili, oggettivi e replicabili.
  2. Il numero di partecipanti si riduce a 60 a causa di numerosi abbandoni. Viene dunque da pensare che l’esperimento sia stato strutturato in maniera troppo complessa oppure che fosse privo di stimoli per i partecipanti.
  • Peper 3: “I Would Like To…, I Shouldn’t…, I Wish I…: Exploring Behavior-Change Goals for Social Networking Sites
  1. La scelta del campione si configura di nuovo come una prima criticità: vengono coinvolti 604 utenti presenti su Facebook, Twitter e Instagram. Tuttavia viene scelto a sorte un solo social su cui effettuare la ricerca, non considerando che un utente potrebbe avere un account su Twitter ad esempio ma non essere particolarmente attivo e trascorrere invece la maggior parte del tempo su Facebook. I risultati di conseguenza risultano falsati, perchè non rispondenti alla realtà, e di conseguenza poco attendibili.
  2. Dall’esperimento vengono esclusi 29 partecipanti perchè non venivano dagli Stati Uniti. Infatti si era deciso di circoscrivere la ricerca agli abitanti degli Stati Uniti, il che limita ulteriormente il campione.
  • Peper 4: “Walk A Mile in Digital Shoes: The Impact of Embodied Perspective-Taking on The Reduction of Negative Stereotyping in Immersive Virtual Environments”, di Nick Yee and Jeremy Bailenson
  1. Campione scarso: i soggetti sono solo 48 studenti
  2. I ricercatori non hanno considerato il background dei partecipanti, cioè non hanno analizzato le credenze e i pregiudizi dei partecipanti nei confronti degli anziani prima dell’esperimento fosse, in modo da riscontrare cambiamenti o non.

Paper 5: “The effect of social factors on user-generated content productivity”

  1. L’esperimento si limita all’analisi dei contenuti generati dagli utenti su Flickr. I ricercatori avrebbero potuto estendere la ricerca a molte altre piattaforme social e di condivisione dei contenuti per ricavare prodotti mediali interessanti ai fini dell’esperimento. Probabilmente focalizzarsi solo su Flickr rende l’esperimento piuttosto limitato in termini di attendibilità dei risultati.
  2. Mancano informazioni relative agli utenti presi in considerazione e soprattutto alle motivazioni per cui è stato scelto Flickr come social di riferimento.

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