MISFIT: behavior changing design.

Raffaele Ravaglia
Social Mustard
Published in
3 min readOct 11, 2015

È ormai da un anno e mezzo a questa parte che ho acquistato e utilizzo il dispositivo conta-passi (conta-bracciate e conta-pedalate) Misfit e, in quest’ultima settimana, ho deciso di tirare le somme e fornire le mie impressioni.

Il dispositivo si presenta, innanzitutto, con una forma accattivante a mo’ di orologio, il che rende molto pratico e “alla moda” il suo utilizzo.

La prima cosa che bisogna fare è porsi un obiettivo giornaliero, in termini di numero di passi ad esempio. Il software ti dà sempre una mano nel farlo e più volte ti ricorda di essere onesto con te stesso, sia per quanto riguarda l’obiettivo sia per quanto riguarda il tuo peso e altezza!

Ho notato che, dopo aver impostato l’obiettivo, per le prime settimane ho controllato i miei progressi in maniera maniacale una cosa come 30 volte al giorno, forse spinto dalla novità dell’oggetto acquistato o forse dalla volontà di verificare che il dispositivo funzionasse effettivamente nella maniera corretta e di non avere buttato una somma abbastanza consistente di denaro al vento.

Col passare delle settimane questa foga è andata gradualmente scemando, sia per dimenticanza sia perché il dispositivo, per quanto efficiente possa essere, conta i passi anche se muovi il braccio su e giù stando comodamente seduto…non vorrei che queste constatazioni vengano interpretate con malizia!!

C’è da dire che una funzione molto carina del dispositivo è data dalla schermata delle statistiche complessive.

Alla fine il dispositivo è stato, ahimè, un po’ abbandonato nel cassetto del comodino in quanto, secondo me, l’attività proposta manca di innovazione e rischia di diventare monotona.

Ciò che potrebbe renderla più interattiva e divertente è l’aspetto Social del dispositivo. Ogni utente in possesso di Misfit può infatti condividere i suoi progressi e il raggiungimento dei suoi obiettivi in modo tale che tutti gli altri utenti li vedano. Inoltre si possono aggiungere gli altri utenti come amici, tramite opportuna richiesta, per visualizzarne le attività. Ammetto che quest’ultima cosa funziona meglio se si conoscono nel mondo reale le persone cui si invia l’amicizia, onde evitare di passare per lo stalker di turno!

Penso che l’idea di creare un social network specifico per il dispositivo sia stata vincente: in tal modo l’utente non è costretto a pubblicare i suoi risultati tramite altri social già esistenti (magari con il timore di infastidire gli altri utenti che non possiedono il dispositivo) e ha la possibilità confrontarsi con persone che di sicuro condividono il suo interesse per l’argomento.

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