Indotti da… chi? cosa? quando?

PERONI01
Social Mustard
Published in
3 min readOct 12, 2015

Esempi di “behaviour changing design”

Il behaviour changing design si occupa di come alcuni artefatti influenzino il comportamento degli individui e le loro decisioni, cioè portano l’individuo ad assumere determinati atteggiamenti senza che ne siano del tutto consapevoli. Spesso pensiamo di aver preso una decisione del tutto indipendente da ciò che ci circonda e in realtà semplicemente siamo stati indirizzati, o meglio, indotti a fare ciò che vuole qualcun altro.

La tecnologia e in particolare i social network ci persuadono in vari modi. Sapendo che il primo obiettivo di un individuo inserito in un ambiente sociale è quello di essere accettato e, possibilmente, ammirato, egli si adegua ad esempio a ciò che piace ad altri suoi amici o condivide ciò che può essere apprezzato maggiormente.

Ma in concreto quali esempi possiamo fare di behaviour changing design?

Uno tra questi può essere la scelta, messa a disposizione da Instagram , di pubblicare contestualmente lo stesso post anche su altre piattaforme, come ad esempio Facebook e Twitter. Questo induce ad utilizzare Instagram come primo mezzo di pubblicazione delle proprie foto proprio grazie a questa funzione.

Un secondo esempio possiamo osservarlo in Facebook nel momento in cui sulla tua home page appare un post di una pagina, di un gruppo o di un evento a cui altri tuoi contatti hanno messo “mi piace” o “parteciperò”. L’utente è invogliato a seguire i propri amici in quest’azione proprio per il principio di condivisione di interessi.

O ancora abbiamo Spotify, un’applicazione che offre musica in streaming e, grazie a una sua funzione, dà la possibilità all’utente di postare direttamente il brano ascoltato su Facebook e informare la cerchia di contatti sui propri gusti musicali. Questo tuttavia può influenzare il soggetto nella scelta della propria playlist: un uomo dei giorni nostri farebbe sapere a cuor leggero al mondo che ascolta la musica dei Cugini di Campagna?

Per capire meglio il funzionamento di questo meccanismo ho deciso di provare personalmente l’applicazione NeuroNation: questa ha come obiettivo il miglioramento delle prestazioni della tua mente, grazie ad una serie di allenamenti personalizzati.

Partendo dal presupposto che l’università ha messo a dura prova la mia memoria ho pensato che questa applicazione potesse essermi utile.

Aprendo l’App mi viene richiesto subito quali siano i miei obiettivi, ad esempio migliorare la memoria, la concentrazione, ottimizzare le performance lavorative o lo studio. In un secondo momento inizio il “test di forma mentale” volto a rilevare le performance della mia memoria, concentrazione e ragionamento (troppo bassi per essere condivisi). Da subito nasce la voglia di migliorare i miei scarsi risultati notando che effettivamente il behaviour changing design ha fatto pieno colpo sulla mia psiche. Tramite sfide a difficoltà crescente l’App si prepone l’obiettivo di migliorare la capacità di adattamento della mente a vari scenari e la sua reattività agli stimoli esterni. Gli allenamenti personalizzati si adattano costantemente ai tuoi progressi. Ogni volta che si completa una fase si sbloccano nuovi esercizi e nuove funzioni.

Grazie a questo assignment me ne torno a casa con un cervello più allenato ma con una nuova dipendenza.

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