La potenza delle “tokenized communities”

limone.eth
SpaghettETH
Published in
6 min readMar 10, 2023

Intro

Il Web3 ha introdotto un nuovo tipo di organizzazione: le community tokenizzate.

In realtà si tratta di organizzazioni simili a quelle più tradizionali che conosciamo tutti, eccezion fatta per il loro modello economico. Infatti, mentre le organizzazioni tradizionali propongono un modello economico estrattivo che punta a massimizzare gli utili per gli shareholders, le community tokenizzate presentano un modello economico espansivo, che punta a creare e distribuire valore ai membri dell’organizzazione stessa.

La funzione principale delle community tokenizzate è l’incubazione e il finanziamento di progetti interni alla community stessa. Esse sono a tutti gli effetti macchine di allocazione meme-driven che diventano sempre più importanti man mano che finanziano progetti all’interno della community. Con “meme-driven” si intende che la loro crescita e valore dipendono dalla popolarità e diffusione di idee o immagini che vengono condivise all’interno della comunità stessa.

Community Tokenizzate

Ogni community tokenizzata è

  • (banalmente) Tokenizzata: si coordina attorno ad un token on-chain (che sia ERC20, ERC721, ERC1155 etc..)
  • Platformless: non strettamente legata ad una piattaforma o un tool centralizzato (es. Discord)
  • Self-managing: leadership distribuita sui ruoli, non sugli individui
  • Governata dal collettivo: governata dai token-holders
  • Meme-driven: lavora per favorire la proliferazione del “meme” ossia un obiettivo condiviso
  • Positive-sum: modello economico espansivo, non estrattivo

Il token in questo contesto è cruciale. È infatti l’oggetto di riferimento attorno al quale si coordinano questo tipo di organizzazioni perché esso garantisce la distribuzione dell’ownership dell’organizzazione stessa a tutti i suoi membri. Possedere un token permette di:

  • avere accesso irrevocabile all’organizzazione e alle suo risorse
  • essere esposti finanziariamente nei confronti dell’organizzazione in quanto se il suo valore cresce (decresce), cresce (decresce) il valore del token e di conseguenza cresce (decresce) il portafoglio di un holder
  • avere potere decisionale (e di voto) sulle iniziative proposte all’interno dell’organizzazione stessa

Questi 3 fattori contribuiscono ad incentivare i membri dell’organizzazione a contribuire e portare valore al progetto stesso.

Tra gli esempi più noti di community tokenizzate possiamo citare:

  • Krause House: ambiscono ad acquisire e gestire collettivamente una squadra di NBA (principale lega di basket americana)
  • Cabin: sta creando una network-city per online creators, ossia una sorta di coliving globale
  • Nouns: un brand CC0 (no copyright) gestito interamente dal collettivo il cui scopo principale è finanziare progetti positive impact

Vantaggi di una community tokenizzata

I vantaggi principali di questo tipo di organizzazioni sono legati sicuramente al livello di allineamento e coordinamento interno tra i suoi membri. Il token, come descritto sopra, permette una distribuzione di ownership dell’organizzazione che a tutti gli effetti trasforma i consumatori in stakeholders del progetto. Questo fa sì che si creino dei cicli economici espansivi in cui ognuno è incentivato a contribuire e portare valore, alimentando la crescita dell’organizzazione e del suo patrimonio al tempo stesso.

È chiaro che è un mondo tutto da scoprire e regolamentare. Non tutte le organizzazioni sono adatte a questo modello, e le poche che lo stanno adottando sono dei laboratori in cui si sperimenta ogni giorno per migliorare l’efficacia e la produttività. Come tutte le cose ci sono dei pro e dei contro, e tra i contro c’è da evidenziare il fatto che introdurre dei gradi di decentralizzazione tende a rallentare i processi decisionali. Va sempre trovato il giusto contesto e il giusto compromesso in cui applicare questo genere di “innovazione”, ed essere coscienti che al momento questo tipo di organizzazioni sono “avanguardia”. È quindi importante rimanere flessibili ed elastici al contesto in cui si sta operando.

NFTs 2021 vs. 2022

Il 2021, con la bolla NFT, è stato l’anno delle collezioni PFP (foto profilo), ognuna con la sua community, (e talvolta) con una mission e dei valori ben definiti. La maggior parte di queste community però, dopo aver acquistato i loro NFT, sono rimaste appese alla domanda “e ora che facciamo?”. Gli sviluppi del progetto erano strettamente legati ad un core team, mentre la community essenzialmente forniva marketing free al progetto stesso. Veramente poco costruttivo e spesso legato a grandi truffe da parte dei founders dei progetti.

