Il caso Microsoft-TikTok

YOUTHQUAKE
Social Media — YOUTHQUAKE
4 min readAug 7, 2020

A quanto pare, il colosso americano Microsoft sarebbe interessato all’acquisto dell’ormai ben conosciuta app cinese TikTok. Vediamo i fatti e le motivazioni che ci sono dietro a una tale decisione.

Microsoft e TikTok

Microsoft deve affrontare Trump

Il Presidente americano Trump ha da tempo dichiarato la sua avversione a TikTok a causa della sua provenienza. Nonostante il tycoon abbia frenato le trattative, Microsoft è decisa a voler giungere a una soluzione definitiva entro il 15 settembre e si sta muovendo in tutte le direzioni possibili per raggiungere il suo obbiettivo. Ma andiamo per gradi.

Un riassunto su TikTok

Vi abbiamo già parlato di TikTok in precedenza. Il social cinese che specialmente negli ultimi mesi ha registrato un boom a livello mondiale, è stato fondato dall’imprenditore e informatico cinese Zhang Yiming ed è oggi di proprietà della multinazionale cinese Bytedance. Il successo è scoppiato quando è stata acquistata dall’americana Musical.ly nel 2017. L’applicazione conta ad oggi oltre 800 milioni di utenti attivi ed è stata valutata da Reuters 50 miliardi di dollari. La sua origine ha fatto mettere in dubbio la sua capacità di gestione della privacy, dell’utilizzo dei dati personali degli utenti e i rapporti con il governo di Pechino.

TikTok user

Una minaccia a privacy e dati

Recentemente TikTok era stato vietato negli Stati Uniti e una legge del Senato approvava all’unanimità il divieto dell’applicazione a tutti i dispositivi dei dipendenti federali. Le decisioni prese dall’amministrazione Trump erano dovute alla preoccupazione dovuta al rischio di un eccessivo controllo negli Stati Uniti delle tecnologie da parte delle big tech cinesi, complici le tensioni attualmente esistenti tra i due paesi.

Soltanto ieri Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, ha annunciato la volontà di eliminare dagli app store statunitenti tutte le app cinesi poco affidabili sul filo di un’operazione di “pulizia” che gli USA stanno mettendo in atto nei confronti delle tecnologie provenienti appunto dalla Cina, e che avrebbe come obbiettivo non solo le app, ma anche i servizi cloud. Pompeo avrebbe detto:

“Con le compagnie madri basate in Cina, app come Tik Tok, WeChat e altre rappresentano importanti minacce ai dati personali dei cittadini americani”.

Tra i rischi per cui è stata manifestata questa decisione, ci sarebbe anche il fatto che quelli bloccati negli Stati Uniti sarebbero strumenti nelle mani della censura del partito comunista cinese:

“Non vogliamo che le società diventino complici negli abusi dei diritti umani da parte di Huawei o l’apparato di sorveglianza del partito comunista cinese”.

Donald Trump

Gli ultimi sviluppi

In seguito alla chiamata tra il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, e il Presidente Trump, era stata resa nota la volontà del gigante hi-tech di portare avanti le trattative con la cinese ByteDance. Dopo una pressione durata diversi giorni, Donald Trump ha firmato un decreto che ha messo alle strette la società cinese, che ha così venduto le sue partecipazioni di TikTok. Il Presidente ha poi aggiunto:

“Ogni società che continuerà a fare affari con TikTok fra 45 giorni — ha detto Trump — sarà soggetta a sanzioni”.

Domenica Microsoft aveva annunciato di voler rilevare i servizi di TikTok negli Stati Uniti, in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Nei giorni scorsi, però, sembra che il colosso nordamericano abbia espanso le sue mire a tutti i paesi in cui opera l’applicazione. Ne rimarrebbe comunque esclusa la Cina, dove l’applicazione si chiama Douyin. L’idea sarebbe forse dettata dalla difficoltà di separare le funzioni di back office e permettere agli utenti di un paese di continuare ad usare l’app quando viaggiano all’estero. Microsoft ha spiegato che non ci saranno cambiamenti per gli utenti, ma allo stesso tempo verrebbe rafforzare la sicurezza per la protezione dei loro dati a livello mondiale. Si aggiunge inoltre che:

“Tutti i dati degli utenti americani di TikTok sarebbero trasferiti e rimarrebbero negli Stati Uniti. Nella misura in cui tali dati vengono attualmente memorizzati o sottoposti a backup al di fuori degli Stati Uniti, Microsoft si assicurerebbe che tali dati vengano cancellati dai server al di fuori del paese dopo il loro trasferimento”.

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