Meme = idea + imitazione + diffusione

Valeria Valentina Mainini
Social Mustard
Published in
3 min readNov 19, 2015

Call me maybe

Era il settembre del 2012 quando Carly Ray Jepsen esordì con la canzone tormentone Call me maybe, vendendo 12 500 000 copie. Il video diventò, in brevissimo tempo, virale e raccolse oltre 650 milioni di visualizzazioni su you tube. Essendo stato classificato come uno dei singoli più venduti di sempre, è stato preso a modello da molti altri cantanti, che ne hanno realizzato una cover. Questo video, può essere considerato sia memetico che virale. Virale poichè si è diffuso velocemente e chiunque è in grado di cantichiare un minimo la canzone; memetico perchè ingloba tutte quelle caratteristiche che del meme sono tipiche, cioè:

- la facilità nella memorizzazzione: il testo, infatti, oltre a essere ripetitivo, soprattutto nel ritornello, è facile da ricordare anche per coloro che hanno una misera conoscenza dell’inglese;

- la facilità nell’imitazione: il video è stato replicato più volte, sia da personaggi famosi che da persone comuni, e interpretato da ognuno in modo originale. Il sito web The Daily Beast ha stilato addirittura una classifica con le interpretazioni meglio riuscite di Call me maybe. Tra le reinterpretazioni più note ricordo principalmente quella di Abercrombie e quella di Obama, divenuta popolare raccogliendo oltre 36 000 000 di visualizzazioni su you tube.

- La facilità di diffusione: in breve tempo il video è diventato virale e si è diffuso esattamente come un virus.

Un discorso simile può essere fatto con il tormentone Gangnam style o Happy di Pharrel Williams. Si tratta, in tutti e tre i casi, di un tormentone che ha travolto, almeno una volta, chiunque; sono canzoni semplici da ricordare, facilmente ripetibili e imitabili. In questi video, che sono stati replicati più volte, rimangono ben identificabili i meme, cioè quelle microunità culturali che restano invariabili da video a video, che sono facilmente riconoscibili e che possono essere imitati in maniera immediata.

#superstareyeschallenge

Nel maggio del 2015 L’Oreal Paris, in occasione del lancio del nuovo mascara Superstar by ciglia finte, ingaggia la sfida del secolo a tutte le donne. Riuscire a mettersi il mascara a bocca chiusa. La sfida consiste nel riprendersi mentre si applica il mascara sulle ciglia, tentando di non aprire la bocca e reprimere l’impulso. La campagna #superstareyeschallenge è diventata virale in brevissimo tempo, grazie all’utilizzo dei social, alle nominations (ogni ragazza, infatti, doveva lanciare la sfida a tre amiche), e soprattutto grazie alla partecipazione di icone del fashion come Chiara Biasi e Maddalena Corvaglia. Risultato di questa campagna è stato una sfilza di video divertenti e buffi che hanno permesso a L’Oreal di aumentare le vendite di prodotto e alle ragazze di avere venti secondi di notorietà sulla pagina ufficiale di L’Oreal.

Il contenuto di questo video può essere considerato memetico perchè ogni ragazza sa come si applica il mascara e sa perfettamente che durante l’operazione, inevitabilmente, la bocca si apre . Quindi il contesto nel quale il soggetto si muove è semplice e riconosciuto dal target femminile cui la campagna e la sfida si rivolgono. L’imitazione è inevitabile, così come la diffusione: grazie alla nomination il video diventa virale e mantiene delle caratteristiche fisse da ragazza a ragazza, a cambiare sono le espressioni…divertenti e sicuramente riconducibili a noi donne.

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