Nell’ultimo anno però questo trend ha iniziato a cambiare. Community tokenizzate, come la già citata NounsDAO (anch’essa basata su NFT PFP), hanno iniziato a garantire potere decisionale (di governance) a chiunque acquistasse un NFT, in modo da permettere ai futuri membri della community di finanziare proposte e iniziative volte alla crescita della community stessa. È proprio qui che la community da audience passiva si è trasformata in attore protagonista, capace di indirizzare le sorti di un organizzazione più complessa. Nouns è tutt’ora tra gli esempi più virtuosi di quest’evoluzione, ed è un esempio di progetto nato con questa vocazione. Nel caso di Nouns, alcuni membri della community hanno ricevuto fondi per creare una serie animata basata sui Nouns, altri hanno richiesto fondi per finanziare iniziative di marketing su vari social media, altri ancora hanno ricevuto supporto nello sviluppo di piattaforme web/app inerenti alla community. Qui potete vedere la lista di proposal (sia accettate che rifiutate).

Altri progetti, invece, sono stati intelligenti nell’adattarsi e distribuire ownership ai propri token-holders, trasformandoli in contributor attivi dell’organizzazione. Un esempio ne è ApeCoin DAO, un’organizzazione on-chain che ha riunito gli holders di Bored Apes Yacht Club (famosa collection di YugaLabs raffigurante delle scimmie) e altre persone attorno all’ecosistema di YugaLabs stessa rilasciando un nuovo token di governance che ha permesso a questa community di partecipare attivamente senza dover aspettare le azioni di un core team.

Community Tokenizzate e DAO in Italia

Le community tokenizzate sono in un certo senso una forma “light” di una DAO (decentralized autonomous organization). Esse infatti non hanno necessariamente una struttura di governance formale, ma spesso permettono ai membri di partecipare al processo decisionale attraverso discussioni informali o processi di consenso. Al contrario, le DAO, per definizione, sono organizzazioni decentralizzate e autonome le quali delegano (o idealmente. dovrebbero delegare) i processi decisionali/esecutivi ad uno smart contract.

In ogni caso, all’estero sono già al lavoro per inquadrare legalmente questo nuovo tipo di organizzazioni, mentre in Italia (ahimè) siamo ben lontani dal farlo. A mio modo di vedere ci sono 3 punti in particolare che andrebbero analizzati per permettere a queste organizzazioni di nascere e vivere nel nostro paese:

  • Personalità giuridica di una DAO: una delle principali sfide per le DAO è il loro status giuridico. In Italia, il Codice Civile riconosce solo due tipi di entità giuridiche: individui e società. Poiché una DAO è un’organizzazione decentralizzata che opera sulla blockchain, non è chiaro se possa essere considerata una entità giuridica. Pertanto, è necessario stabilire un quadro giuridico che riconosca le DAO come entità giuridica separata.
  • Struttura di governance: le DAO si basano su una struttura autonoma decentralizzata in cui le decisioni si basano sul consenso dei membri. Tuttavia, questa struttura solleva preoccupazioni in termini di responsabilità legale in caso di controversie. In Italia, è essenziale definire i ruoli e le responsabilità dei membri e della DAO stessa.
  • Tassazione: le DAO operano sulla blockchain e non si basano sui sistemi finanziari tradizionali. Ciò solleva significative sfide in termini di tassazione, poiché non esistono leggi fiscali specifiche per le criptovalute e gli asset digitali in Italia. Pertanto, è essenziale definire il trattamento fiscale delle attività e delle transazioni effettuate dalla DAO e dai suoi membri, compresa la distribuzione di profitti e token.

Per concludere

Sono veramente affascinato dalle community tokenizzate e dalle loro potenzialità. Allo stesso tempo sono cosciente dei loro limiti e del fatto che siamo solamente all’inizio. Quelli che vediamo oggi sono solo degli esperimenti che stanno facendo strada per lo sviluppo di queste nuove organizzazioni e sono curioso di vedere come si evolverà la situazione.

Per i più curiosi lascio un link ad un report di Forefront sullo stato attuale delle tokenized communities: https://review.forefront.market/

limone.eth è un Backend Engineer in Backdrop e co-founder di urbe.eth, la community per Web3 builders a Roma (tra le cose organizzatrice di ETHRome ad Ottobre 2023). Tra i vari rabbithole del Web3, è particolarmente interessato ai temi riguardanti DAO, Tokenized Communities e DeSoc (social network decentralizzati).

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Backend Engineer @Backdrop | Co-Founder @urbe.eth | Organizing ETHRome