Are you afraid of the black widow?

Esperimento per indagare il significato dell’informazione sullo status affettivo in Facebook

Ginevra Cautilli
Social Mustard

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Premessa

Gli abitanti della rete non sono solo Millenials. Stando alle statistiche riferite allo scorso anno, dei 936 Milioni di utenti Facebook, circa il 47% supera i 35 anni di età. Tra di essi, seppur in bassa percentuale, troviamo i vedovi, ai quali la piattaforma dedica infatti uno status affettivo apposito.

Proposta

Evidenziare con quale atteggiamento gli utenti si pongono davanti a un profilo che dichiara apertamente il suo status di vedovo/a, in opposizione ad uno, seppur simile, che sceglie di utilizzare la dicitura “single”. In aggiunta, analizzare se la fascia d’età ed il genere sessuale dei profili influenza il giudizio dei soggetti.

Domande di ricerca

Lo status di vedovanza di un utente pone il soggetto con cui interagisce in una condizione di chiusura/ritiro da esso? Questo vale per tutte le età o viene visto come un obbligo da rispettare superata una certa soglia? I vedovi più giovani sono in qualche maniera “socialmente giustificati” se decidono di dichiararsi single?

Procedura e Strumentazione

Vengono creati 36 profili Facebook fittizi, combinando una serie di variabili quali età (35–44, 45–54 e over 55), status affettivo esposto (single o vedovo/a) e caratteristica personale (riservata/o, estroversa/o o con figlia/o/i/e). Questi saranno gestiti da attori, complici della ricerca.

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Comune a tutti è il lutto del proprio partner, avvenuto da più di 12 mesi. Le informazioni aggiuntive vengono selezionate in base al proprio fascicolo, compresa l’immagine del profilo ed altri contenuti recuperati attraverso licenze pubbliche o liberatorie. Sono quindi reclutati 171 partecipanti di cui il 10% vedovi, con età compresa tra i 35 e i 60 anni, equamente distribuiti tra uomini e donne. La ricerca prevede quattro step:

  1. Osservazione dei profili da parte dei soggetti coinvolti;
  2. Far avvicinare e conoscere i partecipati e gli attori per mezzo di dialoghi istantanei (chat). I collaboratori si atterrano a copioni opportunamente stilati dai moderatori dell’esperimento;
  3. Invitare i soggetti a condividere contenuti di diverso genere con una o più persone tra quelle conosciute, mantenendo la possibilità di scegliere di non farlo;
  4. Al termine si chiederà di commentare la personalità di ciascuno degli attori e stilare delle classifiche di preferenza/simpatia, diverse per le tre fasce d’età. In caso sia stato scelto da qualcuno di non condividere nulla con un determinato profilo spiegarne il motivo.

I partecipanti saranno ricompensati economicamente.

Misurazione

Dalla tipologia di contenuti condivisi, dalle conversazioni e dai commenti, come pure tramite le classifiche stilate, si deduce quali sono gli l’atteggiamenti e quali i giudizi degli utenti nei confronti dei profili costruiti. Possiamo quindi analizzare se un utente vedovo (parte del 10% dei partecipanti) prova maggior empatia verso un profilo simile al suo o disdegna la decisione di non rendere ufficiale lo status; scelta che, al contrario, potrebbe essere meglio concepita da un soggetto che non ha subito una perdita. Inoltre, è possibile osservare se sono le donne o gli uomini a soffrire più del giudizio negativo o positivo degli utenti. Infine, capire quanto l’essere genitore risulti una variabile determinante nella costruzione delle opinioni.

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