I sentimenti sulla piazza mediatica: a chi serve?

Federica Mappa
Social Mustard
Published in
2 min readSep 27, 2015

I social network, in primis facebook, ci invitano continuamente a fare ciò che facciamo con naturalezza nella vita quotidiana: dare la nostra opinione, su qualsiasi cosa Che lo palesiamo o meno, quando guardiamo una foto o leggiamo delle informazioni, la nostra capacità di giudizio si attiva inevitabilmente. Quando ci compare in home lo status “impegnato/a con”, “In una relazione complicata/aperta con” la nostra curiosità, anche solo fugace e momentanea, si attiva, e, a volte, diciamolo, anche gli sguardi scettici e seccati. Perché se da una parte auto-dichiararsi impegnati con qualcuno potrebbe essere avvertito come sintomo di onestà e fedeltà verso la persona amata ( o presunta tale) d’altra parte, dover dare al mondo dei social dettagli della proprio sfera intima può essere avvertito come inappropriato, fuori luogo e soprattutto non necessario.

Si potrebbe pensare a diverse situazioni per sperimentare la reazione delle persone di fronte allo status sentimentale:

-Esperimento 1: Si sottopongano individualmente 20 ragazzi/ ragazze ( tra i 20 ed i 25 anni)di fronte ad uno schermo di un computer e si chieda loro di visualizzare e commentare apertamente dei profili facebook cercando di delineare, in base a sensazioni iniziali, la personalità della persona indagata. Si provi, poi, a fare la stessa cosa mostrando loro lo status sentimentale di ogni singola persona per vedere se e come quel dettaglio in più (single, ufficialmente impegnata ecc) cambi la loro valutazione. Si potrebbe analizzare anche una percezione collettiva riunendo i 20 ragazzi nella stessa stanza commentando insieme i risultati. Potrebbero, cosi, influenzarsi e potrebbero fare emergere i luoghi comuni di fronte al web e alle sue dinamiche.

-Esperimento 2: si consideri un campione di ragazzi, tra i 18 ed i 28 anni, che visualizzano diversi profili facebook con diverse situazioni sentimentali: dal “ufficialmente impegnata” al “coinvolto in una relazione complicata” al “in una relazione aperta”, “sposato”, “convivente” o addirittura “impegnata con un’amica/amico” e chiedere loro quale di queste risulta più credibile, coerente e in linea con lo stile di un social network. Il tutto magari, evidenziando anche l’eventuale differenza di valutazione in base al genere. Potrebbero essere tentativi interessanti per valutare come e perché la situazione sentimentale su facebook si percepisca in un modo piuttosto che un altro.

Ad ogni modo, stando alle diverse statistiche, si evince che, in media, si ricerca un equilibrio tra il rendere visibile la propria storia, come a dire “non ho nulla da nascondere”, e il non eccedere nel palesare i propri sentimenti con continui cambi di status o foto con il partner ( spesso del mese) o con profili in comune con il/la proprio compagno/a. Questo perché Si rischia di perdere credibilità, di apparire superficiali e quasi destare sospetti in chi osserva da fuori. Insomma, non esagerare perché non serve né alla coppia, se fondata realmente su solide basi, né a chi si ritrova la bacheca intasata di questo ambiguo romanticismo, colpevoli semplicemente di avervi tra gli amici di facebook. Quindi, sì alla visibilità ma con la giusta discrezione.

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