Arianna Moroni
Social Mustard
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3 min readOct 5, 2015

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IL MIO AMICO E’ JAMES JOYCE…FORSE

C’è un mondo online fatto di status, foto, video, interessi, dove ognuno di noi può condividere una parte del proprio essere. Quanto di noi stessi viene condiviso sui social e che effetto ha sulla relazione con gli altri?

La libertà di scrivere più o meno ciò che vogliamo, però, comporta un rischio: possiamo mostrare elementi che rivelano la nostra vera indole o recitare un parte.

Spesso mi capita di leggere su svariati profili pensieri positivi, foto di meravigliosi cibi che incitano ad uno stile di vita sano, citazioni colte, riflessioni su vari prodotti culturali e poi ancora il risvolto della medaglia, notti brave in discoteca, outfit e fitness tips come se piovesse, post umoristici per gli amici di sempre, e una miriade di lamentele sullo stress e sul tempo troppo caldo o troppo freddo.

Parti di vita comune che ritroviamo più o meno in tutte le bacheche.

Mi sono posta una particolare domanda: chi ha davvero il coraggio di condividere su un social network i pensieri che ci fanno arrovellare le budella? Quei momenti in cui ci immergiamo in un dialogo interiore che forse in pochi capirebbero.

Andrea è un ragazzo di 24 anni, vive a Milano, studia psicologia ed è uno dei cinefili più accaniti che conosca. E’ un gran chiacchierone, forse un po’ egocentrico, ha una piccola cerchia di amici fidati e ama scrivere.

Il suo profilo Facebook è alquanto singolare, a lui non importa il giudizio della gente, pensa una cosa e poi la scrive come se fosse poeticamente rigurgitata dal suo inconscio. Parla di sé e di quello che gli succede con una brutalità tale da destare perplessità nei suoi amici.

Un giorno mi imbatto su questo post:

Il mio stomaco é pieno di cibo (salutare), sono spaparanzato su di un’asse trascinato dalla corrente verso un orizzonte piatto, più lo guardo e più sembra piatto, mi avvicino ma rimane spoglio, senza dettagli, come guardare il nulla.

La mia vita a 24 anni.

Sono senza modelli. Mi manca tantissimo qualcuno vicino a me che sappia fare qualcosa di bello e che mi stimoli, qualcuno da ammirare e da cui imparare. E invece l’orizzonte piatto. Vorrei veder passare Pessoa fuori dalla finestra, scendere a 4 a 4 i gradini e gridargli: Pessoa! Dove vai? Vieni con me! Mi devi spiegare quella cosa dell’eteronomia, creare personaggi e personalità, come facevi? Vieni qui beviti sto scotch e spiega. Voglio farlo anche io, facciamolo insieme, insegnami! Invece fuori piove e Pessoa é morto nel 35'.”

Andrea esprime le inquietudini che tutti i giovani provano almeno una volta nella vita. Uno di quei momenti in cui il mare è piatto, non c’è un alito di vento eppure dentro abbiamo un uragano in tempesta.

La bacheca di Andrea è come un diario in cui si trovano dei flussi di coscienza più o meno elaborati. Chi lo conosce sa che riflettere sull’esistenza e sulla vita è uno dei suoi passatempi preferiti ma nonostante questo troviamo 3 like e un solo commento:

Drogati come tutti i bravi bambini”

Nonostante l’evidente vena ironica, la pubblicazione di stati come questo nell’esempio desta negli amici di Andrea notevole perplessità. Molta più adesione si riscontra in post relativi a riflessioni sui film e momenti condivisi con gli amici.

Mi soffermo ancora su questa tipologia di post e mi chiedo: perché creano in parte una reazione di dissociazione? Abbiamo davvero così paura di mostrare in pubblico il nostro lato più umano?

Diverse sere, che poi si sono trasformate in notti, siamo rimasti a parlare delle nostre paure e speranze, dei nostri sogni e illusioni a conferma del fatto che Andrea nel mondo off-line è proprio così come lo vediamo on-line ma il suo mostrarsi senza veli, come anima nuda e cruda, per i suoi amici è impensabile. Loro non si spingerebbero a tanto, meglio dare un’immagine di sé più normale…o forse meno veritiera.

Arianna Moroni

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Arianna Moroni
Social Mustard

25 years. Located in Milan. Media management degree with a big interest in digital. Writer, fashion, beauty and music lover. Gym addicted. Tireless dreamer.