Il giorno in cui decisi di sapere cosa mi spalmavo in testa: l’Alpocalisse!

Elisa La Sala
Social Mustard
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4 min readOct 12, 2015

Navigando tra le cartelle del mio, ormai datato, Iphone mi sono resa conto della quantità di applicazioni che ho scaricato e mai usato. Mi sono soffermata su una carella che avevo rinominato “Salute”, presa da uno slancio improvviso di attenzione per me stessa.

Non sono mai stata una grande appassionata di fitness quindi rimango sbalordita quando vedo ben tre diverse app dedicate allo sport, una con il generico nome Esercizi e due per la corsa ovvero Running di Nike e miCoach di Adidas. Incuriosita le apro, probabilmente per la prima volta, e mi accorgo che effettivamente sono totalmente nuove. L’obiettivo di entrambe è monitorare i progressi sulla corsa dell’utente più o meno attraverso le stesse funzioni. Per qualche secondo ho pensato che una di queste potesse essere l’argomento della mia ricerca, giusto il tempo di guardare le mie sneakers e rimetterle nella scarpiera.

L’attenzione mi è subito caduta su altre due app che da qualche tempo utilizzo quasi giornalmente: Edo e Biotiful.

La prima è una applicazione molto carina, semplice e intuitiva. Lo scopo è quello di istruire gli utenti sul cibo, dando loro informazioni specifiche per ogni alimento. L’indice Edo è un valore, indicato su scala da 1 a 10, che utilizzando anche i colori dal rosso al verde, fornisce un’immediata indicazione sulla qualità del prodotto. La funzione “codice a barre” inoltre rende la ricerca immediata e devo ammettere che spesso mi sono trovata ad usare questa app proprio perché questa modalità mi permetteva di conoscere meglio i cibi anche al momento della spesa, che spesso avviene cinque minuti prima della chiusura del supermercato.

L’app sulla quale mi sono concentrata maggiormente e sulla quale ho decido di basare il mio esperimento è Biotiful. Il concetto alla base è molto simile a quello di Edo, ma applicato ai prodotti di uso quotidiano come cosmetici, creme, profumi ecc. Su consiglio di un’amica farmacista decido si scoprire di più su quello che spalmo addosso. Non essendo mai stata particolarmente attenta alla qualità di questi prodotto, pensavo ingenuamente che un supermercato o un negozio particolare potessero fungere da garanzia.

Mi sbagliavo… Pochi giorni fa dovendo comprare uno shampoo decido di iniziare il mio esperimento. Scannerizzo subito il codice a barre del mio shampoo preferito, che uso ormai da anni, e in pochi secondi tutte le mie certezze di una vita da donna con i capelli lunghi, crollano.

Il mio shampoo preferito ha ricevuto solo una foglia su cinque: panico! Nel giro di cinque minuti, senza neanche accorgermene, entro nel circolo vizioso dei forum e dei blog specializzati dove inizio a cercare informazioni maggiori sul mio shampoo, ma le cose non migliorano. Decido a malincuore di abbandonare il flacone sullo scaffale e provare qualcosa di diverso. Decido quindi di recarmi presso un negozio più specializzato, alla ricerca del mio nuovo shampoo preferito. Non contenta dei consigli della commessa, provo subito a scannerizzare il codice a barre del prodotto appena consigliatomi.

Un sospiro di sollievo è d’obbligo; torno a casa contenta!

Pochi giorni dopo, da brava donna, decido di fare un po’ di shopping di cosmetici e decido di utilizzare nuovamente Biotiful. Decido di provarla sulla mia solita matita per labbra con un po’ di timore; tutto sommato questa volta mi è andata bene.

Quattro foglie su cinque e anche la descrizione dettagliata degli ingredienti non è poi così male. Decido quindi di mettere la matita nel cestello.

Dopo questi giorni di prove posso confermare che con me la Persuasive Technology ha proprio funzionato: il mio vecchio shampoo è rimasto nello scaffale e quello nuovo è diventato il mio nuovo shampoo preferito. Probabilmente l’effetto sarebbe stato lo stesso se un giorno avessi aperto internet e avessi iniziato a cercare informazioni sul prodotto e sui suoi singoli ingredienti, ma perché scomodarsi in ricerche lunghe e complesse quando con una app hai tutto a portata di touch?

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Elisa La Sala
Social Mustard

A 10 anni volevo diventare un mix tra Lilli Gruber e Carla Fracci, a 20 Franca Sozzani e a 30 ho finito le idee.