Il profilo del top runner

Valeria Valentina Mainini
Social Mustard
Published in
3 min readOct 4, 2015

Siamo nell’ epoca dei social, dei computer, dei cellulari, delle smart tv, dei videogames… dicono che noi giovani siamo sedentari, sfaticati, adagiati sugli allori, eppure, la mia pagina facebook è piena di post di amici e “contatti” che viaggiano, sperimentano, fotografano, corrono, fanno sport, vanno in palestra. Insomma, stando a quello che noto su FB, sono circondata da atleti. Da folli che si svegliano alle 5 per andare a correre. Da super palestrati/e che postano i loro selfie davanti allo specchio mentre sollevano pesi dalla portata sovrumana. Da ragazze in tuta super attillata, trucco perfetto, capelli legati con millimetrica precisione, scarpe all’ ultimo grido, abbinamento da sfilata. Facebook è diventata la passerella dello sportivo.

Essendo io stessa una runner, ho molti amici che conosco grazie allo sport. Il che è un bel segnale: lo sport e la fatica che comporta, unisce, crea legami. Quando, però, apro FB vengo bombardata da una sfilza senza sosta di post di Runtastic, RunKeeper, Map my run etc… una noia assurda e, a volte, anche un pugno nello stomaco perché, leggere che tutti i tuoi compagni di corsa si impegnano quasi quotidianamente accumulando chilometri su chilometri, mentre tu ti limiti ad uscire due o tre volte a settimana senza orologio, applicazioni, e ansie da prestazione, ti fa sentire un po’ una runner sui generis.

Così ho deciso di analizzare il profilo di Chiara, una runner coi fiocchi; un profilo il cui contenuto è visibilmente cambiato da quando il soggetto è entrato a far parte di un gruppo podistico. Se prima i post e le foto riguardavano prevalentemente famiglia, amici, contesto universitario e party, ora l’intero profilo ruota esclusivamente attorno a due filoni: corsa e famiglia. (Famiglia nella quale, per altro, tre persone su quattro praticano la corsa).

Risulta evidente che Chiara, attraverso FB, vuole proporre una determinata immagine di sé, risultato di un’interazione sociale con il mondo del running, uno sport in cui la competizione è sì con gli altri ma ancora di più con te stesso, e un’attività che ti porta a riflettere molto sulla tua identità e il tuo modo di essere. Chiara incarna in sé tutti gli atteggiamenti tipici del top runner: il suo profilo straripa di sessioni di Map my run, foto di gare podistiche, post di incoraggiamento e motivazionali, resoconti continui delle proprie performance. Da un’analisi dettagliata del diario, limitata all’ arco temporale di un mese, si contano più di 18 post di Map my Run, con una media di like relativamente bassa. Un maggior numero di like si raggiunge con le foto, sicuramente più immediate e più soggettive rispetto al resoconto statistico della performance. In questo caso è supportata la tesi di S. Utz, secondo la quale i post che più colpiscono e che accumulano un numero consistente di like sono quelli che mostrano non solo contenuti positivi ma anche una self-disclosure approfondita. Le foto, a tal proposito, mirano il bersaglio poiché immediate, soggettive e personali.

Pertanto, tenuto conto del campo sociale con il quale il soggetto entra continuamente in contatto, delle forze che tale ambiente scatena, Chiara fornisce agli utenti FB una percezione del sé sempre estremamente forte e positiva: osservando foto, post e mappatura delle performance sportive, non possiamo che descriverla come una ragazza in forma, che non si lascia abbattere, sempre attiva, competitiva, ottimistica e ambiziosa.

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