Voglio che lo sappiate tutti!!

Luca Maioli
Social Mustard
Published in
3 min readOct 4, 2015

Quando facebook diventa un diario tutt’altro che segreto

Con l’intento di provare a dire qualcosa di interessante sul tema dell’identità che, volenti o nolenti, ci troviamo a dover costruire all’interno dei vari social network, ho scelte di prendere in considerazione il profilo pubblico di un ragazzo con cui ho avuto il piacere di condividere le aule all’università di Modena; Andrea.

Andrea è nato in Cina, si è trasferito in Italia con la famiglia e sempre in Italia ha completato la sua istruzione. Forse dovrei dilungarmi ulteriormente nella descrizione di questo eccentrico personaggio ma mi rendo conto che sarebbe un grande spreco di energie… Per chi fosse interessato, la trascrizione dettagliata della vita di Andrea è minuziosamente raccontata all’interno del su profilo facebook. Ogni azione, pensiero, momento o qualunque cosa possa accadere nella vita di una persona trova traccia nei database del colosso di Zuckerberg.

Il modo in cui questo ragazzo gestisce il su avatar virtuale è assolutamente unico all’interno del mio “parco amici” su qualunque piattaforma, si potrebbe dire che Andrea è il classico tipo che scrive su facebook anche quando si prende un caffè.

A questo punto qualcuno potrebbe confondere Andrea con uno di quei classici social-dipendenti che si sentono “cool” nel rendere pubblica ogni loro attività ma che a guardarci bene risultano solo esibizionisti e superficiali. Sul social dipendente non ci sono dubbi, sull’esibizionista si potrebbe discutere, ma nessuno dica che Andrea è un superficiale. Con cadenza bi-settimanale o anche più spesso infatti, Andrea condivide con la rete quello che mi piace chiamare “l’editoriale della sera”: una riflessione di una decina di righe su temi di cultura generale scelti con una casualità talmente spettacolare da strappare inevitabilmente una risata.

Credo di avervi convinto che la persona di cui sto parlando ami spasmodicamente condividere con quante più persone possibile quello che fa e pensa, ma se qualcuno fosse ancora dubbioso guardi qui sotto.

La spontanea incoerenza di questo post è meravigliosa, la mia traduzione è: “non te lo voglio dire ma te lo dico comunque perché non posso farne a meno” .

Probabilmente sono condizionato dalla simpatia che nutro nei confronti di questa persona, può essere che a molti questo modo di gestire la propria identità sembri un abuso dei social, una colossale spersonalizzazione o comunque un esagerazione, ma a volte mi chiedo se Andrea non abbia veramente capito più di altri come utilizzare facebook. All’interno della piattaforma si presenta esattamente com’è, e lo fa nel modo più banale possibile, cioè aggiungendo dettaglio su dettaglio per dare un quadro del tutto completo. Risultare spesso scontato, stucchevole e forse anche noioso non rappresenta un problema per lui perché non lo fa per “like” (i suoi post in media non ne hanno più di 2 o 3) ma perché vuole dare la possibilità, a chi volesse farlo, di farsi un’idea completa su di lui anche attraverso uno schermo. Non riesco a dire con certezza quale sia l’approccio teorico per questa rappresentazione del sé, ma credo fermamente che si tratti di un comportamento piuttosto raro.

--

--