Tutto il rosa della community

Valentina Broggini
Social Mustard
Published in
6 min readNov 2, 2015

Se consideriamo il fatto che alla base della creazione della community c’è la condivisione di una passione, o almeno un interesse da parte degli utenti che l’abbracciano, capiamo come un valido motore possa essere lo sport. In Italia poi, il calcio in primis.

Compagna fedele della giornata tipo di un qualsiasi appassionato di sport nel nostro Paese, La Gazzetta, si posiziona al primo posto tra i quotidiani nazionali che trattano questo argomento.

Lo sport, si sa, emoziona, coinvolge, unisce o divide, a volte ha l’incredibile capacità di rendere irrazionale ed impulsivo anche il più inaspettato dei tifosi.

Gli interessi sono molti e spesso alle spalle della pura passione agonistica si nascondono ragioni decisamente più concrete e di ordine economico: la legge, ormai, di natura, fa dello sport un business. Lo sport fa notizia, sempre. È seguito, ovunque. Fa parlare. Non c’è nulla come un argomento sportivo per generare una discussione ad ogni livello della società, per ogni età e, ultimamente, anche con una certa omogeneità di gender. Così, per associazione logica, in un mondo dove la vita si riflette e si sposta nel web, è qui che se parla diffusamente. Tutti possono esprimere la propria opinione e creare così gli UGC (user generated contents), tanto interessanti per i soggetti istituzionali della comunicazione.

In questo panorama così esteso e complesso, tuttavia, la Gazzetta dello Sport resta la prima autorità in campo sportivo a livello di cartaceo; “bestseller” anche a confronto dei quotidiani nazionali di carattere generalista. Ma allora perché non unire le due cose? Perché, mettendosi nei panni del “quotidiano in rosa”, non raccogliere essa stessa i commenti dei suoi svariati lettori? Nasce così la community ufficiale della Gazzetta dello Sport. Universo complesso e popolatissimo, sicuramente, ma caratterizzato da un grande interesse da parte degli utenti che ne fanno parte, proprio per la natura stessa dell’oggetto trattato. Si nota subito come ciò che spinga ad abbracciare questo gruppo sia sicuramente il senso di appartenenza, l’idea di essere parte di coloro che amano, seguono e “ne sanno” di sport; rientrando, quindi, nell’idea di reificazione della community, di cercare di renderla tangibile, di assegnare una sorta di statuto agli utenti che vi si iscrivono.

Allo stesso tempo, entra in gioco l’aspetto della competenza dell’utente, della volontà di esprimere la propria opinione e dimostrare come sia la migliore, rispetto soprattutto ai tifosi della squadra avversaria. Spirito di competizione non solo sul campo, tra le squadre seguite, ma anche tra gli users, nello spazio dedicato ai commenti sotto gli articoli. Una community, questa della Gazzetta dello Sport, che ha trovato un perfetto equilibrio nel fornire le informazioni che interessano il pubblico di lettori attraverso gli articoli dei giornalisti della propria redazione, da una parte; e la competenza che i commentatori possono mostrare nello spazio apposito, creando contenuto a loro volta, dall’altra.

È una community vasta per temi, che di fatto presenta delle sezioni tematiche, per le quali l’utente esprime le proprie preferenze ed interessi maggiori, in modo da creare un profilo più dettagliato, un’identità più delineata e personalmente contraddistinta: il sito è suddiviso nei diversi sport e in ogni sezione vi sono gli articoli con i relativi commenti e spazi di espressione degli utenti. Nella pagina principale delle notizie, i titoli che compaiono sono quelli degli argomenti per cui abbiamo espresso la preferenza (calcio, calciomercato, basket, tennis, nuoto, e via dicendo). Il tutto collegato a Facebook; Twitter e Google +, con la possibilità di “mettere like”. Una community che si dirama su diverse piattaforme, le quali, grazie alla ragnatela dei link, rimanda al sistema nervoso centrale: il sito della Gazzetta, appunto. Qui, si trova la procedura per iscriversi alla community, creando un proprio account, con la possibilità di dargli vita anche sincronizzando il proprio profilo Facebook (sulla pagina del social, infatti, troviamo il link alla sezione del sito dedicata all’iscrizione) o Google +. Una community di doppia natura quindi: legata strettamente al contesto sul sito, dove ogni account ha una serie di caratteristiche precise che evidenziano l’attività ed il ruolo dell’utente; aperta e legata puramente al singolo contenuto su Twitter e Facebook, al particolare post che chiunque, anche senza partecipare alla pagina, può leggere e commentare. Questo non è forse propriamente un effetto di rimediazione, poiché la community originaria del sito è ancora assolutamente attiva, ma si ha la tendenza a spostarsi su Facebook soprattutto. Ciò perché essendo una community aperta a tutti coloro che hanno Facebook (ciò significa buona parte della popolazione mondiale), ciascuno ha la possibilità di lasciare anche solo un commento o un like ed avere accesso ai contenuti della community semplicemente sfogliando la propria home page, operazione che effettuiamo svariate volte durante l’arco della giornata. In questo modo una partecipazione attiva è molto più agevolata ed immediata rispetto a dover entrare ogni volta nel sito della community. Quest’ultimo sta acquisendo sempre più la connotazione di contesto per maggiori esperti ed appassionati con più esperienza.

