Meme?!? What???

Elisa La Sala
Social Mustard
Published in
4 min readNov 18, 2015

La prima volta che ho sentito la parola meme a lezione ho subito pensato a mio fratello; era il modo con cui lo chiamavo quando ero piccola. Il suo vero nome è Emanuele ma per me era semplicemente Meme. È una parola di facile riproduzione per una bimba piccola come ero io, semplice proprio come il fenomeno mediatico che abbiamo analizzato. La parola meme infatti, in gergo digitale, rimanda proprio al concetto di imitazione, ecco perché ho scelto di analizzare questi due fenomeni memetici che mi hanno colpito:

1. “Happy” di Pharrell Williams

Il primo fenomeno di meme che ho voluto prendere in esame è il video musicale della canzone “Happy” di Pharrell Williams. Il singolo, pubblicato nel 2013, oltre alla simpatica e orecchiabile melodia, ha ottenuto un successo planetario per diversi motivi.

Il brano viene inizialmente scelto come colonna sonora del film Despicable Me 2 (Cattivissimo Me 2), nel quale accompagna una scena durante la quale il protagonista canta e balla con vari personaggi mentre sta camminando per strada. Il video ufficiale del brano segue esattamente lo stesso format: si apre con l’artista e prosegue con una carrellata di personaggi diversi che cantano e ballano sulle note della canzone.

In pochissimo tempo il video non solo diventa virale, accompagnato anche dalla creazione di un sito www.24hoursofhappy.com che racchiudeva diversi filmati girati attraverso lo stesso format (uno per ogni ora del giorno e della notte), ma dà il via ad un vero fenomeno social. La rete si riempie vi milioni di video girati sulle note di “Happy”, rappresentando la felicità di persone provenienti da tutto il mondo. Io stessa ho partecipato alla realizzazione di un video con questo format per la promozione di un evento.

Questo video può essere considerato memetico per un motivo semplicissimo: ha attraversato il mondo intero, è stato riprodotto con personaggi, luoghi e azioni diverse ma senza mai modificare la sua natura di base: la canzone in primo luogo e la presenza di persone che ballano esprimendo la loro felicità.

Analizzando il paper “An anatomy of a YouTube meme” di Limor Shifman, possiamo individuare nel video di Pharrell Williams alcune delle caratteristiche che secondo l’autore definiscono un contenuto memetico:

- Presenza di persone comuni. Il concept del video, ma soprattutto delle sue riproduzioni, si basa proprio su questo, ovvero il rendere protagoniste persone totalmente sconosciute.

- Umorismo. Il carattere ironico e umoristico del video è alla base del suo successo. Tra i protagonisti che ballano possiamo trovare sia ballerini semi-professionisti, ma anche soggetti che si dilettano in balli improvvisati e performance volutamente ironiche.

- Semplicità. Alla base del contenuto memetico possiamo anche notare la semplicità della struttura sulla quale è costruito, il che lo rende facilmente riproducibile in mille modi diversi senza allontanarsi troppo dall’originale.

- Ripetitività. Strettamente legato al concetto di semplicità, il carattere ripetitivo del video è dato dalla riproduzione in serie di una stessa unità. Per tutta la sua durata infatti viene ripetuta la scena di uno o più soggetti che ballano sulle note della stessa canzone.

Per quanto riguarda la diffusione di questo fenomeno, essa è potuta avvenire innanzitutto perché l’artista, Pharrell Williams, è famoso in tutto il mondo e considerato uno dei produttori musicali più importanti, ma soprattutto perché la canzone è stata usata come colonna sonora di un film che già con il primo episodio ha raggiunto un successo enorme. Questo ha provocato l’enorme diffusione sia del contenuto originale, che dei video correlati, fortemente spinti e voluti anche dalla casa di produzione.

La replicazione del contenuto memetico è invece basata sulla facilità con cui è possibile produrre tali contenuti, ripetendo gli elementi di base del video originale, ovvero la canzone, diversi personaggi e i loro movimenti.

2. THUG LIFE

Il secondo contenuto che voglio analizzare è il fenomeno nato dall’acronimo derivante da una frase di Tupac (rapper, attivista e attore statunitense) “The Hate U Give Little Infants Fucks Everyone” ovvero THUG LIFE.

Nella definizione data da Urban Dictionary possiamo leggere:

A word Evolved by the late Tupac Shakur. Commonly mistaken for a Criminal. Thug Life is the opposite of someone having all he needs to succeed. Thug life is when you have nothing, and succeed, when you have overcome all obstacles to reach your aim”

Con questa definizione ci si riferisce alle persone che, partendo da zero, riescono a superare le difficoltà, riuscendo ad affermarsi. Col passare degli anni questo concetto ha assunto un significato diverso da quello originale. In particolare l’espressione THUG LIFE viene usata oggi in contenuti memetici in chiave ironica.

I contenuti che troviamo oggi su internet accompagnati dall’acronimo THUG LIFE sono infatti per lo più basati su un personaggio, che può essere una persona o un animale, che dopo una determinata azione viene considerato cool. Ecco perché è sempre raffigurato in pose da “figo”, spesso con gli occhialo da sole, un cappellino o una sigaretta in bocca, mentre il video è quasi sempre accompagnato da un sottofondo musicale rap.

La stessa struttura è stata ripresa in mille contenuti diversi, video o immagini, ma senza cambiare l’idea di fondo data dalla definizione di THUG LIFE, derivante dalla frase originale di Tupac.

Ad essere riprese e adattate al conetto di THUG LIFE, non sono solo personaggi reali o animali, ma possono essere anche scene prese da film, cantoni animato o contenuti già conosciuti.

Anche qui possiamo ritrovare alcuni dei caratteri distintivi di un contenuto memetico individuati da Limor Shifman:

- Presenza di persone ordinarie

- Prevalenza di personaggi maschili

- Umorismo

- Contenuti estrosi

In questo caso ad essere diffuso e replicato è il concetto, la frase che crea poi l’acronimo, resa famosa dal famosissimo rapper Tupac, accostato poi ad una particolare scena che può essere associata all’idea di THUG LIFE.

--

--

Elisa La Sala
Social Mustard

A 10 anni volevo diventare un mix tra Lilli Gruber e Carla Fracci, a 20 Franca Sozzani e a 30 ho finito le idee.