Foco fino ar cielo

frbonfanti
Social Mustard
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4 min readMay 25, 2016

Community e social factor, come ci si comporta all’interno di una community e perché.

Faccio parte, on-line, di diverse community. Quelle a cui sono più affezionata seguono, di fatto, le principali passioni che ho off line. A due non posso proprio rinunciare: i Muse e Game of Thrones. Essendo reduce da qualche giorno da un concerto dei primi, mi sembra doveroso concentrarmi sulla community di muser a cui son più legata, quella nata attorno alla pagina Facebook “Coro Happy B. Day Matt”.

8 giugno 2010: i Muse sono in concerto a San Siro. Il primo vero concerto della mia giovane vita e una scarica di adrenalina ed emozioni non indifferente. Per entrare in clima, fra i fan è ormai diventata storica questa esibizione qui:

Nelle settimane precedenti al giorno del live, scopro su Facebook la pagina “Coro Happy B. Day Matt” (da ora in avanti semplicemente “il Coro”). Il Coro, composto da un gruppo di fan entrati in contatti sul forum di Muse.mu (il sito ufficiale della band), stava cercando di organizzare la realizzazione di un enorme striscione da appendere all’interno dello stadio e di un coro di auguri per il compleanno di Matthew, il cantante.

L’idea era bella, di complessa realizzazione e incomprensibile per chi non riesca a sviluppare livelli di attaccamento estremo a un fandom: faceva al caso mio. Da che ricordi, è stata la prima community a cui ho preso attivamente parte, senza limitarmi alla sola osservazione. Primo meccanismo messo in atto dai ragazzi del Coro: l’identificazione. Rendersi riconoscibili all’interno del gruppo, firmando ogni post scritto con il proprio nome, e all’esterno di esso. Sin dal primo concerto del 2010 gli admin erano facilmente identificabili attraverso una maglietta con stampato il logo della pagina. È così che, in un assolato piazzale di San Siro, sono riuscita a riconoscere subito a chi consegnare i palloncini che avevo portato per la coreografia che di cui si era discusso sul social network. A tutti piace sapere con chi si ha a che fare, rende più facile instaurare e sviluppare legami e invogliare alla partecipazione. La firma di ciascuno degli admin diventa così una possibilità in più per l’utente di costruire la propria sensazione di appartenenza a un gruppo e conoscenza diretta con i suoi membri e punti di riferimento. La pratica delle magliette, invece, è diventata col tempo una tradizione legata a tutti i fan della pagina: per i successivi concerti si è stabilito di stampare, ognuno per conto proprio, delle magliette con una immagine comune così da riconoscersi l’un l’altro una volta arrivati alla venue del live.

Passato il concerto dell’8 giugno, cosa ha continuato a fare il Coro?

Di fatto è diventato una pagina dedicata alla divulgazione di news, aggiornamenti, materiale fotografico e video sulla band, con un attenzione costante ai live e al commento in diretta delle scalette eseguite (i fan dei Muse sono molto critici da questo punto di vista. Non a caso esiste una pagina “Muser che si lamentano”).

Bio Facebook della pagina Coro Happy B. Day Matthew

Questi sono i momenti in cui si sente più forte la community, perché si crea un confronto e un dialogo serrato fra utenti e utenti, utenti e amministratore, fan di vecchia data e veterani della pagina e nuovi arrivati. Sono anche i passaggi in cui emerge con più forza quel bagaglio comune di linguaggio, memetica e aneddotica che è il vero collante di qualsiasi gruppo di persone. Natalia Ginzburg parlava di “lessico famigliare”, ogni community si basa sullo stesso concetto. La condivisione ci abilita alla partecipazione e ci fa percepire di essere tutti allo stesso livello di coinvolgimento.

All’interno del Coro è consuetudine rivolgere sfottò ai membri della band in romana, scherzare sui denti di Matthew, commentare gli outfit e le scenografie poco sobrie e molto luminose che sfoggiano in video e concerti e tante altre cose. Si è incentivati a scrivere e commentare soprattutto per la ricerca di approvazione, apprezzamento e feedback da parte degli admin o degli altri appartenenti alla community: questo avverrà più facilmente se si riusano e rielaborano tutta questa serie di elementi condivisi. Entrano così in gioco il social factor e la social comparison di cui parlano Hsiao e Wang.

Meme creati dalla pagina Coro Happy B. Day Matt

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