Antologia degli esserini improbabili — Melmiparo tubaiolo domestico

Laura Lalune Décroche
Sotto il Tavolo
Published in
3 min readMay 3, 2018

Melmìparo agg. [dal lat. tardo sporcato melmipărus, era limipărus, comp. di limus «fango» e tema di parĕre «partorire, generare» (v. -paro)]. — In improzoologia, di animale che si riproduce dal fango e si moltiplica se sezionato.

Illustrazione di Diego Gabriele

Odiato dai più per la sua inesprimibile puzza, il melmiparo è in realtà uno degli esserini più utili e più buoni tra quelli domestici (cfr. Plantifobo domestico). Vive solitamente nello snodo sotto gli acquai delle cucine o dei bagni; raccoglie lo sporco che passa dallo scarico e lo accumula in modo che non vada a finire nelle tubature occludendole chissaddove. Quando gli scarti accumulati diventano copiosi, puzzano talmente che è necessario rimuoverli facendo una veloce manutenzione al tubo e alle giunture. Il melmiparo è dunque una sentinella, un promemoria, senza il quale le conseguenze per il nostro ambiente domestico potrebbero metterci in difficoltà.

Si dice che sia il discendente di un antico golem, uno degli ultimi, che fu lasciato inconsapevolmente in vita da uno sbadato paladino chiamato a distruggerlo.

Qualche centinaio di anni fa, il Signore di un castello litigò con uno dei suoi servi che si interessava di magie arcane. Questi, volendo vendicarsi, creò un golem durante la notte, usando gli scarti delle cucine, in modo che fosse terribile e puzzolente. Il Signore e tutta la sua famiglia furono costretti a lasciare il castello, in cui il golem e il servo continuavano a vivere. Passato qualche anno, raccolte le forze e ottenuti importanti contatti grazie agli amici di famiglia, il Signore ingaggiò un paladino per scacciare i due abusivi dal suo castello: questi era Ser Baldo.

In quattro e quattr’otto Ser Baldo entrò nel castello, aiutato da un ladro scassinatore e alcuni soldati che tennero a bada il golem mentre il ladro si assicurava che il servo-mago non facesse ulteriori mosse. Ser Baldo nella battaglia perse la spada e, trovandosi in cucina, prese un coltello da prosciutto e con quello combatté il golem affettandolo progressivamente. Pezzo dopo pezzo, il golem si ridusse a una pallina di fango, cadendo nell’acquaio della cucina, giù per lo scarico, e non fu mai più visto.

Non è chiaro come il melmiparo possa essersi moltiplicato a partire dal golem, tuttavia sono numerose le testimonianze sul Melmiparo in letteratura. Un esempio, che riprende proprio la leggenda della sua origine, si trova ne “L’Orlando Ubriaco”, di L.V.M.P. Boriosto. Orlando percepisce la presenza del Melmiparo e si prepara alla battaglia con i suoi guerrieri.

Qui sente Orlando che il Melmiparo è presso,
che olezzo vien dalla terra profonda.
Chiama col corno i suoi pari dappresso:
chiama, e si tuffan come pesci nell’onda.
Che malo effluvio non abbia a sentire
il prode guerrier, già pronto a colpire.

Possiamo considerare dunque la vicenda del golem come una leggenda che per la coincidenza di alcuni particolari è stata collegata all’esserino: d’altra parte non possiamo credere che un golem creato per distruggere abbia avuto una crisi di coscienza e sia diventato buono.

Attenzione agli impavidi che per curiosità scientifica cercheranno tracce del melmiparo: anche se da fuori non è particolarmente percepibile, l’esserino emana un odore pestilenziale, capace di far svenire i più tenaci. Armatevi di mascherina e guanti spessi, e preparatevi al peggio quanto più tempo è trascorso dall’ultimo intervento allo scarico, se non volete soccombere all’incontro con l’esserino.

[a fianco del contributo dell’opera del Boriosto ricercato e inviato dalla studiosa di ImproLetteratura Serena Ciriello, la Décroche ha disegnato un cuoricino]

Melmiparo tubaiolo illustrazione di Diego Gabriele
Melmiparo tubaiolo domestico illustrazione di Diego Gabriele

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Laura Lalune Décroche
Sotto il Tavolo

Deals with Experiences and Design as a job. Archer with astonishing cooking skills, writer for fun, got a physical chemistry degree.