I KNOW MY CHICKENS

sirgiok13
Social Mustard
Published in
3 min readOct 4, 2015

Confrontando il nostro profilo di Facebook alla vita reale quante cose sono comuni?

Cosa ci spinge a mentire? Perché far finta e vivere in una vita basata solo sull’apparenza e i like..?

Tutto nasce dalla considerazione che ognuno ha di se stessi e che paragona con gli altri.

Nell’era digitale che stiamo vivendo, i social possono diventare quindi un (pericoloso?) strumento di confronto con tutte le persone con le quali interagiamo.

Per natura l’uomo cerca di prevalere sugli altri esseri umani; se nell’antichità possedere ricchezze, armi e cavalli più potenti poneva in una posizione privilegiata e di dominio, adesso chiunque, attraverso una connessione internet, può in rete diventare il “re del mondo” e guadagnare rispetto, like appagando il proprio ego e ridimensionando il gap che magari ha verso coetanei, amici ecc..

Tutto ciò però cade quando, staccata la spina, bruscamente si ritorna alla triste realtà in cui si viveva e la visibilità guadagnata cade come castelli di carte al vento.

Questa che vi sto per raccontare è la storia di Gn. un ragazzo senza personalità che dal vivo può anche sembrare “normale” e “tranquillo” al contrario dell’alter ego social, “qualunquista” e “di massa” . (si, condivide TUTTI i post in voga ogni giorno, settimana, quelli delle pagine più seguite per intenderci..)

Partiamo dalle informazioni personali:

lavorare come cameriere nel ristorante di famiglia non ti fa diventare automaticamente socio di questo…

la differenza del significato sociale e semantico delle due parole è abbastanza chiaro, però ovviamente apparire almeno in maniera virtuale socio di un ristorante genera in questo individuo appagamento e fierezza e anche la convinzione di essere più credibile ai nostri occhi.

Passando in rassegna gli eventi ai quali partecipa, adesso vediamo il nostro eroe coinvolto in mostre d’arte e vernissage…. Ma io lo conosco.. L’unico pittore che conosce è Caravaggio solo perché viene citato in una gag di Aldo Giovanni e Giacomo…!

E allora cosa c’è dietro..?? Ve lo spiego io.. Il nostro affezionatissimo in questo momento sta corteggiando una ragazza molto appassionata d’arte.. o almeno è una di quelle che cercano di darsi un tono su Facebook pubblicando e parlando solo di cose di un certo spessore.. Con la tattica dunque di aggiungere sul proprio profilo ogni evento riguardante l’arte Gn. crede di poter finalmente avere possibilità di uscire con la propria amata e portarla perché no nel ristorante del quale è socio.

Ci sarebbero mille altri comportamenti “fastidiosi” di Gn sui social, ma purtroppo solo conoscendolo di persona si riuscirebbero a capire e cogliere.

Partendo però da questi due esempi possiamo analizzare come Gn secondo me può essere preso a modello dell’approccio social cognition secondo Higgins.

Il sé reale di Gn non è altro che una persona senza personalità che cerca nella rete un rifugio e una identità che cambia di volta in volta a seconda di chi frequenta/si relaziona.

Il sé ideale quindi è come Gn vorrebbe essere..ossia, negli esempi visti, una persona ricca(socio di un ristorante) e appassionata d’arte.

Oltre a Gn potrei anche analizzare casi di molte donne che conosco che su Facebook mentono sulla loro età..

preferisco lasciarvi con l’articolo di questa che purtroppo non ha potuto fare altrimenti …

http://www.corriere.it/tecnologia/14_ottobre_14/nonna-114-anni-mente-sull-eta-iscriversi-facebook-2cfa435e-53b7-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml

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