Profilo Facebook: specchio o alter-ego della vita offline?

Marica Di Giglio
Social Mustard
Published in
4 min readOct 3, 2015

Quanto della nostra vita reale pubblichiamo su Facebook? Quanti dei nostri post corrispondono effettivamente al nostro modo di essere e a quello che diciamo/facciamo quotidianamente e quanti, al contrario, sono costruiti, finti e calcolati con l’unico obiettivo di accaparrarsi un buon numero di like?

L’analisi, nata con l’obiettivo di indagare quanto dei materiali pubblicati sui social corrisponde all'identità del soggetto nella sua vita reale, ha come oggetto il doppio profilo Facebook di F.

F. è un ragazzo di 25 anni nato e cresciuto a Torino, città dove vive e lavora attualmente. Ha frequentato la facoltà di “Scienze della comunicazione” dove ho avuto l’opportunità di conoscerlo e di diventare, così, sua amica e collega. F. è un ragazzo apparentemente molto timido ed insicuro ma che, una volta presa la confidenza necessaria, si mostra per quello che è: un ragazzo omosessuale gentile e altruista, molto vanitoso ed un po’ egocentrico che ama attirare l’attenzione su di sé, mettere in piedi divertenti imitazioni e piccoli “show”, fare da consigliere nelle vicissitudini amorose delle sue numerosissime amiche ed intrattenere con bizzarri racconti, il più delle volte inventati.
Se nella vita offline egli si mostra timido e riservato inizialmente e piuttosto sfacciato e sicuro di sé in un secondo momento nell'interazione sociale, sui social, ed in particolare su Facebook, egli da vita a due profili, molto differenti l’uno dall'altro.

  • Il primo corrisponde ad uno specchio della sua vita reale. Qui, infatti, F. riporta foto, post ed informazioni di vario genere relativi alla vita di tutti i giorni: racconta la sua giornata di lavoro, spesso noiosa, la pausa pranzo troppo corta, il tempo che influisce sul suo umore, il lunedì mattina che, troppe volte, si porta dietro i postumi del week end appena passato, condivide la musica che ama e commenta i programmi televisivi che più gli piacciono, esprime pensieri e massime nei suoi momenti più felici o tristi e pubblica selfie che lo vedono al volante, al lavoro, a cena con gli amici, a fare shopping, al mare o con la famiglia.
    Analizzando la sua attività social dell’ultima settimana (lunedì 25 settembre — venerdì 2 ottobre 2015), infatti, emergono post contenenti materiali generici e piuttosto superficiali, in particolare: la partecipazione ad un evento, tre status e due canzoni.
    Nulla di rilevante da segnalare, il profilo Facebook in questione è una fotocopia della vita offline di F.
  • Il secondo profilo mostra M., l’alter-ego di F., che io non conoscevo ai tempi dell’università e che, sicuramente, non conoscono i suoi colleghi oggi. Una premessa è tuttavia necessaria prima di iniziare l’analisi di questo seconda “identità”. F. ha sempre trovato molto divertente travestirsi ed imitare i suoi idoli, da Britney Spears a Mariah Carey, tanto da far diventare questa attitudine un’attività insostituibile per animare le numerose cene organizzate durante il “difficile” periodo delle sessioni d’esame. Il secondo profilo Facebbok ritrae perciò un F. femminile, travestito, M.; esso esiste da tempo ma, se inizialmente veniva usato pur puro divertimento e condiviso unicamente con gli amici omosessuali (io stessa ne ero all'oscuro), in un secondo momento, F. ha reso gradualmente sempre più pubblica questa sua attitudine. Il travestimento non veniva più relegato alle sfilate, ad esempio il GayPride ma, cominciava ad essere esposto anche durante alcune serate nei locali torinesi più famosi. Il profilo Facebook ha così cominciato a diventare più popolare, la cerchia di “amici” si è allargata (vengo inclusa anche io), i materiali pubblicati aumentano a partire dalle foto e continuando con contenuti musicali ed eventi.
    Analizzando la sua attività social dell’ultima settimana (lunedì 25 settembre — venerdì 2 ottobre 2015), infatti, emergono post contenenti foto delle serate, contenuti musicali e partecipazioni ad eventi.
    In questo profilo F. rende pubblica unicamente la sua seconda “identità”, quella che lo vede indossare tacchi a spillo e minigonna, parrucca bionda e ciglia finte.

La corrispondenza dei like/commenti tra il primo ed il secondo profilo è facilmente misurabile. Gli apprezzamenti provengono da un’unica, più o meno ristretta, cerchia di persone che è al corrente della doppia identità di F., nella vita offline ed in quella online.

La teoria del Sé secondo l’approccio Social Cognition è illuminante per l’analisi che si sta svolgendo. Secondo tale prospettiva “la rappresentazione mentale di sé consiste in una cerchia di concetti che a tale costrutto si riferiscono: ciascuno di essi è collegato a un contesto specifico e rappresenta il modo in cui l’individuo ritiene di comportarsi nelle diverse situazioni” ed in particolare è interessante quanto affermato da Higgins sulla ripartizione del Sè. Lo studioso identifica tre diverse dimensioni del Sè: una reale, una ideale una normativa. L’analisi dei due profili Facebook ed il confronto tra essi e quanto vissuto dal soggetto nella vita reale, si inseriscono quasi perfettamente con quanto affermato da Higgins. Per concludere, è possibile identificare ognuna delle tre partizioni del Sè con un elemento della vita off/online di F.

  • Sé reale (come sono) → vita offline. Lavoro, amici omo/eterosessuali, famiglia.
  • Sé ideale (come vorrei essere) →M., secondo profilo analizzato. Serate notturne con gli amici omosessuali, travestimenti ed eccessi.
  • Sé normativo (come dovrei essere) → F., primo profilo analizzato. F. mostra la sua natura “socialmente accettata” pubblicando materiale che lo ritrae a lavoro, con gli amici omo/eterosessuali e con la famiglia.

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