Claudia

Hairstresser
Social Mustard
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4 min readOct 11, 2015

Capire chi sono attraverso le app

Oggi l’assignment prevedeva l’analisi di esempi di behavior changing design. Confesso di non aver mai avuto grande speranza nei confronti delle app che millantano la capacità di modificare e/o incentivare certi comportamenti nella vita reale. Il motivo principale è la mia totale mancanza di costanza. E’ molto facile che dopo un primo momento di entusiasmo, questo cali vertiginosamente fino ad indurmi l’abbandono totale di qualsiasi attività io abbia pensato di fare. Tuttavia, c’è stato un momento in cui ho deciso di porre rimedio a questa situazione di pantano in cui mi trovato e di dare, conseguentemente, una possibilità alle numerose app presenti nell’Apple Store. I tentativi non sono andati tutti a buon fine, anzi direi quasi nessuno. Ma chi non risica non rosica, dunque valeva la pena fare almeno una prova.

Dunque, oltre alla mia costanza celata chissà dove, ho anche un serio problema di memoria. Mia madre (ma non solo.) direbbe che ho la testa tra le nuvole, perchè mi passa sempre di mente tutto. Ecco perchè mi è arrivato in soccorso WomanLog, un calendario che monitora l’odiatissimo appuntamento mensile di ogni donna con il suo periodo di ciclo. Inserendo alcuni dati, l’app fornisce un data approssimativa in cui l’appuntamento di cui sopra si presenterà. L’ho utilizzata personalmente solo per questa funzione, ma l’app offre anche la possibilità di sapere i giorni di maggiore fertilità qualora si cerchi di avere un bambino. Intuirete facilmente che questa funzione è stata da me scartata ed ignorata a piè pari.
Tuttavia, dal momento che dimenticavo costantemente di aggiornare la data sul calendario ho abbandonato quest’app, preferendo vivere L’Appuntamento mensile sempre con un briciolo di suspanse. Sono tornata quindi agli sgargianti cerchi rossi sul calendario cartaceo, appeso accanto alla porta di ingresso di casa. Un po’ vintage, ma sempre funzionale.

Il secondo tentativo è stato fatto con l’app My Last Cigarette. E’ stata fallimentare in partenza. Lo sapevo già mentre inserivo dati del mio account sull’App Store di Apple. Perchè dunque l’ho scaricata? Perchè sono una fumatrice accanita, mi piace fumare ma periodicamente mi dico che dovrei smettere, per soldi, per salute ecc ecc. Quest’app ti permette di valutare i vantaggi ottenuti dal giorno in cui è smesso di fumare in termini di: soldi risparmiati, percentuale di vita, di mortalità e tutta un’altra serie di rassicuranti informazioni relative allo stato di salute di circolazione, polmoni e cuore. La domanda dunque è sempre “MA PERCHE’ L’HO SCARICATA?!”. Ansia a vagonate. Ho chiaramente cancellato l’app dopo pochi giorni.
Morale della favola per me: se sei fumatrice, fiera, tenace e amante della sigaretta non illuderti di smettere con un’app.

Facendo un resoconto di quanto scritto sopra è emerso che sono poco costante, poco attenta a date e scadenze e fumatrice. A questo quadro aggiungerei la pigrizia nell’attività fisica. Terribile storia. A mia discolpa confesso di non essere sempre stata così, anzi, fino all’anno scorso ero una tenace frequentatrice della palestra. Poi mi sono trasferita a Milano e qualcosa è andato irrimediabilmente storto. Però ho deciso di riprendere in mano la mia forma fisica e, si sa, l’app store è pieno di applicazioni per questo genere di attività.
Il primo approccio è stato con Runtastic, famosissima app per gli amanti della corsa. Ecco, grazie a quest’app ho avuto conferma del fatto che io non sono una di questi. Gli imbarazzanti risultati ottenuti nei primi giorni di tentativi mi hanno in primis distolto dall’idea di pubblicarli su Facebook (torniamo al discorso della gestione dell’identità sul web!) e in secundis da continuare ad utilizzare l’app. Quindi addio corsa.
Ma l’esigenza di praticare attività fisica rimane, sempre. I proibitivi prezzi delle palestre a Milano mi hanno obbligato a trovare metodi alternativi per allenarmi. Ecco dunque che mi è stata suggerita Nike+ Training Club, un’app che presenta più di un centinaio di allenamenti, divisi per obiettivi, intensità e livello di partenza. Grazie a delle modelle della Nike dal fisico GIA’ maledettamente scolpito che praticano esercizi faticosissimi con una facilità disumana ed un costante sorriso stampato in faccia, ho trovato la motivazione per iniziare un programma di allenamento. Nella mia mente pensavo: “Diventerò come voi!”.
Il goal che ho definito è quello di riuscire ad allentarmi almeno 2 volte a settimana autonomamente secondo i programmi proposti dall’app. Sono effettivamente riuscita ad allenarmi per due giorni a casa, complice la singolare mancanza di impegni che mi ha trattenuta tra le mura di casa più tempo del solito. Le notifiche che ogni tanto riportano all’ordine mi hanno aiutato a completare l’esperimento.

In conclusione va detto che spesso gli obiettivi che ci poniamo sono a lungo termine e di solito sottintendono una vero e proprio cambiamento delle abitudini e dei comportamenti. A questo proposito mi vengono in mente due cose:
1. E’ difficile attribuire un cambiamento del genere ad una semplice app, che può sì intervenire e contribuire ma a cui non si può sperare di lasciare l’intera responsabilità della buona riuscita dell’obiettivo
2. Il periodo di analisi preso in considerazione era troppo breve per capire se un’abitudine è stata effettivamente modificata e/o influenzata e che probabilmente bisognerebbe avere una visione di più ampio respiro.

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