Una community non è per sempre

Analisi di una community (in decadenza)

silviacenci92
Social Mustard
3 min readNov 3, 2015

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Quest’analisi tratta della community italiana nata, inizialmente, intorno ad alcuni romanzi storici, scritti principalmente dall’autrice inglese Philippa Gregory: “The White Queen Italia”. Vista la natura specializzata della community ed il tema umanistico, forse, si potrebbe parlare quasi di un club letterario, basato su una passione abbastanza di nicchia; ma solo fino ad un certo punto.

Una tendenza particolare di questa piccola community è stata, infatti, quella di ampliare progressivamente il tema di cui si discuteva: dai romanzi della suddetta autrice si è, in un primo momento, passati ad altri romanzi di argomento simile, ma di altri autori, ed, infine, è arrivata la tv. La vera svolta della community, a distanza di un anno dalla sua nascita, è arrivata, infatti,con la messa in onda su BBCOne di una serie televisiva basata proprio su quei romanzi.

L’impulso “da fandom televisivo” ha fatto crescere velocemente il gruppo, che è arrivato a contare 400 membri, con almeno una cinquantina di utenti attivi. Nella fase di massimo sviluppo della community, i punti di forza erano rappresentati da:

  • un forte senso di appartenenza che si concretizzava in maniera bilaterale: i membri più vecchi e attivi della community erano sempre pronti a rispondere, commentare e valorizzare i post e gli interventi degli altri utenti, in modo tale che nessuno si sentisse ignorato; questo ha portato, dall’altra parte, a spingere spontaneamente i nuovi iscritti ad intervenire attivamente nel gruppo (ad es. attraverso una loro presentazione, cosa che non sempre succede nelle community);
  • la condivisione e la crescita delle competenze: data la tematica letteraria, la condivisione di competenze specifiche si è incentrata nella messa a disposizione di nuovi contenuti da parte dei membri della community; veniva postata qualsiasi cosa riguardante il tema delle Wars of the Roses: articoli specialistici, romanzi, interviste, cenni storici ecc. Il punto più alto di questa tendenza è stato raggiunto con la creazione di veri e propri UGC da parte dei membri della community, in forma di fan fiction o saggi sull’argomento.

La community si è costituita all’interno di un gruppo chiuso di Facebook, ma presenta delle occorrenze (come ad es. specifici # o mentions) anche su altri social network come Twitter e Instagram.

Il periodo di maggiore attività, 2013/2014, coincide con la messa in onda dell’omonima serie tratta dai romanzi della Gregory, prima in Inghilterra, poi in America ed, infine, in Italia: la visione “condivisa” dei contenuti da parte dei membri della community dava origine ad un continuo flusso di commenti e opinioni all’interno della pagina Facebook. Dopo un piccolo calo fisiologico, l’attività nella community è rimasta costante fino ad Aprile 2015 grazie all’ulteriore ampliamento del topic ad altri contenuti televisivi o letterari dedicati allo stesso periodo storico o allo stesso genere narrativo.

Negli ultimi sei mesi ho potuto, però, notare un notevole calo sia nella frequenza di pubblicazione dei post, sia nelle attività di feedback (commenti, like ecc). Molti utenti, prima attivi, sono regrediti ad un’attività di lurker, rimanendo nel gruppo senza però parteciparvi; altri membri meno attivi hanno, invece, totalmente abbandonato la community.

A mio avviso, l’unico percorso possibile, a meno che non intervengano dei fattori esterni (come ad es. nuove serie o romanzi sull’argomento), è quello del graduale abbandono della community da parte dei suoi utenti, non più coinvolti nel tema.

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