Faccio quello che non faccio mai: giocare!

Sara Astorino
Social Mustard
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2 min readOct 10, 2015

Giocare, distrarmi, attivare l’attenzione per questioni che abbiano la sola ambizione di allietarmi, non è da me. Ecco che — per studiare appieno il behavior change — ho scelto come goal l’oggetto ludico, con tutte le sue (piacevoli?) conseguenze. Fatto un giro di ricognizione sulle possibilità messe a disposizione dal dispositivo che più resta vicino alla mia quotidianità — lo smartphone — la scelta è ricaduta su uno dei giochi più utilizzati presenti sulla piattaforma di applicazioni scaricabili da internet.

“Il modo in cui la gente gioca mostra qualcosa del loro carattere. Il modo in cui perde lo mostra per intero.”

E così comincia il mio approccio comportamentale al gioco, vissuto sempre con disinteresse, ma stavolta tinto di una nuance diversa: multicolor, gelatina. Il gioco è indubbiamente accattivate, allieta i momenti morti delle giornate, e per la sua immediatezza d’uso — ossia il passaggio semplice e divertente in un susseguirsi di livelli — è anche motivante.

Questo fa notare che, quando lo strumento che si ha tra le mani sembra funzionare da se, senza richiedere troppi sforzi, la risposta è positiva e coinvolgente.

L’uomo che gioca è libero di calarsi in un realtà separata dal quotidiano, per quanto incerta e improduttiva, rigorosamente fittizia ma carica di regole quasi quanto la vita reale. Evasione, dunque? O appuntamento fisso? Libertà o auto-incatenamento, costrizione?

“L’uomo che non sa giocare, è detto homo de-ludens.”

I ritagli di tempo che sono stati dedicati al gioco — nel corso della mia analisi — andavano oltre quanto avessi mai potuto pensare. L’interesse è cresciuto maggiormente al crescere dei livelli e dei gradi di specializzazione che andavo formando. Non si è mai spenta la nota allegra di approccio al gioco — complice anche un layout colorato e divertente — e le occasioni di applicazione sono diventate sempre più frequenti. Dire che il gioco abbia invaso la quotidianità, almeno nel mio caso, è eccessivo, ma dire che abbia modificato il mio comportamento solito è senza dubbio esatto. Inoltre, nelle dinamiche rimaste inesplorate in questa analisi, avrebbe potuto essere trampolino di lancio per interazioni sociali, fondando discussioni sulle abilità di gioco, e diventando metodo di confronto e apertura. Il fatto di viverlo isolandosi o meno, certo, dipende dalle inclinazioni di ognuno, e un dispositivo del genere può orientare, influenzare, modellare il comportamento, ma di certo non scardinare i tratti unici della personalità.

Proprio per questo, chiedo scusa, ma ora devo andare, ho un altro livello da finire.

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Sara Astorino
Social Mustard

Precisa, energica ed organizzata. Non mollo l'obiettivo finché non lo raggiungo. Unico difetto? PRIVACY obsessed. Ma parliamone.