Nicolò Vallone
Social Mustard
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2 min readOct 1, 2015

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ANALISI PROFILO SOCIAL (con riferimento all’articolo di Sonja Utz)

“La donna del mio amico” non è solo una canzone dei Pooh, ma anche l’oggetto della mia osservazione per la consegna odierna: ho infatti messo sotto la lente d’ingrandimento il profilo Facebook della fidanzata del mio migliore amico. A campeggiare come copertina troviamo una foto di lei col suo ragazzo (il migliore amico di cui sopra), mentre l’immagine profilo ritrae lei insieme alla sua migliore amica. Sono visibili a lato le informazioni principali che il social di Zuckerberg permette di mostrare, compresa la situazione sentimentale… Impegnata, naturalmente. Si delinea un tipico profilo solidamente intrecciato al circoscritto universo relazionale della vita reale, volto a rendere social le proprie passioni condivise con tale universo. Impressione confermata dalla tipologia dei post e dalla ricettività del pubblico (ricerca limitata al mese di settembre, da me ritenuto esemplificativo a sufficienza sulla base della conoscenza diretta del soggetto).

La conferma di quanto ipotizzato prima giunge innanzitutto dalla distribuzione dei “Mi Piace”: di 112 Like totali ricevuti, 38 appartengono complessivamente a 4 persone, mentre il resto è ripartito tra 47 contatti con un numero variabile tra 1 e 4 Like ciascuno. La conferma definitiva arriva dalle tematiche dei post (a prevalere è la passione per il mondo dello spettacolo, declinata in vario modo) e dal fatto che i numerosi commenti siano opera in grandissima parte di questa cerchia di amicizie. Quest’ultimo è un fenomeno facilmente riscontrabile in generale in Facebook: il Like è un gesto immediato, da poter compiere al volo, senza soffermarsi sui contenuti; rappresenta un passo basilare nella comunicazione, una traccia di sé appena visibile, contrariamente al commento, che implica un impegno intellettivo, un impiego di tempo e una relazione comunicativa maggiori.

La media di quasi 1 post al giorno, con una concentrazione disomogenea a periodi di 1–2 giorni in cui vengono condivisi diversi post, è inoltre il segno di una partecipazione al social spontanea ed emotiva, non dettata da strategie e volontà di farsi vedere con costanza, ma al contempo espressione di una personalità che contempla Facebook come parte integrante della propria routine.

Coerentemente con le tendenze evidenziate dalla Utz, i post più popolari sono quelli relativi a eventi positivi e quelli scherzosi e ironici; anche quelli che comunicano tristezza, sono espressi in chiave ironico-umoristica. Quando i post si spostano sul piano della semplice condivisione di spezzoni cinematografici e brani musicali, la popolarità cala leggermente. Il picco è però raggiunto ̶ come avviene per moltissimi account ̶ dalla foto profilo, autentica finestra in cui generalmente si espone alla comunità la propria immagine ritenuta migliore o comunque maggiormente significativa.

Unico elemento che esula dallo schema delineato dalla ricercatrice tedesca è quello legato a un paio di post rispondenti all’identikit di quelli solitamente più popolari, ma con un feedback tipico di quelli meno popolari. Il trait d’union tra essi è l’essere costituiti non da uno stato o da un contenuto foto-video fruibili interamente nell’interfaccia di Facebook, bensì da link a pagine web: un deterrente non da poco in un mondo social permeato da pigrizia e scorrimenti veloci.

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