Dubsmash VS Chubby Bunny

alessandra.cherubini
Social Mustard
Published in
3 min readNov 19, 2015

Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale?Un’idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Si avvinghia, qui da qualche parte. Ma nessuna idea è semplice quando devi impiantarla nella mente di un’altra persona. Ci abbiamo provato. Abbiamo impiantanto l’idea, ma non ha attecchito. Non era abbastanza in profondità? Non è solo la profondità.L’idea deve essere semplice per svilupparsi naturalmente nella mente del soggetto. È un’arte molto sottile.

Inception (Christopher Nolan — 2010)

Un’idea, un concetto.

Così difficile da viralizzare ma impossibile da dimenticare, una volta innescato l’ingranaggio. È questa la caratteristica dei meme, quei contenuti che, se fossimo negli anni ’00, chiameremmo tormentoni: incredibilmente semplici, straordinariamente efficaci. Sono quei video o quelle foto che ti fanno pensare “come ho fatto a non arrivarci prima io?”, che si diffondono e contagiano gli user scatenando un inarrestabile effetto domino in cui a fare da host, da vettore, sono gli user stessi.

La memetica è la disciplina che studia la replicazione, la diffusione e l’evoluzione di questi oggetti, alla base delle quali vi è l’estrema immediatezza della loro replicabilità e capacità di trasformazione cangiante. Ma gli anni ’00, ahinoi, son finiti da un pezzo e ad oggi è importante capire come la memetica funzioni all’interno di internet e dei suoi nuovi media, capire come innescare o come è stato innescato l’infallibile ingranaggio dellaspreadability, capire qual’è il livello di diffusione di un prodotto in termini numerici e temporali.

Due esempi di meme video:

DUBSMASH

Pensavamo di aver toccato l’apice con i selfie e invece noi, generazione di narcisi egocentrici ed egoriferiti, abbiamo prodotto Dubsmash: un’applicazione che permette di registrare un video con la camera frontale dello smartphone in cui mimiamo il labiale di un audio supernoto, da una citazione de “Il Padrino”, al “famoso” discorso in inglese del premier Renzi, per arrivare all’ultima hit di un rapper americano di cui facciamo persino fatica a ricordarci il nome. Talmente virale che è arrivato a stuzzicare i più narcisi di tutti: le celebrities. Sportivi, modelle, attori di Hollywood, popstar: tutti a “memetizzarsi”, replicarsi all’infinito dietro la voce di qualcun’altro, come se le telecamere già puntate su loro stessi non bastassero. E si sa, con dei testimonial del genere, il Dubmash-contagio è assicurato.

CHUBBY BUNNY CHALLENGE

Dal video dell’aspirina nella Coca Cola, al più nobile “Ice Bucket Challenge”: ormai youtube è la culla di sfide impossibili in cui cimentarsi perchè “hai visto cosa succede?” piuttosto che “vediamo se riesco a farlo anch’io”. LaChubby Bunny Challenge è fra queste una delle più demenziali, nonché fra le maggiormente diffuse: consiste nell’infilarsi in bocca un numero crescente di marshmallows cercando di dire una frase difficile da articolare a bocca piena. Buono a sapersi, direte voi, quanta gente potrà mai averlo fatto? Digitando “Chubby Bunny Challenge” su Google e Youtube compaiono risultati di ricerca rispettivamente nell’ordine di 811.000 e 630.000. Per darvi un’idea: la somma gli abitanti di Napoli e Palermo. Sconvolgente! E anche in questo caso a garantire la viralità del video sono: la sua facilità di riproduzione, la disarmante semplicità di contenuto (Freud impazzirebbe alla vista di cotanto materiale di studio sul ritorno alla fase orale infantile) e la sua replicabilità con la possibilità di apportare differenze rispetto all’originale (abbiamo la sfida in coppia, la sfida a riuscire a pronunciare parole diverse, la sfida a riempirsi la bocca di oggetti diversi dai marshmallows). Anche in questo caso abbiamo vettori più che noti: da Ariana Grande a Gwyneth Paltrow, fino al nostrano Frank Matano.

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