Criticità metodologiche di 5 papers riguardanti la Psicologia Sociale

Elisa La Sala
Social Mustard
Published in
3 min readNov 10, 2015

Dall’inizio del corso di Psicologia Sociale della Comunicazione mediata abbiamo analizzato cinque diversi paper riguardanti diversi aspetti della psicologia sociale. Premesso che ho avuto diverse difficoltà nella ricerca di errori metodologici nei paper legate soprattutto ad una visione piuttosto limitata delle ricerche psicologiche, ho comunque provato a fare delle ipotesi.

1. Do we look happy? Perceptions of romantic relatioship quality on Facebook

Per quanto riguarda questo primo testo, ho trovato alquanto opinabile la scelta di base dell’argomento. A mio parere la rappresentazione su Facebook è spesso soggetta di manipolazioni e tutto ciò che passa sui social è spesso oggetto di un rigoroso controllo. Ovviamente credo che l’eccessiva attenzione ai contenuti postati sui social sia un’accortezza non così estesa, anche se posso supporre che sia sicuramente una pratica usata da alcuni soggetti che hanno partecipato alla ricerca (108 coppie nella prima e 114 studenti nella seconda).

Inoltre credo che il campione utilizzato sia davvero troppo ristretto sia per il target, sia per la cultura di riferimento (da una parte tutte coppie canadesi e dall’altra tutti studenti americani) per poter estendere la ricerca a tutti gli utenti di Facebook.

2. The function of self-disclosure on social network sites: not only intimare, but also positive and entertaining self-disclosures increase the feeling connection

In questo studio il problema maggiore a mio avviso è quello dello strumento usato dalla ricercatrice Sonja Uuz. Viene infatti deciso l’uso di un questionario composto da diverse domande. La durata media del questionario era poco inferiore ad un’ora, motivo per il quale molti partecipanti hanno abbandonato prima della fine, riducendo il campione di oltre il 50%.

Come per il precedente studio inoltre, anche qui il campione utilizzato è molto ristretto. I 151 partecipanti iniziali appartengono tutti ad una università tedesca. Supponendo quindi che il loro background culturale sia abbastanza similare, non possiamo considerare questo campione esaustivo per arrivare a conclusioni che siano più veritiere possibili. Inoltre anche l’analisi basata su un solo social network è abbastanza riduttiva, soprattutto al giorno d’oggi in cui esistono tantissimi social attraverso i quali gli utenti possono rappresentare sé stessi online.

3. I would like to…, I shouldn’t…, I wish…: exploring behavior-change goals for social Networking Sites

Per prima cosa, ai fini di questo studio, vengono prese in esame 604 utenti di tre social network Facebook, Instagram and Twitter, che abbiamo effettuato l’accesso almeno una volta nell’ultimo mese. Questa frequenza di utilizzo, a mio parere, non è abbastanza significativa al fine di comprendere come e se i social network possono influire sui comportamenti degli utenti. Solo successivamente viene specificato che il 73% dei partecipanti accede ai social network almeno una volta al giorno.

Inoltre il questionario sottoposto ai partecipanti non tiene conto delle differenze tecniche e gli obiettivi differenti nell’uso delle tre diverse piattaforme.

4. Walk a mile in digital shoes: the impact of Emodied Perspective-Taking on The Reduction of Negative Stereotyping in Immersive Virtual Enviroments

Credo innanzitutto che questa ricerca abbia delle criticità nella scelta del campione. Scegliendo partecipanti giovani, i pregiudizi verso gli anziani sono strettamente legati ad una cultura di base diversa tra le due categorie. Allargando il target a diversi range di età sicuramente si giungerebbe a delle conclusioni maggiormente veritiere.

Inoltre, come in altre ricerche, i partecipanti sono invogliati a partecipare alla ricerca, dall’ottenimento di crediti extracurriculari. Questo particolare sicuramente favorisce la partecipazione, ma potrebbe incidere sulla reale voglia o sulla reale attenzione dei partecipanti.

5. The effect of Social Factors on User-Generated Content Productivity: evidence from Flickr.com

Prima di tutto credo che nello sviluppo della teoria esplicitata nel testo, il ricercatore avrebbe potuto scegliere una piattaforma maggiormente incentrata sulla creazione di contenuti. Flickr, infatti, è semplicemente una sorta di album online, quindi la creazione di contenuti è limitata al caricamento di fotografie.

Inoltre spesso nel testo viene fatto riferimento alla letteratura o a ricerche passate, senza però spiegare nei dettagli a quali testi ci si riferisce, rendendo quindi un ipotetico confronto o approfondimento molto vago.

--

--

Elisa La Sala
Social Mustard

A 10 anni volevo diventare un mix tra Lilli Gruber e Carla Fracci, a 20 Franca Sozzani e a 30 ho finito le idee.