Piccoli politici crescono
Analisi di un profilo Facebook
Qual è lo scopo di un politico? Prendere voti, ovvero ottenere il consenso di più persone possibili. Sui palcoscenici dei comizi questi tentano di convincere i propri elettori ponendo enfasi su discorsi facilmente condivisibili, cercando di diventare un modello e un esempio per i propri cittadini. Forse è proprio in questa chiave che si possono leggere la maggior parte dei profili social: gli utenti, come la figura politica, cercano di ottenere più “like” possibili dalla cerchia dei propri followers condividendo quei post che possano suscitare l’effetto “me too” (anche io voglio andarci, anche io voglio provarlo, anche io…). Come evidenziato anche da Sonja Utz nel suo articolo si preferisce portare sui social quella parte di sé che si crede possa fare colpo sugli altri. Non a caso quando si apre la home di Facebook è difficile trovare post più intimi e personali, i quali risultano infatti meno accattivanti rispetto alle “positive experiences”.
Per trovare riscontro a queste teorie mi è bastato osservare le pagine personali dei miei amici e in particolare ho preso in considerazione il profilo Facebook di Giulia, una ragazza di 23 anni, studentessa universitaria e amante dei viaggi, soprattutto quelli con mete più particolari e meno comuni che possano suscitare un po’ di invidia tra i suoi amici.
Analizzando la sua pagina si nota come Giulia pubblichi quasi esclusivamente foto e video di paesaggi, luoghi e persone che incontra nelle sue avventure.
La sua attività sui social si concentra nei periodi in cui si sposta, sfruttando in piena regola le già citate “positive experiences”, cercando di acchiappare più like possibili e tralasciando ciò che potrebbe ricondurre alla banalità del quotidiano. Il social network diventa per lei lo spazio della spettacolarizzazione, dove poter esibire la parte stravagante ed eccitante della sua vita.
Frequentandola quotidianamente posso affermare che il sé reale e il sé online sono coerenti, entrambi vocati alla ricerca spasmodica del sentirsi unici e del venir considerati “particolari”.