Nicolò Vallone
Social Mustard
Published in
4 min readOct 12, 2015

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Self-Presentation: mission completed!

L’articolo di Sleeper-Acquisti-Cranor-Kelley-Munson-Sadeh sul persuasive design e i behaviour change goals offre una panoramica sistematica sui tipi di obiettivi e aspettative che gli utenti di un Social possono avere. In Facebook, in particolare, ci sono innumerevoli funzioni che rispondono ad alcuni di essi. Facciamo qualche esempio.

La funzione “non seguire più questa persona” permette di non visualizzare più nella propria home i contenuti di un particolare contatto. Quante volte capita di avere tra gli amici utenti che avvertiamo come fastidiosi per la quantità o la tipologia di contenuti che pubblicano? Con questo pulsante si soddisfa un obiettivo di Less Bothering (per usare la terminologia dell’articolo di cui sopra) senza dover rinunciare in toto a una relazione sociale, visto che l’utente molesto rimane a tutti gli effetti tra gli amici.

È un obiettivo legato alla gestione della propria Privacy ad ispirare la funzione che permette di condividere i propri post con un pubblico ristretto. Quando si posta su Facebook, infatti, è possibile selezionare un numero illimitato di contatti che non potranno visualizzare ciò che stiamo condividendo, oppure selezionare una rete ristretta di contatti che lo possono visualizzare. Il Social di Zuckerberg riesce così ad ovviare alla tradizionale problematica per cui tutti possono farsi gli affari nostri, quando noi vorremmo che solo i miei amici più stretti sappiano e vedano certe cose; ma non solo… scendendo nell’autobiografia, tale funzione mi fu utile in occasione di una recente comparsata televisiva su Sportitalia: volendo fare una sorpresa ai miei familiari, quando scrissi lo stato in cui annunciavo che due giorni dopo sarei andato in tv esclusi dalla visualizzazione del post i miei familiari e gli amici di famiglia presenti nella mia lista amici, e tutto filò liscio.

Altra funzione di Facebook: l’auto-play dei video. Ogni video che appare nella nostra home, parte in automatico, per poi stopparsi quando nello scorrimento della pagina esce dalla schermata. C’è da precisare che un video in auto-play parte senza audio, per ovvie ragioni di affollamento acustico indesiderato da evitare; cliccandoci sopra, l’audio si attiva. L’obiettivo soddisfatto da tale funzione è l’ottimizzazione del Tempo: con la sovrabbondanza di contenuti che scorriamo sulla home, siamo sempre meno portati ad aprire e visualizzare in maniera approfondita i contenuti; per quanto riguarda i video, per decidere se vederlo o meno ci si dovrebbe basare su titolo e frame iniziale, ma grazie all’auto-play il nostro sguardo veloce cade su un video già in esecuzione, permettendo al nostro cervello di bypassare questa fase preliminare di valutazione e avvicinarsi in maniera più immediata al contenuto. Il tempo che risparmiamo è legato dunque alla decisione rapida dei contenuti da visualizzare.

Arriviamo infine alla funzione che ho sperimentato direttamente in questi giorni: l’aggiornamento della situazione lavorativa. Si tratta di uno dei principali elementi legati alla Self-Presentation, uno dei principali incentivi all’utilizzo di Facebook. Il mio obiettivo, o goal come definito nella consegna dell’Assignment, non si è formato nell’occasione di dover scrivere il presente elaborato, bensì l’ho maturato gradualmente negli ultimi due anni, contestualmente ai primi passi mossi nell’ambito professionale in cui sogno di operare nella vita, il giornalismo sportivo. Da quando ho cominciato le prime collaborazioni, ho lentamente ma inesorabilmente mutato le mie abitudini di utente Facebook, passando dall’utilizzo del Social prevalentemente per raccontare alcuni aspetti del mio quotidiano (senza peraltro curare particolarmente certi aspetti formali) al promuovere le mie attività “lavorative”, curando maggiormente anche certi aspetti di contorno ai post, una cura che si è estesa di riflesso sul resto della mia attività sul Social: non che prima scrivessi come un’analfabeta, ovviamente, ma ho cominciato a curare in maniera più elaborata la forma scritta nell’accompagnamento ai post, e contemporaneamente ho applicato questo affinamento a tutti i tipi di post e commenti che scrivo; inoltre, ho iniziato a curare le tempistiche, scandendo in maniera ragionata nei giorni e nei momenti della giornata la diffusione di alcuni post. Tornando alla situazione di questi giorni legata al corso di Psicologia Sociale e alla funzione “aggiornamento della situazione lavorativa”, questi due elementi si sono inseriti come una ruota ben oleata nell’ingranaggio del mio utilizzo di Facebook per Self-Promotion: non avevo infatti mai aggiornato la mia situazione lavorativa, e questo è stato l’input perfetto usufruire per la prima volta di tale funzione. Giovedì il mio ≪inizio del lavoro presso Cus Milano nel 2014≫ è diventato visibile sulla bacheca dei miei contatti (o almeno, di quelli che non hanno utilizzato su di me il “non seguire più questa persona”…): nel giro di 6 ore, ho superato quota 20 Mi Piace, nel giro di 12 sono arrivato ai 30, e il numero si è attestato a 37 l’indomani mattina. I Like sono arrivati non solo da persone che abitualmente interagiscono con me face to face o anche solo telematicamente, ma anche da alcuni tra i classici contatti che ci si ricorda a malapena di avere nella lista amici. Inoltre — e qui vediamo l’intreccio tra online e offline — ho ricevuto riscontri della mia azione nei commenti di un paio di amici incontrati nei giorni successivi che si sono complimentati con me, instillando in me un senso di soddisfazione che mi incoraggia ulteriormente ad esplorare le affordance di Facebook utili nel perseguimento del goal della Self-Presentation!

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