RILEVANZA DELLA PSICOLOGIA SOCIALE PER LO STUDIO DEGLI ECOSISTEMI DIGITALI
Il dialogo tra Lindsay e Ruymin ci presenta un mondo dominato dall’ intelligenza artificiale, dall’ uomo-macchina che finisce col diventare una testa-di-cavo perché la sua mente scorre tra i cavi a conferma che il medium diventa estensione dei corpi e dei sensi. Quello che Ruymin vede e vuole mostrarci è una società di automi che si muovono tra bolle di dati onnipresenti e conducono routine programmate in cui la vita è informazione e non comunicazione. È come se fossero morti senza saperlo. Allo stesso tempo, però, con i media è possibile creare una realtà sociale completa anche se spesso in un tempo e spazio altri. Certo, non è propriamente vivere ma, stando alle parole di Ruymin, si possono raggiungere addirittura livelli di telepatia. Si tratta, quindi, di un confronto/scontro tra l’umano e la macchina: il primo parla ancora di sentimenti, di sua moglie, intende lottare contro le circostanze e riesce ad andare oltre la voce robotica di Ruymin avvertendo un senso di pericolo nelle sue parole; l’altro, invece ha rinunciato alla speranza, alla passione e all’essere umano. Si parlano come due poli destinati a non incontrarsi mai, eppure, sembrano interagire.