Gente al setaccio.

Come cambia un profilo Facebook.

Lucrezia Savino
Social Mustard
2 min readOct 6, 2015

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Se dovessi descrivere il processo del “trasferimento di sé stessi” su Facebook, direi che funziona un po’ come quando passiamo al setaccio qualcosa: sopra la rete rimangono gli scarti e nella coppa di sotto si accumula quello che mi serve realmente. Credo, in verità, che con tutti i social network funzioni un po’così, solo che al setaccio “passiamo” la nostra persona: quello che del nostro essere riteniamo inutile, stupido, poco interessante o semplicemente privato, lo teniamo per noi. Tutto il resto lo pubblichiamo. Magari lo pubblichiamo proprio così com’è. O magari no.

Il profilo Facebook che ho deciso di descrivere è quello di G. È un mio carissimo amico e lavora da qualche mese per Elita, una sorta di associazione culturale che promuove eventi di un certo spessore (per lo più musicali) a Milano. Da quando G è entrato in questo “sistema”, il suo profilo Facebook è decisamente mutato. Adesso è un uomo in carriera e in quanto tale ogni suo post e ogni sua foto deve essere calcolata e progettata.

Facendo una panoramica generale si potrebbe dire che:

1) ha inserito il controllo dei post in bacheca (per evitare che qualcuno — come me — gli pubblichi foto imbarazzanti);

2) Nessuna relazione sentimentale (quando in realtà è fidanzato da parecchio tempo);

3) Foto del profilo seria. In bianco e nero. Che non cambia da almeno 5 mesi;

4) Niente selfie in bacheca (troppo banali e stupidi per un ragazzo in carriera);

5) Uno o al massimo due post al giorno: solo musica ricercata o riflessioni imparziali con paroloni da Accademia della Crusca;

6) Poche informazioni personali, quelle essenziali a delineare una persona corretta, al passo con i tempi (la moda e gli eventi) e seria.

Poi ripenso a quando, tempo fa, mi chiese di caricare in bacheca un video in cui cantavamo — stonando del tutto — Amore disperato di Nada e mi viene da sorridere.

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