Antologia degli esserini improbabili — Grottesco di fiume

Laura Lalune Décroche
Sotto il Tavolo
Published in
4 min readMay 15, 2018

Grottésco agg. e s. m. [der. di grottesca] (pl. m. -chi). vero e proprio s. m. derivato dall’accezione tipografica di tipo di ornato con figure, animali, foglie e fiori intrecciati in forme bizzarre ma applicato a un essere vivente che predilige l’habitat fluviale.

Questo essere anfibio rappresenta una delle scoperte più sorprendenti tra quelle raccolte in questa antologia.

Avvistarlo é molto difficile, ma non impossibile: il suo habitat preferito sono gli argini dei fiumi dove è presente vegetazione frondosa.
Trascorre la maggior parte del suo tempo sott’acqua, tanto che potrebbe essere considerato un pesce. Tuttavia può, in casi di necessità, uscire dall’acqua allontanandosi appena appena, grazie alle zampette che lo fanno assomigliare ad una ranocchia allungata.

Il Signor N., un simpatico vecchietto vicino ai novanta, vive ancora negli edifici sorti intorno al mulino di famiglia, proprio lungo il fiume. Quando l’ho incontrato, sua moglie ci ha servito un ottimo tè in quella che doveva essere una serra diventata giardino d’inverno, e si è seduta con noi, mentre il marito raccontava l’evento accaduto tre lustri prima.

“Era quasi Natale, il fiume era impetuoso per le abbondanti precipitazioni, ma noi bambini avevamo comunque addobbato un bell’albero proprio lì fuori, vede?” indica appena aldilà del vetro, dove adesso si trova un enorme larice “Una di quelle notti mi svegliai all’improvviso sentendo rumori in giardino, mi alzai e guardai fuori dalla finestra credendo ci fosse qualche ladro. Era difficile distinguere bene le forme in lontananza a causa della pioggia, ma vedevo che i rami degli alberi si muovevano come se tirasse un gran vento. Rimasi sull’allerta per un bel po’ prima di convincermi che non c’era nessuno e tornare a dormire.

Illustrazione di Diego Gabriele

Realizzai solo la mattina successiva che quella notte non avevo sentito né il sussurro né il fischio del vento… Le fronde non potevano muoversi per quello. Allora uscii senza nemmeno aver mangiato e mi avvicinai all’argine: tutti gli alberi lungo il fiume, quelli che avevo visto agitarsi come scossi dal vento, erano stati addobbati! In modo grottesco, con sacchi di plastica, bottiglie vuote, tappi, insomma spazzatura di ogni genere e del peggiore — per fortuna la pioggia aveva lavato tutto. Gli alberi sembravano vestiti di fantasmi. Io e i miei fratelli ripulimmo tutto, ma il giorno dopo gli alberi erano di nuovo addobbati.

Incuriositi ripetemmo l’esperimento, con lo stesso risultato. Per noi fu un mistero da risolvere, come una grande avventura.
La quarta mattina perlustrammo tutto l’argine in cerca di tracce. Ecco” mi porge dei blocchetti di gesso grandi quanto un libro “questi sono i calchi delle impronte che trovammo. Erano così tante che ognuno di noi quattro fratelli si divertì a farsi una collezione personale di quelle che componevano i disegni più interessanti. Guardi, questo é mio: un paio di zampette isolate, l’unico calco che isola le impronte di un solo individuo.”

N. mi ha regalato quel calco, come prova per le mie ricerche: due zampette palmate con quattro dita esili affiorano da una superficie totalmente liscia.
E non è tutto! Pur titubante, il signor N. mi ha confessato che insieme ai quattro fratelli aveva in seguito costruito alcune trappole per catturare qualsiasi cosa stesse inscenando quello scherzo.
Catturarono solo strane ranocchie, ha detto, per cui rimasero delusi e col tempo, crescendo, persero interesse nella cosa, scegliendo di far rimanere tutto una piccola leggenda da raccontare agli ospiti.

grottesco02
Illustrazione di Diego Gabriele

Il grottesco di fiume é dunque un esserino che vive in colonie, o in alternativa un esserino iperattivo che riesce, nel giro di una notte, ad addobbare decine di alberi lungo i fiumi con ciò che trova nelle vicinanze? Entrambe le cose.
I ritrovamenti e le testimonianze fanno supporre che agisca in gruppo, ma ciò non basta per giustificare la celerità del suo operato. Quanto alle abitudini, non abbiamo conoscenze che riguardino la dieta o il ciclo di riproduzione di questi esserini, tuttavia crediamo che, come molte altre specie animali quali le gazze, i grotteschi siano attratti da tipi di oggetti particolari: nel loro caso vanno per la maggiore i sacchetti di plastica.

Siamo di fronte, in questo caso come per il poltrino inafferrabile, a una creatura dotata di intelligenza, capace di osservare e riprodurre in qualche modo l’attività umana.
Che sia semplice emulazione o qualcosa di più intenzionale (alcuni intravedono addirittura dell’ironia negli intenti di tali azioni), è comunque evidente che i grotteschi non conoscono festività, né sono capaci di discernere la temporalità di un evento: creano i loro “Natali di plastica” in qualsiasi periodo dell’anno, senza alcuna stagione o regola per noi comprensibile.

Solo una cosa sembra essere a fattor comune in tutte le testimonianze: un periodo precedente agli avvistamenti caratterizzato da piogge abbondanti.

E se ti piace tu lo sai batti le mani 👏👏 …clicca tante volte sull’icona qui sotto. E segui l’autrice Sotto il Tavolo!

--

--

Laura Lalune Décroche
Sotto il Tavolo

Deals with Experiences and Design as a job. Archer with astonishing cooking skills, writer for fun, got a physical chemistry degree.