Etherbloom
EPISODIO 2.
All’ingresso della hall, la lancetta del grande orologio dei contenuti digitali si muoveva lentamente e scandiva il tempo delle immagini registrate. Aveva un quadrante spazioso, in cui ogni ora racchiudeva migliaia di ore.
Guardando l’orologio per un solo istante, ci si poteva accorgere che un giorno sarebbe potuto durare un solo minuto o che un secondo poteva moltiplicarsi ed espandersi per intere settimane, mesi o persino anni.
Sand era seduto in fondo alla sala. Salutò Alice con un sorriso e le disse che aveva letto sul Mirror.xyz di Hyperburgers, un sistema di supermercato open source autogestito dai consumatori, e aveva pensato di buttarsi nel business per crearne una versione digitale rarefatta: RareFi.
RareFi avrebbe avuto un sistema di prenotazione con un magazzino digitale distribuito in grado di monitorare la disponibilità dei prodotti in tempo reale attraverso la lettura costante della blockchain. I prodotti si sarebbero potuti acquistare o scambiare attraverso questa dApp scegliendo l’orario in cui si desiderava ritirarli.
Robot alimentati da energia solare avrebbero fatto il pick-up del cibo e di altri prodotti inutilizzati casa per casa. L’integrazione con una tecnologia IoT comunicante con la blockchain, avrebbe permesso di analizzare la qualità delle merci per assegnare dei crediti ai consumatori presso RareFi.
Alice era impaziente e si collegò alla sua interfaccia di ricerca.
L’assistente di Alice si chiamava Grace, era un’ AI a forma di cervello digitale luminescente che l’aiutava nell’organizzazione dei lavori, faceva report avanzati e, all’occorrenza, poteva essere riprogrammata affinché mettesse in discussione le proprie idee. Grace era in grado di elaborare modelli di business e piani per attrarre investitori in autonomia e in pochi secondi. Appena terminato avrebbe inviato una notifica.
Alice osservava i dati che iniziavano a comparire sul monitor. Contatti di holding, agenzie di digital style e poi HeadX, una grande società di ‘cacciatori di teste’ con sede nel metaverso.
Collegò il wallet all’indirizzo. Per accedere era necessario completare uno dei test psicoattitudinali proposti nella homepage. Ne scelse uno e, una volta terminato, si ritrovò in uno spazio luminoso di fronte ad un avatar elegante che con voce rassicurante le dava il benvenuto. Disse ad Alice che grazie ai dati raccolti attraverso migliaia di test nel corso degli anni, HeadX aveva affinato degli algoritmi per individuare profili altamente performanti senza margine d’errore.
Il loro test a risposta multipla avrebbe dato un risultato certo, mentre un contratto future avrebbe definito il profitto generato da ciascuna risorsa.
La scansione delle informazioni online permetteva di rilevare tratti caratteriali e spirito di adattamento di ciascun profilo esistente. Per i profili più riservati, l’algoritmo avrebbe completato le informazioni mancanti attraverso la proiezione dei dati appartenenti alla rete di contatti.
Dopo poco piombò accanto ad Alice un altro avatar che si presentò come 0xYuki. La sua rappresentazione virtuale raggiungeva un livello di dettaglio così elevato da sembrare quasi reale.
0xYuki aveva lavorato alcuni mesi come delivery man, poi aveva trovato online un annuncio pubblicato da HeadX in cui si offriva vitto, alloggio e una vacanza con un team di psicologi in cambio di interviste anonime e di analisi sulle sue onde cerebrali.
La società che lo aveva ingaggiato era specializzata in pubblicità immersive. Il loro programma sperimentale di dodici mesi sarebbe servito ad implementare tecniche di psicologia comportamentale attraverso esperienze altamente personalizzate.
Così 0xYuki era stato accolto in una lussuosa villa dalla quale poteva accedere a scenari interattivi creati su misura. Gli era sembrato tutto entusiasmante ma, nel giro di pochi mesi, si era accorto di alcuni effetti collaterali che non aveva previsto.
Aveva iniziato a notare nel suo comportamento dei cambiamenti profondi e imprevedibili. Faceva incubi stranamente vividi e realistici. Si svegliava di notte spaventato dalle immagini che si erano infiltrate nella sua mente durante le ore trascorse in esperienze immersive, così ora si trovava lì alla ricerca di un metodo per interrompere il flusso di pubblicità che invadeva i suoi dispositivi.