Come ho imparato a suonare bicchieri

Due esempi di memi-video

Ginevra Cautilli
Social Mustard
3 min readNov 15, 2015

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Cups

Sebbene Wikipedia mi informi che l’orecchiabile motivetto, tratto da una canzone folk degli anni trenta, fu eseguito a cappella e con l’ausilio di un bicchiere già nel 2009 dal gruppo Lulu and the Lampshades, il suo successo mainstream viene raggiunto grazie alla cover che Anna Kendrick esegue nella famosa scena del film Pitch Perfect. Dal 2012 quindi i rifacimenti della canzone si sono moltiplicati come funghi: spuntano tutorial in tutte le lingue, video più o meno amatoriali di singoli, coppie o gruppi fatti a scuola piuttosto che nelle palestre, con le mani ma anche con i piedi o a testa in giù, con un bicchiere o dieci. Altrettanto presenti gli immancabili video fail delle performance mal riuscite. Anche famosissimi youtuber si sono cimentati nella cup song, alcuni avvalendosi di tecniche di montaggio al fine di ottenere un risultato compiacente. Dopo mesi di tormento arrivano anche video umoristici di chi al supermercato, in macchina o al cinema, ogni qualvolta senta la canzone, si vede costretto a prendere in mano il primo oggetto disponibile e a riprodurne il ritmo sbattendolo dove capita. Gli ingredienti vincenti sono sicuramente la facile memorizzazione del motivetto che lo rendono, di conseguenza, semplice da imitare anche e soprattutto perché ripetitivo (l’intera canzone consta di 4 minuti in cui si replica le stessa unità più e più volte). Per queste ragioni, può riprodursi in forme molto diverse e adattarsi praticamente a ogni contesto: bastano un bicchiere e uno smartphone per diffondere la propria versione amatoriale sui social mentre con un po’ più di organizzazione si riesce a costruire un artefatto più complesso. Il successo è quindi conseguenza diretta del fatto che davvero tutti possono cimentarsi in quest’arte.

A riprova di quanto detto sta il fatto che Pitch Perfect 2, sequel del primo film, è stato promosso proprio sottolineando le tante derivazioni originate da quella scena; evidenziando il numero di views, condivisioni e soprattutto cover generate dagli utenti.

This is Sparta!

Tratta da 300, noto film del 2007, questa clip è stata utilizzata e rielaborata, perlopiù con tono ironico, nei modi più disparati. A far scattare la viralità è sicuramente uno humor di tipo incongruente. Quello che accade spesso nei rifacimenti è infatti l’inserimento di elementi nonsense o comunque totalmente estranei all'interno della scena, che è invece caratterizzata da una forte drammaticità e mascolinità. Ad alimentare la speadability anche la propagazione in internet del fermo immagine di Leonida rabbioso sul quale vengono sovrimpresse diverse frasi dal contenuto scherzoso. Le mutazioni principali che emergono sono incentrate proprio sul volto di Leonida. Infatti, nei video e nelle immagini derivate, troviamo o la sagoma di altri volti impressi su quello dello spartano o, all'apposto, il viso di Gerard Butler estrapolato e stampato sopra qualcos'altro.

A livello di ereditarietà, passiamo dal video modificato all'immagine fino ad approdare alla propagazione dell’emblematica frase “This is Sparta” che circola ormai autonoma nelle forme e nei contesti più vari.

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