Self-Disclosure
& Social Network

C’è coerenza tra l’immagine che abbiamo di noi stessi e quella che comunichiamo agli altri?

Valeria Capettini
Social Mustard
Published in
5 min readOct 2, 2015

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I Social Network sono sempre più importanti nelle relazioni con gli altri, e spesso rappresentano una vera e propria vetrina che usiamo per dare una certa immagine di noi stessi, attraverso la condivisione di una grandissima quantità di informazioni: video, fotografie, status…

The Jackall, Mission:Facebook. [youtube.com/watch?v=ZOXZUZSGp6s] Caricato il 7–05–2011

Il video è naturalmente iperbolico, ma rende in maniera piuttosto efficace l’idea di quanta importanza diamo al modo in cui ci rappresentano i nostri profili sui Social Network.
Ogni contenuto pubblicato va ad aggiungere un tassello al puzzle del nostro Me e influenza, o almeno così crediamo, ciò che gli altri pensano di noi.

Come cambia l’immagine che diamo di noi stessi attraverso quello che pubblichiamo sui Social? E come viene percepita dai nostri contatti?

Ho approfondito l’argomento attraverso l’articolo The function of self-disclosure on social network sites: Not only intimate, but also positive and entertaining self-disclosures increase the feeling of connection, in Computers in human behaviour, Aprile 2015, di Sonja Utz.
Ho quindi provato a valutare la questione “sul campo”, analizzando il profilo pubblico su Facebook di un conoscente.

Nicholas ha 24 anni ed è un rapper. Su Facebook è molto attivo: quasi tutti i giorni condivide status, fotografie e/o video, ed è molto seguito.
Al momento, il suo account conta 4.984 amici e ben 3.045 persone che lo seguono, cifre che permettono ai contenuti pubblicati da Nicholas di raggiungere un numero considerevole di individui.
Ogni post pubblicato riceve un buon numero di mi piace (i post di minor successo ne hanno almeno 25, ma numerosi contenuti superano abbondantemente i 150 like) e diversi commenti.

Ho dato particolare attenzione al tone of voice che Nicholas adotta nei propri post e alla reazione dei suoi contatti alle diverse tipologie di post, valutata in base al numero di like e commenti.
Negli ultimi mesi sono stati pubblicati contenuti di diverso tipo.
Video: Nicholas ha condiviso i propri video da YouTube e altri video musicali.
Foto: sono state condivise poche fotografie, spesso correlate a post dai toni scherzosi.
Post: sono molto numerosi, e di diversi tipi. Al di là di vari generi di status (come: «Qualcuno vuole una play 3 slim 250 giga entro massimo 3 giorni?» o ancora: «Qualcuno sa consigliarmi un bel sito dove acquistare anfibi?»), ho individuato tre tipologie di post in cui possono essere catalogati la maggior parte degli status, nonché quelli che mi sono sembrati più interessanti per osservare l’immagine che Nicholas cerca di trasmettere di sé.

1) Bad Boy

Osservando il suo profilo, ho avuto spesso l’impressione che Nicholas cercasse di trasmettere un’immagine di sé stesso un po’ legata al cliché del rapper, del ribelle che ostenta noncuranza verso i giudizi altrui e soprattutto verso le regole della società.

Si tratta di contenuti piuttosto frequenti anche se, devo ammetterlo, mi sarei aspettata di trovare molti più post che rispecchiassero questo tipo di atteggiamento. Il numero di like è mediamente tra i 50 e i 70, rari i commenti.

2) Riflessioni

La seconda categoria di post che ho individuato è quella composta da status che esprimono pensieri più seri e profondi di Nicholas.

Si tratta soprattutto di giudizi sui comportamenti delle persone, della descrizione di stati d’animo e di “perle di saggezza”, come nell’ultimo esempio riportato qui di fianco.
Il numero di like è consistente, anche se non elevatissimo. Mediamente i commenti sono pochi, ma più numerosi che nella prima categoria.

3) Umorismo

Eccoci alla terza e ultima categoria di post.
Gli status e i contenuti che vi rientrano sono meno numerosi di quelli delle altre tipologie, ma sono quelli che riscuotono senza dubbio il successo maggiore.

La prima immagine rappresenta uno dei post che ha avuto in assoluto il maggior numero di like e di commenti. Si tratta di uno scherzo che Nicholas ha fatto ai suoi contatti.
Dopo aver condiviso una fotografia in cui annunciava la gravidanza della propria ragazza, ha ammesso di aver solo scherzato. Ha definito quanto accaduto come «un esperimento sociale».

Per quanto riguarda gli altri status che rientrano in questo gruppo, sono per lo più brevi frasi ironiche e sarcastiche.

Per concludere…

L’analisi del profilo mostra come Nicholas esprima in diversi modi il proprio Sé, e come spesso le espressioni di sé stesso risultino del tutto incoerenti tra loro.
Soprattutto tra le prime due categorie di post c’è una grande differenza («mi state tutti sul c***o» VS «siate buoni»). L’impressione è che a seconda dei casi venga indossata una maschera del tutto diversa.
Ha attirato la mia attenzione anche il fatto che siano i post della terza categoria, quelli che rispetto agli altri comunicano molto meno il Sé di Nicholas, ad attirare più like e commenti.
Quanto emerso dall’esame del profilo sembra effettivamente in linea con quanto evidenziato dall’articolo citato inizialmente.
Sui Social Network tendiamo ad apprezzare soprattutto i contenuti che ci fanno ridere e la condivisione di pensieri positivi, di qualsiasi tipologia essi siano. Non sempre risulta gradito, invece, che qualcuno condivida pensieri e informazioni personali: preferibili, in questo caso, i messaggi privati.

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