Il sito è aperto, essendo lo spazio di una testata che fa informazione sportiva, ma la possibilità di commentare direttamente e andare alla ricerca dei contenuti user generated è riservata ai possessori di un profilo. Questo poi è dotato di una serie di caratteristiche interessanti. Nella barra in alto, accanto a nickname e foto, sul lato destro, vi è una “Legend” composta da quattro stelle che possono colorarsi di giallo a seconda della durata della propria appartenenza alla community “rosa”; nonché un punteggio che indica il grado di interazione con la community stessa (Punti G=punteggio generale, Punti M=punteggio mensile). Vi sono poi dei badges da sbloccare in base alle azioni compiute: “Pr”, ad esempio, è il premio per chi instaura molte nuove amicizie e resta in contatto con gli altri utenti della community, “Weekly Top Performer” per chi ottiene il punteggio migliore durante la settimana, “Gazzaholic” per chi effettua l’accesso più frequentemente nell’ultimo mese, “Commentatore” per chi ama commentare gli articoli, “Fotogenico” per chi aggiorna il proprio profilo inserendo la foto. In questo modo posso capire qual è la reputazione che gli utenti si sono costruiti attraverso le azioni effettuate e registrate dal sito stesso. Questo aspetto ha molta rilevanza in un discorso sulla fiducia. Perché, se da una parte, la credibility verso i contenuti del sito generati dalla redazione, è data dalla reputazione che la testata stessa si è costruita negli anni e continua a crearsi ogni giorno, quindi è un concetto di reputazione in termini di prodotto e garantita da un altro certificato. Dall’altra possiamo capire che fiducia porre negli altri utenti (altro generalizzato) di cui leggiamo i commenti, in base alla loro reputazione intesa come processo, come susseguirsi di azioni durante il tempo trascorso nella community stessa. Infatti i possessori dei profili sono portati a dotare il proprio avatar di una foto riconoscibile, a entrare spesso e quindi partecipare attivamente (commentando) o passivamente alla community (effettuando l’accesso e leggendo).

A lato della foto del profilo, sul lato sinistro, è presente invece, una lista dei gruppi di cui l’utente fa parte (esempi di forum minori all’interno dei principale) e di foto e video eventualmente caricati. Per il resto la pagina del profilo presenta tutti i commenti effettuati con gli articoli di riferimento, in ordine cronologico a partire dal più recente, e con la possibilità di risalire, attraverso una lista dei mesi passati, alle osservazioni lasciate precedentemente, in un particolare momento di interesse.

Un’ultima osservazione può essere effettuata relativamente all’aspetto grafico della community. Vi si accede dal sito ufficiale della Gazzetta, altro elemento che accresce la fiducia, ed il colore rosa e grigio della pagina è quello inconfondibile della carta stampata utilizzata dalla testata, che così efficacemente, la contraddistingue da tutti gli altri quotidiani. L’impressione per l’utente è quella di ritrovarsi sul giornale e leggerne effettivamente gli articoli, con la possibilità di aggiungere commenti personali e quindi di contribuirvi, operando nel campo della competenza e della partecipazione della community. Questo aspetto della partecipazione è poi aumentato attraverso la competizione tra gli utenti nel migliorare il proprio profilo ottenendo nuovi badges, concetto giustamente mutuato dal mondo sportivo e riportato tra le pagine del web. Anche le icone stesse dei badges ricordano alcuni simboli tipici dell’iPhone (il microfono di Siri e registrazioni vocali per il premio “Weekly Top Performer”, o l’iPhone stesso per il Pr), rimandando ad una concezione di utilizzo quotidiano della tecnologia e alla dimensione di interattività, connessione e condivisione proprie del mondo social. Sono questi esempi di persuasive design abilmente inseriti in un contesto originariamente puramente informativo (il sito di una testata giornalistica) e poi trasformato in una dimensione di condivisione sociale attiva, quasi ad avvicinarsi al concetto di affordance.

Lo sport oggi è praticato, è seguito, è commentato, criticato o apprezzato. Lo sport è stile di vita, è tempo libero o lavoro. Lo sport è sul divano a casa, sullo smartphone in treno o allo stadio. Ma soprattutto oggi è social, è online, è community.

Valentina Broggini

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