Analisi di video memes

Nena Pavloska
Social Mustard
Published in
4 min readNov 16, 2015

Harlem Shake

Tutto è cominciato il 30 gennaio 2013 quando il video blogger Filthy_Frank ha caricato su YouTube un video con quattro persone vestite in abiti di lattice che balano una “wild dance” sulla canzone “Harlem Shake” di Baauer.

Il format dei video è live e non-edited, cioè, un’unica inquadratura fissa della telecamera sempre con lo stesso sottofondo musicale: la canzone Harlem Shake. Si tratta di un video semplice i cui creatori sono gli users, in questo caso prosumers. Esso inizia con una persona mascherata che balla da sola ed improvvisamente si aggiunge un gruppo di persone vestite in modo strano (in costumi o anche semi-nudi) che ballano in modo energico e buffo, o meglio che fanno casino ballando.

Il video ha riscosso un notevole successo ed è stato subito replicato da migliaia di persone da tutto il mondo, che inserendo la propria versione dell’Harlem Shake hanno contributo alla sua “spreadability”. E’ diventato uno dei memes più virali negli ultimi anni: già dieci giorni dopo l’upload del video originale, i video memes sono stati carricati perfino 4.000 al giorno, l’11 febbraio esistevano già 12.000 versioni differenti del video, ottenendo un totale di oltre 44 milioni di visualizzazioni.

Però qual è stata la formula del successo di questo gruppo di memes?

Prima di tutto la sua durata di trenta secondi che lo rende molto facilmente guardabile. Nella vita occupata di oggi su internet preferiamo guardare foto, e se è un video per essere attraente deve essere molto corto.

Poi c’è la semplicità di riproduzione: la formula è semplice e può essere ricreata ovunque, serve solo una camera (non deve essere professionale), un po’ di creatività e un gruppo di persone che vogliano fare i “pazzi” davanti alla camera.

“The fact that it is short and easy to replicate, with a consistent format, has been central to its success,” dice Kevin Allocca, YouTube trends manager.

L’elemento centrale nella formula di successo è l’humor — i video hanno lo scopo di intrattenere e di far ridere l’utente, di solito la causa di tale divertimento deriva dal contrasto tra la scena principale,tranquilla, e la seconda dove si può vedere di tutto da gruppi di giovani che ballano fino al pilota Leon Haslam del Team Honda Superbike vestito da zebra.

Finalmente il video ha la componente che Shifman chiama Whimsical content ovvero un certo modo di presentazione che raffigura persone che giocano o che fanno spettacolo, spesso agendo in modo sciocco o irrazionale. Questa combinazione di giocosità umana con la mancanza di contenuto concreto può, infatti, essere considerato come un vantaggio al momento di valutare la tendenza a replicare memes in YouTube: l’utente può imitare lo spirito giocoso, inserendo nuovi temi in base alle preferenze personali.

Ice Bucket Challenge

O quando i memes aiutano per la causa

E’ stata il meme più diffuso di tutti i tempi che ha raggiunto un miliardo di views, superando anche la mania “Harlem Shake”. Solo su Facebook ci sono stati 2.4 milioni di persone che hanno risposto alla sfida mettendo il loro Ice Bucket Video su Internet, mentre ventotto milioni hanno commentano questi video.

Si tratta di una campagna virale lanciata dall’ALS Association (Associazione statunitense contro la SLA) con lo scopo di stimolare donazioni per la ricerca. Una persona è filmata mentre si versa un secchio d’acqua fredda sulla testa e subito dopo nomina altre persone per fare la stessa cosa. I nuovi nominati hanno ventiquattro ore per rispondere alla sfida e fare una donazione all’associazione. La sfida è iniziata negli Stati Uniti ed è stato Mark Zukernberg a riportarla nei social media facendo il video dell’ Ice Bucket e nominando Bill Gates.

Subito dopo, una marea di persone famose, ma anche persone normali hanno cominciato a condividere i loro video di Ice Bucket challenge dagli Stati Uniti l’Ice Bucket Challenge si è diffuso viralmente in tutto il mondo. In Italia il presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Onlus, Massimo Mauro, ha rilanciato l’Ice Bucket Challenge nel mese di agosto 2014.

Come l’idea è diventata meme?

A differenza dell’harlem Shake in questo caso non c’è il membro dello humor, invece ci sono il membro di appartenenza ad una comunità ed anche il senso di solidarietà nell’aiutare in una causa che spingono le persone a ricreare i contenuti ed a condividerli con tutto il mono.

Anche in questo caso la forma del video è semplice: serve una camera non-profesionale ed il coraggio di versarsi addosso dell’acqua fredda.

Il punto chiave nel successo di questa campagna è stato la partecipazione delle persone VIP i quali aumentano la volontà di imitare l’attività, la gente è molto più predisposta a “mimetizzare” quello che fa un personaggio celebre.

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