Space Engine, l’universo a portata di tastiera

Alessandro Colantonio
Space Engine Report
3 min readJun 7, 2016

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Ho trovato questo programma, un simulatore spaziale, e credo di aver trovato anche la spinta per tornare a scrivere qui su Medium.

Space Engine è stato quasi interamente programmato da Vladimir Romanyuk, un astronomo russo, ed è disponibile gratuitamente sul sito ufficiale. Probabilmente è il simulatore astronomico 3D più scientificamente accurato mai creato finora. Il programma infatti utilizza cataloghi astronomici ufficiali e la generazione procedurale per creare un planetario tridimensionale rappresentante l’intero Universo. All’interno del programma ci si può muovere e viaggiare in qualsiasi direzione, a qualsiasi velocità e lungo qualsiasi temporalità.

Un pianeta desertico caldo in un sistema solare alieno. In alto a destra una sua luna. In basso a sinistra il denso centro della Galassia.

Space Engine attualmente è una Beta, ossia una versione non definitiva, ma non per questo vi negherà esperienze straordinarie come il finire in un buco nero o trovare scenari accattivanti come quello rappresentato nella copertina di questo articolo. Gli oggetti celesti catalogati nel programma (pianeti, nebule, galassie, sistemi planetari, stelle, corpi anomali, asteroidi, lune, comete, tutto) sono basati su dati reali, mentre per riprodurre la vastità intera dell’universo — che ovviamente nella realtà non conosciamo — il simulatore si avvale della generazione procedurale per la quale ogni corpo celeste è creato usando codici e algoritmi che rispecchiano e rispettano i dati scientifici catalogati dalla scienza. Ogni corpo celeste è infatti raggiungibile dal nostro occhio, e per ogni oggetto vengono mostrate le sue proprietà: temperatura, massa, raggio, periodo orbitale, velocità di rotazione, periodo di rivoluzione, e addirittura la possibile presenza di forme di vita. Tutto davvero molto realistico. E dannatamente bello.

Eclissi totale del Sole su di un pianeta liquido alieno, vista dallo spazio

Nella mia breve esperienza di oggi, dopo aver esplorato un po’ il nostro Sistema Solare, ho cliccato un punto a caso dello schermo e ho raggiunto il sistema Tau Ceti. Ho esplorato i dintorni e poi ho provato ad uscire dalla Galassia muovendomi all’indietro e accelerando la mia velocità fino a milioni di anni luce al secondo, tenendo bene a mente che ogni puntino luminoso che vedevo scorrere attorno a me era una stella che avrebbe avuto dei corpi celesti orbitanti. Uscito dalla Via Lattea, i puntini luminosi sono diventati Galassie, che, lo ricordo giusto per ribadire l’assurda vastità dell’Universo conosciuto, al loro interno hanno milioni di milioni di stelle. Dopo un wow stupefatto ho cliccato un puntino luminoso a caso e sono finito in una bellissima galassia inventata dalla generazione procedurale. Delle mie 5 ore di esplorazione una minima parte di tempo l’ho dedicata a raggiungere il centro della Galassia dove, come immaginavo, ho trovato un buco nero; il resto del tempo l’ho passato fluttuando in un Sistema Solare a caso, alla scoperta delle proprietà dei vari corpi celesti presenti e di scenari mozzafiato come tutti quelli pubblicati in questo articolo.

Una luna liquida grande 2000 volte la Terra è solo uno dei circa 300 corpi celesti orbitanti di quel gigante gassoso.

Mamma, voglio fare l’astronauta

Il mio ritorno su Medium coinciderà con l’inizio di un report delle mie esplorazioni su Space Engine, e questo articolo ne è l’anteprima. Il mio intento è “colonizzare” quanti più sistemi solari procedurali possibili e spero che troviate questa iniziativa affascinante almeno la metà di quanto la percepisca io.

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Alessandro Colantonio
Space Engine Report

Game Designer, Video Games Journalist, and Music Composer if needed