Analisi di due video/meme

Giulia Marrix
Social Mustard
Published in
4 min readNov 18, 2015

Facendo parte di una community su Facebook che si occupa di condividere i video e i meme più divertenti che si trovano in rete, ho deciso di interpellare i miei compagni per decretare quali due esempi analizzare per cercare di comprendere le motivazioni e i fattori che li hanno portati a diventare virali.

Dopo vari consulti, ho deciso di riportare come esempi “Volevo dedicare una spaccata” di Lisa Fusco e la pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare” .

“Volevo dedicare una spaccata!” cit.

A porre fine alla nostra estate, nel modo più piacevole possibile (sicuramente non per lei), ci ha pensato Lisa Fusco, la soubrette napoletana che, partecipando al programma televisivo “Mezzogiorno italiano”, si è cimentata in diretta nazionale in quella che lei stessa definisce come “la sua più grande abilità artistica”, ovvero: la spaccata. Purtroppo però qualcosa è andato storto e Lisa Fusco è rimasta a terra senza la possibilità di potersi più rialzare. Il video ha fatto il giro della rete in pochissime ore, diventando l’oggetto di numerosi meme divertenti. Digitando “Lisa Fusco spaccata” su Youtube compaiono tantissimi video della diretta (il primo è stato visualizzato da quasi due milioni di persone) e remix con tanto di canzoni di sottofondo. Ma, il cattivissimo pubblico della rete, non si è limitato a guardare all’infinito il video incriminato. Sono stati creati centinaia di meme che, nei giorni a seguito del fattaccio, hanno popolato le nostre bacheche sui social.

Ma come mai la caduta della soubrette ha fatto il giro d’Italia? Proverò ad analizzare i selettori che hanno favorito i vari step evolutivi del video/meme.

Il video, in realtà, non ha un elevato grado di distintività, in quanto ritrae una persona che cade e la rete è piena di video di questo genere. Secondo me, ciò che rende unico questo video, è il fatto che sia italiano, che sia successo in diretta nazionale e che la malcapitata fosse una soubrette già conosciuta non propriamente per le sue doti intellettuali. Il tutto ha fatto in modo che il video venisse percepito come nuovo e accattivante dal punto di vista contenutistico. Trattandosi di video/meme, sono coerenti rispetto ai media utilizzati (social network) e richiedono un basso sforzo percettivo. Tutti questi fattori hanno permesso un’assimilazione veloce e facile.

Per quanto riguarda la “retention”, i video/meme appaio invarianti nel tempo e con un elevato grado di controllabilità da parte degli utenti che possono ricercarli con facilità sulla rete in pochi secondi.

L’espressione e la trasmissione sono stati molto veloci. Abbiamo di fronte un contenuto ironico, quindi non impegnato sui fronti politici, economici ecc.., che numerose persone hanno deciso di riprendere e di reinterpretare a loro modo, creando così tutta una serie di varianti. Se poi consideriamo che sono dei contenuti digitali e non fisici, capiamo come la trasmissione sia stata così immediata, tanto che non si è parlato d’altro per giorni.

“Se i quadri potessero parlare”, invece, è una pagina Facebook nata qualche anno fa che ha raggiunto, in pochissimo tempo, un enorme successo. L’ideatore ha avuto un’idea geniale: riproporre dei quadri famosi con tanto di frasi in romanaccio come didascalie.

Si comprende subito come l’assimilazione sia stata molto facile. Abbiamo, infatti, elevati gradi di distintività, di novità, di semplicità (essendo tutte delle immagini che richiedono quindi uno sforzo percettivo davvero molto basso), di coerenza percepita dal soggetto, ma anche di formalità: le immagini rispettano i meccanismi del contesto nel quale si trovano.

Anche la retention, ovvero la capacità di ricordo degli utenti, è stata favorita da determinati selettori. I contenuti sono facilmente collegabili ad un ambito ironico ed hipster, in un certo senso (elevato grado di conformità). In più, l’ideatore utilizza parole derivanti dallo slang giovanile, facendo spesso riferimento ai social network, alle mode del momento, ad uno stile di vita che si avvicina molto a quello della maggior parte dei giovani on line. Tutto ciò ha permesso un elevato grado di immedesimazione tra gli utenti e le immagini (espressione) che ha, a sua volta, innescato lo step successivo, ovvero la trasmissione. Le persone hanno dato via ad una condivisione virale perchè le immagini proposte raccontavano un po’ la loro vita, le loro abitudini, con leggerezza ed ironia.

Ad oggi la pagina conta più di un milione di fans, e, di recente, l’ideatore ha pubblicato un libro raccolta delle immagini più divertenti.

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