Giulia Zanoni
Social Mustard
Published in
4 min readNov 19, 2015

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#Selfie con il Giapponese

Analisi di due video meme

Sono Giapponese

Un paio di anni fa è comparso sul web un video di un ragazzo, di evidenti origini asiatiche, con indosso la maglia del Napoli che alla domanda del giornalista, “E lei cosa chiede a San Gennaro?”, sembra aver risposto inspiegabilmente e con alcun nesso logico “Ma sono Giapponese”.

Due anni dopo la sua comparsa, questo video sta avendo il suo momento di massima gloria, dando vita sia a video nonsense creati sulla scia del video originale sia a frame o immagini che richiamano la celebre risposta. La spreadability che sta avendo è altissima e la deve proprio al suo non senso e alla sua, apparente, sciocchezza.

L’approccio virale che caratterizza il meme, così come è stato elaborato da Dawkins nell’ambito della biologia, si applica appieno anche al caso di “Sono Giapponese”, prodotto e diffuso intenzionalmente e che si è diffuso sotto una spinta autonoma e quasi indipendente dagli individui che lo hanno creato in prima istanza.

Questo video è passato attraverso tutte le tre fasi distintive di un meme:

-replicazione: in un primo momento, infatti, il video ha iniziato ad essere condiviso, nella sua forma originale, da più utenti. Questo è quello che potremmo definire il meme originario, l’onnipotenza (Blackmore).

-diffusione o spreadability: in un secondo momento si sono creati dei video virali, meme plesso (la religione), che hanno invaso il web, come si vede in questa compilation che ne racchiude alcuni dei più famosi:

-evoluzione: infine il meme si è evoluto dando vita a una serie di vignette divertenti

C’è però un finale triste o che, comunque, stringe un po’ il cuore in questa storia: è infatti emerso che il povero ragazzo non avesse detto “Ma sono Giapponese”, ma avessi bensì risposto esprimendo un suo umile, terreno e sensato desiderio, chiedendo a San Gannaro una grazia, come fanno tutti i Napoletani, dicendo “assumi un giapponese”.

But first, let me take a #Selfie!

Nel Gennaio 2014 un allora poco conosciuto duo di DJ e produttori statunitensi composto da Andrew Taggart (1989) e Alex Pall (1985), i Chainsmokers, viene alla ribalta con il singolo #Selfie!. I due DJ dicono di essersi accorti della tendenza del momento, di aver intercettano una richiesta e una passione della audience e aver deciso di cavalcare l’onda: risultato per questo singolo di musica elettronica sono stati 9000 download nella prima settimana, per raggiungere i 53.000 nella seconda e arrivare nel Giugno 2014 a 865.000 copie del singolo vendute negli Stati Uniti.

Il successo della canzone ha portato però a un effetto che i due produttori, forse, non avevano previsto: la creazione di video meme virali che hanno letteralmente invaso il web complici sicuramente sia l’orecchiabilità della canzone sia il messaggio banale e alla portata di tutti di cui il testo della canzone è veicolo. Il video vede infatti due ragazze, in quello che sembra essere il bagno di una discoteca, parlare di un ragazzo con cui una delle due si sente e sparlare delle ragazze che gli stanno intorno. Una situazione comune, ma rappresentata in una maniera ridicola ed esagerata che ha conquistato, in modi diversi, i cuori dei navigatori della rete.

Lo spread che ha avuto questo video è stato altissimo e vario, i video per così dire di risposta sono centinaia, coinvolgendo dalla gente comune ai personaggi della Disney Pixar, come Elsa e i Minions.

In un secondo momento la rete si è anche scatenata nella creazione di vignette e immagini che citassero la celebre frase:

Per quello che mi riguarda posso solo dire che quando è uscita questa canzone mi trovavo in Erasmus a Lisbona e i meme “reali” a riguardo a cui ho assistito, li lascio immaginare.

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