COSÌ LONTANI COSÌ VICINI

Ambra Torregrossa
Social Mustard
Published in
2 min readOct 4, 2015

“ Non c’è bisogno di conoscersi da anni o vedersi spesso per avere una grande empatia e questo grazie a Facebook. ”

Prendendo le mosse dalla capitalization theory e dalla humor theory, la presente ricerca si propone di analizzare il profilo di un comune utente Facebook allo scopo di vagliare la correlazione fra la public self-disclosure nei SNS e il senso di connessione alla propria cerchia di amici. L’indagine è stata condotta facendo ricorso al metodo dell’osservazione etnografica. La scelta del soggetto studiato è stata dettata da una ragione eminentemente pratica: il livello di attività e il tempo trascorso dell’utente all’interno della community che ammonta a numerose ore nell’arco della giornata. Per ragioni di privacy abbiamo preferito non rivelare il nome del soggetto osservato. Si tratta comunque di una donna residente in un piccolo centro rurale dell’Italia meridionale che possiede un ottima padronanza delle lingue straniere (francese, inglese e tedesco)

LA RICERCA

L’indagine si è focalizzata innanzitutto su alcune cifre significative: il numero di “Amici” che ammonta a 681, il numero di “Mi piace” che ammonta a 3470 e infine, il numero di gruppi ai quali l’utente è iscritto che ammontano a 108. Quest’ultimi possono essere classificati per argomento in sei categorie:

  1. Arte, archeologia e beni culturali
  2. Musica
  3. Fotografia
  4. Cucina vegetariana
  5. Associazioni ambientaliste e animaliste
  6. Escursionismo

Questi dati costituiscono già un primo indicatore della frequenza d’uso della piattaforma e delle motivazioni sottese al suo impiego. Possiamo presumere che il soggetto studiato si serva di FB essenzialmente per mantenersi informato e coltivare le proprie passioni, stringere amicizia con altri utenti che condividono i suoi stessi interessi.

L’analisi della bacheca sembra confermare queste prime ipotesi. Il numero di post pubblicati dall’utente si aggira, infatti, intorno ad una media di cinque al giorno. I post possono essere raggruppati in cinque tipologie a seconda del contenuto:

  1. Immagini divertenti e immagini artistiche
  2. Brani e video musicali
  3. Fotografie che ritraggono eventi ed esperienze positive, amici, natura e animali, cibo
  4. Messaggi di testo divertenti
  5. Messaggi di testo che comunicano una condizione emotiva ( felicità, tristezza, rabbia, noia)

I messaggi di testo costituiscono la minoranza dei post pubblicati in bacheca rispetto alle prime tre tipologie ed in particolare rispetto alle immagini e alle fotografie che rappresentano senza dubbio la categoria prevalente (la sezione “Foto “ conta ben 3214 immagini). Possiamo quindi inferire che la rivelazione di informazioni più intime sia affidata alla chat privata.

Infine, l’indagine ha preso in esame i feedback degli amici ( “Like” e “Commenti”) che rivestono un ruolo fondamentale dal punto di vista della formazione e del consolidamento dell’amicizia. È interessante notare che gli amici con cui il soggetto interagisce più frequentemente provengono da una città diversa da quella di residenza dell’utente: molti vivono nell’Italia centro-settentrionale o all’estero (molte conversazioni pubbliche sono in inglese).

COCLUSIONE

In linea con la capitalization theory e la humor theory, la ricerca mostra che la public self-disclosure, ovvero la condivisione di messaggi divertenti e di esperienze positive assolve una duplice funzione: da una parte favorisce la self-presentation, dall’altra consolida il senso di connessione con amici lontani.

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