Antonio in cortile

[Sogni sulle sedie]

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Sogni sulle sedie

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Antonio in cortile

Antonio mi disse un giorno, sedendosi accanto a me in cortile:

– Oggi ha piovuto dopo nove giorni di bella primavera, ma troppo alta, tutto molle e dolce è questa primavera, troppe le cose che crescono. Oggi ho passeggiato da solo e ho comprato un pacchetto di sigarette. Oggi ho comprato sei bottiglie d’acqua. Oggi ho comprato dodici uova fresche. Oggi ero per strada. Sopporto bene le giornate, sì. Io lavoro, io parlo con le persone, io mangio poco e ogni mattina ascolto la radio. E però la sera succede un movimento, un tac!, un movimento che mi sposta una manopola nella macchinetta del cuore, ed entra aria tiepida lì dentro, e io mi sento alleggerire, seppure sto seduto, e gli occhi non guardano da nessuna parte, e mi sento un altro, come fossi un mio cugino. Io ho nostalgia, mi agito e perdo tempo. E se mai mi calmo e mi rimetto in piedi, perfettamente a posto, sarà bene? Non lo so, non lo so. Tu lo sai. Io posso sapere solo questo: vorrei che Sandra o la Regina mi portassero via, che mi portassero là, là da qualche altra parte.

Rimase zitto per quattro minuti. Poi riprese:

– Verso sera il mio cuore è un biscotto nel caffelatte, così molle e sfatto che io non sento più nemmeno quanto è grande. No, non lo tiro fuori da quella melma. E vorrei piovesse ancora, per avere freddo, per cercarmi una coperta. E pure dico che il cuore non mi deve diventare così straccio e intendo il cuore vero, quello sotto le costole, e che le costole sono una gabbia stretta.

Volle offrirmi anche una sigaretta:

– Fuma. Oggi piove, ma non molto. Piove e non piove, fa vento e fa caldo. Ho appena fatto un po’ di pipì e mi è venuto da dire: il pensiero di Sandra mi rende bagnato, dentro, come se una volta fossi stato una pozzanghera. Tutto bagnato e tutto molle, polmoni di muschio, cuore di foglia in inverno, acqua rigagnola che va dappertutto. Oppure, di più: sono una stanza allagata dall’acqua del vicino, le pareti hanno immense carte umide e il pavimento ha bisogno di essere asciugato con stracci, giornali, secchi e segatura. Tu che cosa mi dici?

Poi si alzò dalla sedia.

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